Presentazione del libro “Anni Perduti” a cura di R.Lolli e G.Marimpietri

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Si svolgerà domani alle ore 18 presso il conservatorio di musica “Casella” dell’Aquila la presentazione del volume a cura di Riccardo Lolli e G.Marimpietri:”Anni Perduti”

Si tratta del memoriale di un maggiore degli alpini, già protagonista della ritirata dell’esercito italiano dalla Russia, che descrive in maniera asciutta e scarna il calvario che, dopo l’8 settembre toccò a tutti i militari dislocati nell’Italia settentrionale, dal trasporto nei carri bestiame alla detenzione dei lager, condizione accettata dalla gran parte dei deportati che rifiutarono, anche a prezzo della vita, di aderire alla RSI e schierarsi con l’esercito nazifascista. Una scelta di Resistenza non armata che non ha avuto mai adeguata valorizzazione.

Il libro è sul mercato ad un prezzo contenuto perchè possa essere fruito dai giovani e adottato nelle scuole e a tal fine viene presentato in un contesto di editoria per i ragazzi. Il volume è stato acquisito dalla biblioteca nazionale “Schiavi di Hitler”.

Pelini:”Noi con lui volevamo la luna, noi senza di lui continuiamo a volerla.”

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dal profilo Facebook di Fabio Pelini 

 

 

“La politica deve far sognare ed io voglio sognare”. Basterebbero queste poche parole per descrivere e ricordare Pietro Ingrao, che ci ha salutato ieri dopo 100 anni di impegno, lotte, passioni. Comunista senza essere settario, radicale senza cedere all’estremismo, tra i pochissimi in grado di fare autocritica sincera e di esercitare il beneficio del dubbio con autorevolezza e credibilità, sempre con il pensiero “giovane”, non come tanti giovani sulla carta (anagrafica), ma ultimi alfieri di una politica vecchia, anzi vecchissima. Ha insegnato tanto, a tante generazioni, anche alla mia: dal tenere la schiena dritta, al non accontentarsi di facili verità, dal valore di un antifascismo mai di maniera alla lotta, prima di tutto culturale, contro la guerra. E soprattutto, ci ha educato all’onestà, quella intellettuale in primis. Noi con lui volevamo la luna, noi senza di lui continuiamo a volerla.

Ciao compagno Pietro

 

 

Raul e Francesco

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“In questi 62 anni dal 26 luglio 1953 (avevo 22 anni e lei 17) abbiamo assaltato la caserma Moncada contro il dittatore Batista, poi siamo partiti in 80 e arrivati qui in 12 mitragliati da aerei americani, io e Fidel e Ernesto Camilo, il partigiano veneziano Gino Donè e poi siamo stati per due anni sulla Sierra in condizioni “particolari”, poi abbiamo preso Santa Clara, poi è scappato Batista, poi abbiamo cambiato tutto e abbiamo resistito a tutto. Abbiamo visto passare parecchi presidenti americani che finanziavano sicari e colpi di Stato contro di noi come alla Baia dei Porci. Siamo sopravvissuti ad un blocco economico fatto di filo spinato commerciale disumano. Nel frattempo abbiamo dato da mangiare ai nostri figli, abbiamo istruito i nostri figli, abbiamo dato una dignità ai nostri figli. Qui non muore nessuno di fame.
Ne muoiono di meno alla nascita che in Florida e, inoltre, qui viviamo più a lungo nonostante spendiamo 50 volte meno degli Americani. Ogni giorno 10.000 (si ho scritto bene 10.000) dei nostri ragazzi, fatti medici, esportano economia di pace in tutto il mondo: Venezuela, Honduras, Salvador. In Africa eravamo in 100 a bloccare Ebola, più noi che tutto il resto del mondo, a parte quel gruppetto di italiani con quell’altro medico, si, Gino Strada. Siamo ancora in piedi, abbiamo gestito il progresso più straordinario di un popolo sulla faccia della terra nonostante condizioni non proprio favorevoli e oggi siamo qui ad accoglierla. Prego si accomodi Francesco”.

