Domani presentazione del percorso memoria-natura 1943-44

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Il 13 giugno, in occasione del 71esimo anniversario della Liberazione della città dell’Aquila, il Comune, in collaborazione con il CAI, l’ANPI, l’Istituto Abruzzese per la storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea presenta il percorso “Memoria- Natura 1943-44”.L’appuntamento è a palazzetto dei Nobili alle ore 11.30, subito dopo la deposizione della corona in piazza Palazzo presso la lapide che ricorda la Liberazione dell’Aquila, prevista per le 11.L’assessorato alla Cultura del Comune ha sposato in pieno il progetto ideato dalla sezione dell’Aquila dell’ANPI e realizzato grazie alla collaborazione del CAI, dell’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea e del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, di progettare un percorso storico naturalistico, che ricordasse gli avvenimenti più importanti della storia della Resistenza nel biennio 1943-44. L’intero sentiero, come progettato, ha una duplice funzione, storico-culturale e turistico- sportiva, dal momento che attraversa il Parco Gran Sasso e Monti della Laga. Per questo motivo i vari tratti saranno segnati con pannelli illustrativi che conterranno informazioni storiche, naturalistiche e paesaggistiche, con l’obiettivo di riconnettere i luoghi degli episodi più rilevanti del breve ma significativo periodo storico considerato.Alla presentazione del progetto interverranno:Elisabetta Leone, Assessora alla Cultura del Comune dell’Aquilail dott. Paolo Muzi, ANPIl’ing. Salvatore Perinetti, CAIil prof. Davide Adacher, Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea

Licenziamenti al Brico io di L’Aquila: il giudice dispone la reintegra dei lavoratori licenziati e il risarcimento di 6 mensilità.

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E’ stata, si può dire, una vittoria delle donne giuste, la sentenza di
Anna Maria Tracanna (giudice del lavoro di L’Aquila), che ha disposto,
su richiesta dell’avvocata Francesca Ramicone, la reintegra dei 3
lavoratori e lavoratrici effettivamente licenziati dall’Aleandri
Bricolage srl il 17 giugno 2014.

A sostegno dei licenziamenti per giustificato motivo oggettivo,
l’azienda aveva addotto lo stato di crisi e la conseguente necessità
di una riorganizzazione aziendale.

Ma i fatti hanno smascherato le reali intenzioni dell’azienda, che
invece di procedere, come annunciato, al ridimensionamento delle
superfici di vendita e dell’organico per ridurre i costi, ha
incrementato entrambi dietro schermatura di un’agenzia interinale
(Manpower), con aumento dei contratti precari, demansionamento di
fatto e libertà di licenziamento.

Questi “fatti”, seppur puntualmente dimostrati in sede giudiziale, si
sono reiterati nell’anno corrente, dimostrando, di fatto, una condotta
aziendale antioperaia, intimidatoria e discriminatoria, nonostante
quanto sbandierato dall’azienda.

Ma questa vittoria non è stata solo tecnica o giuridica e non
appartiene solo ai licenziat@. Questa vittoria appartiene alla
solidarietà di classe e di genere che si è sviluppata con l’appello
delle donne, delle lavoratrici che hanno scioperato il 25 novembre
2013 contro la violenza, per chiedere lavoro per tutte, precarietà e
disoccupazione per nessuno, perché il lavoro è un diritto, la
disoccupazione è un delitto, è violenza. Questa vittoria quindi
appartiene a tutte le donne in lotta, a tutti i lavoratori e
lavoratrici, disoccupate e disoccupati, precari, giovani, che hanno
risposto a quell’appello, raccogliendo in 10 giorni oltre 300 firme da
tutta Italia per far rientrare i licenziamenti al Brico io di
L’Aquila.

Questa vittoria è anche il risultato di un’azione di denuncia e
mobilitazione di un sindacato di base e di classe ed è un segnale per
tutti i lavoratori e le lavoratrici.

A testa alta rientreremo al lavoro e continueremo a difenderlo!

La solidarietà è un’arma, solo la lotta paga!

Il 2014 è stato l’anno dei padroni, che il 2015 sia l’anno dei
lavoratori, l’anno del riscatto del lavoro sul profitto!

Luigia De Biasi, Slai Cobas s. c.

Ambientalisti:” No alla nuova seggiovia delle Fontari!”