Raul Castro

salviamo Sic e Zps del Gran Sasso d’Italia, On line la petizione

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Si trova da qualche giorno on line la petizione per la tutela delle zone Sic e Zps promossa dal consigliere Prc al comune dell’Aquila Enrico Perilli. i Siti di Interesse Comunitario e la Zone di Protezione Speciale del Gran Sasso d’Italia sono oggetto di una proposta di ri-perimetrazione al fine di costruire impianti da sci e seggiovie, alcuni a quote davvero basse, 1400 m.
La zona in questione ha un patrimonio vegetale e faunistico unico in Europa e si trova nel Parco nazionale del gran sasso, togliere il vicolo di protezione vorrebbe dire non salvaguardare più quella zona e lasciarla alla cementificazione.

l’indirizzo per firmare la petizione è

https://secure.avaaz.org/it/petition/Il_Sindaco_dellAquila_e_il_Presidente_della_Regione_Abruzzo_salviamo_Sic_e_Zps_del_Gran_Sasso_dItalia/?tghGNjb

Rifondazione vicina ai precari del Comune, jobs Act scellerato

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Il partito della Rifondazione Comunista dell’Aquila intende esprimere la propria solidarietà e vicinanza ai lavoratori precari del Comune dell’Aquila. Riteniamo che il fondamentale contributo dato alla città dal personale precario in questi anni complicatissimi per la nostra collettività debba essere considerato irrinunciabile. In queste ore drammatiche è un dovere dell’amministrazione e delle forze sindacali utilizzare ogni impianto normativo esistente per forzare il governo a concedere la proroga dei contratti. Ogni strada deve essere battuta per trovare una soluzione. E’ triste vedere quali sono le ricadute pratiche sui territori del tanto decantato Jobs Act che, nei fatti, ottiene esattamente l’effetto contrario di quello auspicato dal legislatore. Ancora una volta abbiamo la dimostrazione pratica di come le scellerate politiche sul lavoro intraprese dal governo Renzi si ripercuotano sui lavoratori.

 

Goffredo Juchich

Segretario Comunale Prc L’Aquila

Enrico Perilli

Capogruppo Prc Comune L’Aquila

 

 

 

 

 

 

STADIO ACQUASANTA: LA PAROLA AI TIFOSI

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In conseguenza dell’incontro dello scorso 8 Settembre con il Sindaco de L’Aquila dott. Massimo Cialente, constatata la volontà del primo cittadino di procedere all’intitolazione dello Stadio sito in località Acquasanta senza preventivamente prendere in considerazione il parere dei tifosi rossoblù e della cittadinanza aquilana in generale, come invece più volte suggerito dalla nostra associazione, il Supporters’ Trust L’AQUILA ME’ reputa opportuno raccogliere le preferenze in merito di appassionati e cittadini attraverso un sondaggio consultivo.
In particolare, rispondendo a tre diverse domande, sarà possibile: indicare la propria denominazione preferita fra quelle che maggiormente hanno riscosso successo nel corso delle numerose discussioni sull’argomento avvenute negli ultimi mesi tra i tifosi, in occasione delle partite de L’Aquila Calcio e sul Web; esprimersi positivamente o negativamente sulla possibilità ventilata dal Sindaco che si opti per una denominazione doppia che comprenda l’intitolazione a Italo Acconcia; infine, a prescindere dalla risposta alla seconda domanda, scegliere fra una serie di diverse opzioni di denominazione doppia la propria preferita.
Ritenendo fondamentale – coerentemente coi suoi princìpi statutari – la partecipazione civica in questo tipo di scelte, L’AQUILA ME’ vuole appunto dare la possibilità a tutti coloro che intenderanno farlo di esprimersi in merito. Già domani, Sabato 19 Settembre, sarà possibile indicare le proprie preferenze presso i banchetti che il Supporters’ Trust allestirà vicino agli ingressi alla Curva e alla Tribuna dello Stadio “Tommaso Fattori”, postazioni che saranno operative nell’ora antecedente il fischio di inizio (programmato per le ore 15.00) della partita L’Aquila-Pontedera e poi dalla conclusione della stessa fino alle ore 18.00. In alternativa, sarà possibile recarsi tra Lunedì 21 Settembre e Domenica 4 Ottobre – nei rispettivi orari di apertura – presso i tre esercizi commerciali che hanno garantito il loro supporto all’iniziativa: Bar Royal in viale Gran Sasso, Agenzia Goldbet in viale Corrado IV e Multiservice M3 di Marco Tursini c/o il Centro Commerciale “Quattro Cantoni” nella zona industriale di Bazzano. Per poter partecipare al sondaggio sarà necessario presentare un documento di riconoscimento in corso di validità.
È forse scontato ma non inutile sottolineare quanto un’importante partecipazione popolare alla consultazione possa dare rilievo alla stessa, e questo a prescindere dalla scelta che l’Amministrazione comunale, in quanto proprietaria dell’impianto, riterrà effettivamente opportuno prendere: da ciò, l’invito agli appassionati dei colori rosso-blu, agli sportivi e alla cittadinanza tutta a non mancare quest’appuntamento, contribuendo in tal modo alla buona riuscita dell’iniziativa e contestualmente evidenziando ancora una volta quanto il Capoluogo d’Abruzzo attenda con impazienza l’inaugurazione di quella che sarà la nuova casa della sua squadra di calcio!

 
L’AQUILA ME’ – L’Aquila Calcio Supporters’ Trust

ABRUZZO: D’ALFONSO CANCELLA DEMOCRAZIA IN REGIONE

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il sub-emendamento D’Alessandro è la norma più grave proposta da quando è stato istituita la Regione

Il renzismo in mano ai ras locali diventa roba da terzo mondo. Perso ogni freno inibitore D’Alfonso cerca di cancellare ruolo del Consiglio Regionale trasformandolo nel suo juke-box. Non era mai venuto in mente neanche ai post-fascisti. E lo chiamavano “meno peggio”.

D’Alessandro e Di Pangrazio dicono che la norma c’è in Piemonte: non è vero!

Ieri notte in Consiglio regionale Luciano D’Alfonso, con un sub-emendamento presentato dal fido Camillo D’Alessandro, ha cancellato ogni traccia di democrazia in Regione svuotando completamente il Consiglio regionale come luogo di confronto e scontro sui provvedimenti.
Non si pensi che la mia sia un’esagerazione polemica per attirare l’attenzione: davvero si tratta della norma più pericolosa mai approvata da una maggioranza in Consiglio Regionale.

Con un blitz – infatti siamo di fronte a un subemendamento non a un progetto di legge che ha seguito un iter di approfondimento in commissione – il subemendamento approvato modifica il Regolamento del Consiglio regionale determinando l’eutanasia.

Con la norma approvata diventerà praticamente impossibile fare opposizione e il Consiglio sarà completamente disarmato di fronte a un Presidente e a un esecutivo che tra l’altro, al contrario dell’ordinamento costituzionale, non hanno contrappesi di altra natura non essendoci un organismo di peso pari alla Corte Costituzionale né un Presidente della Repubblica almeno formalmente autonomo.
Il Consiglio Regionale viene ridotto a juke-box del capo che inserendo una monetina farà suonare la sua canzone dopo aver dato ai consiglieri qualche minuto per esporre le loro posizioni.

COSA PREVEDE LA NORMA?

In qualsiasi momento, in commissione o in Consiglio, il Presidente o un assessore potrà presentare quelli che vengono definiti “emendamenti d’urgenza” e far decadere tutti quelli precedentemente depositati dall’opposizione o dagli stessi membri non-allineati della maggioranza.

Una “riforma” del genere – che cambia radicalmente le regole del gioco – andrebbe discussa nelle commissioni e dovrebbe essere oggetto di dibattito largo nella società e nella politica regionale. Invece, sapendo che si tratta della madre di tutte le future porcherie, D’Alfonso e la sua corte dei miracoli hanno proceduto con un blitz notturno.

Bisogna essere onesti: la destra, anche quella di provenienza missina, ha governato la Regione Abruzzo più volte ma mai gli era venuto in mente di svuotare il Consiglio Regionale con norme degne di un regime autoritario.

Nell’attuale ordinamento il Presidente ha già poteri enormi e su gran parte delle materie neanche deve passare attraverso il voto del Consiglio Regionale.

Evidentemente a Luciano D’Alfonso non basta. Più passa il tempo e più diventa insofferente per quelle sedute che già anni fa definiva “palude”, soprattutto quando in Comune qualcuno come me gli impediva di mantenere impegni assunti con qualche amico imprenditore.

D’Alfonso per la democrazia ha sempre avuto una certa idiosincrasia preferendo le folle che applaudono ai suoi monologhi sovente incomprensibili alle discussioni pubbliche in cui corre il rischio di essere contraddetto.

D’Alfonso non fronteggia oggi un’opposizione feroce come quella che facemmo a Gianni Chiodi. Eppure la trova comunque fastidiosa. E deve attribuirsi il potere di neutralizzarla insindacabilmente in qualsiasi momento lui voglia.