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NO ALLA NUOVA SEGGIOVIA DELLE FONTARI. OCCORRE CAMBIARE POLITICA PER GARANTIRE DAVVERO UNO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO

 

Le Associazioni per la tutela dell’ambiente chiedono scelte diverse e moderne per una vera valorizzazione della montagna, guardando al futuro e non al passato. Contestato il parere favorevole del Consiglio direttivo del Parco, basato su presupposti non veri

 

Pescara, 11 giugno 2015 – “Il parere favorevole al progetto di costruzione della nuova seggiovia “Campo Imperatore-Osservatorio” nel cuore della zona B (Riserva generale) del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, appena fornito dal Consiglio direttivo del Parco, è in aperto contrasto con l’esito dell’istruttoria del suo stesso Servizio scientifico, nonché con le norme della Direttiva n. 92/43/CEE Habitat e il relativo D.P.R. di recepimento e attuazione n. 357 del 08/09/1997”. Lo denunciano le associazioni Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Pro Natura, Salviamo l’Orso, TCI Club di Territorio di Pescara e WWF che ricordano come l’area di Campo Imperatore sia infatti “interamente compresa in due Siti tutelati dalla Rete “Natura 2000”, la Zona di Protezione Speciale IT7110128 e il Sito di Interesse Comunitario IT 7110202”.

La realizzazione di progetti che abbiano un’incidenza significativa su habitat e specie prioritari di interesse comunitario può essere approvata soltanto per “motivi imperativi di rilevante interesse pubblico” e solo con il parere obbligatorio e vincolante della Commissione europea (in base all’art. 6 della Direttiva Habitat e all’art. 5, comma 9, del DPR n. 357/1007).

Il progetto è anche in contrasto con la Legge quadro sulle aree protette n. 394/1991, con il D.P.R. 5 giugno 1995 con il quale è stato istituito il Parco e con lo stesso Piano del Parco, approvato con delibera dal Consiglio direttivo dell’Ente in data 21/12/1999 (adottata dalle Regioni Abruzzo, Lazio e Marche).

L’argomentazione addotta nella Deliberazione n. 31/15 del 29/05/2015 del Consiglio direttivo del Parco, secondo la quale la nuova seggiovia Campo Imperatore-Osservatorio costituirebbe un intervento di “mera sostituzione” di quella delle Fontari attualmente presente, è palesemente non corrispondente alla realtà dei fatti: il nuovo tracciato della seggiovia, infatti, sarebbe lungo quasi il doppio di quello esistente (da 800 a circa 1600 metri), spostandosi oltretutto di circa 150 metri verso Nord.

Le Associazioni chiedono dunque al Comitato Regionale VIA di respingere il progetto, in quanto totalmente incompatibile con il territorio del Parco Nazionale e in palese contrasto con le normative europee e nazionali. I membri del CCR VIA devono sapere che, in caso di eventuale approvazione del progetto, si esporrebbero a possibili azioni legali e a sicuri ricorsi amministrativi. e che la Commissione Europea aprirebbe certamente una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia (con grave danno per tutti i cittadini, non solo abruzzesi).

Come riportato nelle “osservazioni” agli Studi di impatto e incidenza ambientale inviati dalle Associazioni al Comitato Regionale VIA lo scorso anno e ora anche nell’istruttoria del Servizio scientifico del Parco stesso, l’eventuale realizzazione della nuova seggiovia distruggerebbe in modo irreparabile habitat prioritari di alta quota di interesse comunitario ricchissimi di biodiversità (in particolare quello denominato “6230* – Formazioni erbose di Nardo”, come da ammissione degli stessi proponenti nelle recenti integrazioni allo Studio di incidenza ambientale) contravvenendo alla Direttiva Habitat e alle relative leggi nazionali di recepimento. La stazione di partenza dell’Osservatorio e la parte iniziale della nuova Seggiovia sarebbero poi completamente sovrapposti alla Stazione di Ricerca a Lungo Termine del Gran Sasso (gestita dal Corpo forestale dello Stato), confermando le preoccupazioni espresse proprio dalla Rete Nazionale LTER-Italia, che ha evidenziato “l’inevitabile impatto di tale opera sulle attività di ricerca a lungo termine svolte”, ricordando che “le preziose e lunghe serie di dati accumulati in tale sito LTER (trent’anni di dati sulla vegetazione e dieci sugli uccelli) sarebbero irrimediabilmente compromesse da un’alterazione dell’ambiente circostante”.

Le Associazioni ribadiscono che occorre cambiare subito politica per la montagna abruzzese. È necessario abbandonare gli investimenti pesanti basati su un turismo invernale già in forte crisi e destinato ad ulteriori inevitabili ridimensionamenti a causa dei cambiamenti climatici (che sono una realtà in atto, non più soltanto una previsione). Bisogna invece scommettere sull’alternativa verde, basata su piccoli investimenti diffusi nel territorio a vantaggio di un turismo più moderno e di maggiore qualità, questo sì in crescita ovunque, basato sui valori naturali unici del “cuore verde d’Europa”. Attraverso la conversione in chiave ecologica dei complessi turistico-sciistici, l’attuazione di estesi interventi di risanamento e rinaturalizzazione del territorio e la realizzazione di mille micro-finanziamenti si potrebbe finalmente sviluppare un turismo indipendente dalla presenza di neve sulle piste, in grado di rivitalizzare l’economia dell’area in modo durevole, fornendo lavoro a decine di migliaia di persone per decenni e migliorando e non peggiorando la qualità del nostro preziosissimo patrimonio naturale. Occorre evitare la distruzione definitiva di ambienti preziosi e insostituibili nella vana speranza di scimmiottare le grandi località sciistiche delle Alpi e puntare invece sulla valorizzazione di quegli stessi ambienti perché il Gran Sasso diventi finalmente un punto di riferimento internazionale nell’ottica di una nuova visione della montagna, del turismo e dell’orgoglio di essere abruzzesi.

Noi non contiamo nulla

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Qualcuno ha suggerito, ha avvertito, che l’Italia è un laboratorio
degli orrori istituzionali. Coloro che dovrebbero assurgere a
difensori della Carta Costituzionale, viceversa ne stanno facendo
carta straccia. Le recenti sentenze in materia pensionistica vengono
sistematicamente disattese. La Costituzione viene vista come un
impedimento alle ferree leggi del patto di stabilità europee e
interne. In molti discernono più o meno pudicamente su come aggirarle
in che modo disattenderle. In attesa della ennesima sentenza sulla
materia contrattuale del pubblico impiego l’avvocatura dello stato ha
presentato un promemoria su a quanto ammonterebbe il costo qualora
l’esito della stessa accogliesse il ricorso su diritti e tagli al
pubblico impiego che durano ormai da 10 anni. Già i grandi giornali
tuonano sulle voragine dei conti pubblici. Giammai una parola sulle
voragini sociali, sui tagli crimonosi e crimonogeni in materia di
sanità, tagli all’assistenza, tagli alle prestazioni sui disabili,
cancellazione della scuola pubblica. In compenso si finanziano le
scuole private e le missioni militari con i famosi F35. Sono le
politiche che per anni sono state imposte ai paesi cosiddetti terzi.
Sempre pudicamente la stampa embeded non racconta che granparte di
essi hanno mandato all’altro paese FMI,Banca Mondiale, i G7 o G8 che
sia. L’Argentina il Brasile, tutti i paesi Bolivariani pur in maniera
tra loro divergenti fanno politiche pubbliche e di progresso.
L’occidente e in modo marcato l’Europa sono in piena recessione e non
riescono a venirne fuori nonostante la propaganda e i trucchi
contabili. In Italia si continua a far finta di nulla e come riflette
Dante Barontini la testa fina messa alla guida dell’Istituto Bruno
Leoni(uno dei tanti fatti funzionare per magnificare le politiche del
renzismo)nello spregiudicato discorrere in materia costituzionale
“finisce per somigliare al miglior Razzi in versione Crozza”,
indicendoci al motto datevi i cazzi vostri tanto non contate niente.
L’ultimo approdo delle magnifiche sorti e progressive del riformismo
del centro-sinistra.

 

Alfonso De Amicis

Democrazia Italia

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Il capo classe e la sua banda di giovani rottamatori non convincono
più. Ai piani alti del potere sovranazionale(noi siamo diventati una
macroregione)cominciano ad interrogarsi se conviene tenersi il grullo
di Pontassieve. Certo ha portato a casa diversi trofei e risultati
reazionari(jobsAct, la distruzione della scuola pubblia, l’abolizione
del bicameralismo,ecc.).Ma le sue politiche sono ormai rifiutate dalla
gran massa del popolo italiano. Il rifiuto si esprime in maniera
spuria per mancanza di una alternativa credibile ma Renzi ormai è
incapace di creare un consenso vasto alle politiche di austerità
imposte dalla Troika. Sono anni che con perseveranza si applicano i
trattati europei nella vana speranza di frenare quella che appare
ormai una crisi sistemica del capitalismo europeo e mondiale. Il primo
ministro italiano doveva sbarazzarsi dei populismi e dei vari
riformismi compromissori è solo riuscito a perdere milioni di voti ed
ora i suoi sponsor sono lastricati sulla via del dubbio; ci teniamo il
cavallo zoppo oppure cambiamo discorso e troviamo una nuova classe
dominante disposta a spendersi per politiche che le masse italiane
rifiutano? Tuttavia quello che emerge da queste elezioni e che la
distanza tra le istituzioni e la massa di giovani, lavoratori precari
e disoccupati si va sempre più allargando e sotto le ceneri cova una
disperazione ed un odio di dimensioni epocali. Sta a noi riempire
questo gran canyon dandogli orizzonte e cambiamento. Anche perché le
istituzioni europee hanno dimostrato nei tempi recenti che per loro la
democrazia rappresentatitva ha un valore uguale a zero. L’esempio
della Grecia la pretesa di disfarsi delle Costituzioni e delle
sentenze che tutelano i diritti sono li a dimostrare che da tempo il
capitalismo e l’ordoliberalismo tedesco hanno ormai divorziato da
ogni forma di democrazia rappresentatitva. Solo la cosiddetta sinistra
radicale e qualche altro sinistrato continuano a credere nelle virtù
salvifiche dell’elettoralismo senza confine. Questi vanno affrontati e
combattutti con politiche e schieramenti non comuni che devono
superare la radicalita e la forza dei movimenti degli anni ’60-70.

 

Alfonso De Amicis

Prc L’Aquila:Sentenza Corte dei Conti evidenzia l’ottimo lavoro di Pelini

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La sentenza appena depositata dalla Corte dei Conti in ordine ai presunti mancati sfratti dal progetto CASE e MAP dimostra più che mai, qualora ve ne fosse mai bisogno, l’ottimo lavoro del nostro Assessore Fabio Pelini che il PRC intende fortemente rivendicare.

La sentenza, infatti, da un lato ridetermina il “danno erariale” intorno all’1% rispetto a quanto richiesto invece dalla Procura e, dall’altro, non riesce in alcun modo a superare le difese spiegate dall’Assessore all’Assistenza alla Popolazione che, si rammenta, non ha mai avuto la delega alla Gestione del Patrimonio CASE e MAP. Dinanzi a tale innegabile evidenza, le motivazioni in ordine alla responsabilità personale di Pelini appaiono deboli ed incomprensibili.

La decisione, pertanto, pur ridimensionando grandemente le pretese della Procura e lo stesso impianto accusatorio, comunque non rende in alcun modo Giustizia a fronte di un danno erariale che, è giusto ribadire, non è stato prodotto. La stessa sentenza precisa che la determinazione del danno è “impossibile” e, in ogni caso, “assai lontana dagli importi indicati in citazione” procedendo poi ad una liquidazione equitativa con riferimento ad un evanescente “danno futuro”. Evidente la non colpevolezza del Nostro Assessore sia sotto un profilo soggettivo che oggettivo. Il PRC, pertanto, intende rinnovare al Compagno Fabio Pelini tutta la sua vicinanza e la più ampia fiducia.

 

Goffredo Juchich

Segretario Comunale Prc L’Aquila

Enrico Perilli

Capogruppo Prc L’Aquila

 

Prc L’Aquila:”Crisi servizi sociali Montagna dell’Aquila stipendi per gli operatori con il contagocce”

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Continua inesorabile la crisi dei servizi sociali dell’ambito della Comunità Montana Montagna dell’Aquila. Alle generiche rassicurazioni fornite dall’ente sull’erogazione delle risorse minime per coprire almeno una mensilità arretrata degli operatori a distanza di un mese non sono seguiti i fatti. Nella riunione svoltasi nella sede di Barisciano alla presenza della Fp Cgil, della Cooperativa che ha in carico i servizi e di alcuni sindaci dell’ambito si era anche discusso della possibilità di una compartecipazione minima da parte dei comuni di 200 euro mensili, ma, evidentemente, da parte di questi non c’è la volontà di partecipare alla spesa sociale del loro territorio nemmeno per questa cifra miserevole che però permetterebbe alla rete di avere un pò di ossigeno per sopravvivere.

I trasferimenti della Regione Abruzzo restano insufficienti, specie per le aree interne, e nessuna risposta viene fornita dall’assessore Sclocco che avrebbe la responsabilità di pianificare il futuro dei servizi sociali. I lavoratori stremanti da anni di lavoro precario dove non hanno mai fatto mancare il loro sostegno a disabili, anziani e minori si propongono in concerto con le organizzazioni sindacali di portare la vertenza su tutti i tavoli dove questa può essere risolta.

 
Goffredo Juchich
Segretario Comunale Prc L’Aquila

Domani, ore 21:00 presso il PROGETTO C.A.S.E. di Paganica 2 “PROGETTO A.R.T.E.”

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Domani, VENERDI’ 5 GIUGNO ore 21:00 presso il PROGETTO C.A.S.E. di Paganica 2, il secondo appuntamento con la rassegna
“PROGETTO A.R.T.E.” estate di eventi culturali e spettacoli nei Progetti C.A.S.E. e M.A.P.

organizzata dall’associazione “RinascimenteAQuila” Onlus con il contributo del Comune dell’Aquila e della Fondazione CARISPAQ.

A salire sul palco sarà l’artista romano ICARO che regalerà al pubblico un tributo a RENATO ZERO.

La particolarità dello spettacolo è un’incredibile somiglianza vocale e fisica con il re dei “sorcini”.

 

Diego Del Vecchio

Prc L’Aquila : Elezioni comunali bene a Barisciano e Cagnano Amiterno

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Nel quadro complessivamente negativo delle elezioni amministrative, caratterizzate dalla scarsa affluenza alle urne e dalla mancanza di discontinuità in numerosi comuni dove l’avremmo auspicata, in particolare ad Ocre, Villa Sant’Angelo e Pizzoli, facciamo i nostri auguri alla nuova amministrazione comunale di Cagnano Amiterno, esprimendo particolare soddisfazione per l’affermazione del consigliere Berardino Romano; inoltre ci complimentiamo con l’ottimo risultato della lista Barisciano Bene comune e del consigliere Mauro Colaianni. Sono entrambi esempi a cui guardare per costruire un protagonismo civico dal basso e una politica rigorosa e trasparente nel territorio dell’aquilano.

 

Francesco Marola- segretario provinciale PRC L’Aquila

 

Goffredo Juchich – segretario circolo A. Casamobile PRC L’Aquila

LA BANALITA’ DEL MALE

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tratto dalla pagina fb di Maurizio Acerbo

 

 

L’amico V.  mi spinge a ritornare sul caso dell’arresto di Andrea D’Emilio. V. mi obietta che avendo andrea commesso un reato (resistenza a pubblico ufficiale) non potevano non perseguirlo. Certo ma il problema viene prima dell’arresto e cioè al comportamento di chi amministra la Provincia di Pescara. Un giovane si incatena per protestare per l’abbandono in cui si trova la biblioteca pubblica senza fondi in conseguenza della legge Renzi-Del Rio e del ritardo della Regione nel farsi carico del servizio finora di competenza delle Province.

Se io fossi stato Presidente della Provincia non avrei chiesto alla Polizia di portare via Andrea D’Emilio ma a costo di passare la notte con lui sarei stato a discutere per convincerlo a desistere perchè i dipendenti avevano il diritto di andare a dormire (è probabile che mi sarei unito alla protesta ma non pretendo che un presidente dell’ex-Margherita faccia come Maurizio Acerbo)
Dato che Andrea chiedeva che il Presidente D’Alfonso assumesse impegni precisi mi sarei attaccato al telefono finché il presidente o un suo vice non fosse arrivato. Lo avrei messo in contato telefonico con il Presidente se proprio al presenzialista per eccellenza era impossibile essere presente.

Prima di far denunciare penalmente un cittadino che protesta bisogna pensarci un milione di volte.
Soprattutto se la situazione che denuncia è vera e la responsabilità di quel problema è del partito che rappresenti.
Anche in questa occasione il PD ha dimostrato che con una sensibilità di sinistra non c’entra più niente.