Spero che Sel e IdV a cui ho mandato sms aggiungano la loro voce alle opposizioni che hanno ragione a opporsi e che nel PD ci sia qualcuno con un minimo di decente coscienza democratica.
Trovo davvero grave che il Presidente del Consiglio Giuseppe Di Pangrazio che dovrebbe essere garante di tutti abbia deciso di passare alla storia come quello che ha messo il cartello “fuori uso” sul Consiglio regionale quale organo sovrano e autonomo.

E’ sbagliato anche fare paragoni con i regolamenti parlamentari perché qui si va oltre qualsiasi “ghigliottina”. Non è nemmeno un organo dotato di terzietà a decidere ma direttamente la facoltà di cancellare qualsiasi opposizione è direttamente in capo all’esecutivo.

So che ormai i principi del costituzionalismo sono considerati zavorra ma invito a riflettere su quante porcate sono state bloccate nella storia del Consiglio Regionale da chi si trovava all’opposizione.

Se passa questa sveltina saremo di fronte a un potere arbitrario e senza limiti.

LA SINISTRA NON PUO’ TACERE

Il renzismo, in mano ai ras locali come D’Alfonso, produce dei mostri.

Che dentro il PD nessuno levi la sua voce, che Sel e IdV partecipino a una coalizione di questo genere, dà l’idea di cosa è diventata la politica in Abruzzo sotto il regime dalfonsiano.

Questa volta la dalfonsata è proprio grossa e chi è di sinistra non può far finta di non accorgersene. C’è bisogno che in tante e tanti sollevino la voce per fermarlo prima che sia troppo tardi.
Il problema non è il giudizio sull’attuale opposizione ma sul fatto che ci possa essere una qualche opposizione e che non vi sia un “uomo solo al comando” senza contrappesi istituzionali.
Mi dispiace per Sel e Mario Mazzocca ma una cosa del genere non può essere liquidata con un’astensione. Che facciamo parte dell’ANPI per sport?
Come fa Mario Mazzocca a dichiarare: «L’intenzione della maggioranza non è di imbavagliare le opposizioni, ma di evitare che diventi una consuetudine portare i consigli regionali a durare 24 ore e non bloccare l’operatività dell’assemblea»? Questo significa coprire quanto sta facendo D’Alfonso e schierarsi dalla sua parte minimizzando la portata della peggiore proposta mai posta al voto da quando è stata istituita la Regione.
LA BUFALA DEL PIEMONTE
Camillo D’Alessandro e il presidente del Consiglio Di Pangrazio raccontano balle dicendo che è una norma già in vigore in Piemonte. Non è vero. Oltre che ladri di democrazia dicono pure bugie? Basta andare sul sito della Regione Piemonte per accorgersene.

Fortunatamente per entrare in vigore il Regolamento taroccato ha bisogno di altre votazioni in Consiglio. Questo tempo spero serva a chi in Abruzzo crede nella democrazia e nei valori della Costituzione a dissuadere il centrosinistro dall’andare avanti su questa strada.

Maurizio Acerbo, segreteria nazionale PRC-Se, ex-consigliere regionale dell’Abruzzo

Colosseo

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Per noi nuovi sudditi del renzismo imperante

Forse aveva ragione Pasolini nell’ammonire che la televisione e i
nuovi media nascondevano una nuova forma di fascismo. Forse perché
sconosciuto più subdolo e quindi più pervasivo e pericoloso. Sulla
vicenda del Colosseo è stata costruita una montana di menzogne e
manipolazione Intanto perché si era in presenza di una assemblea
ampiamente annunciata e autorizzata secondo le regole e leggi vigenti.
Quindi qualsiasi giornalista appellandosi alla nota deontologia
professionale avrebbe potuto verificare, come d’altro canto si sarebbe
potuto apprendere che ormai da più di un anno non veniva pagato
straordinario e salario accessorio. A meno che non si voglia abolire
anche questo in nome dell’austerità espansiva o sul fatto che lo
chiede l’Europa oppure non siamo più l’osservato speciale. Poi come
retorica ufficiale si usa spesso come categoria sociologica “i
fannulloni”. Se ci sono qualcuno dovrà pure verificare e in caso
sanzionare. Così di seguito ci sarà pure chi manda avanti una baracca
dopo che negli ultimi anni abbiamo dovuto assistere a continui tagli
con l’impossibilità di ottemperare-a volte- ad assolvere a normali
compiti istituzionali(mancano i soldi pure per la cancelleria). In
questa orgia di retorica nazionalista ci si dimentica di alcuni
fatti-volutamente-come della morte del funzionario della
Soprintendenza Umbra dentro la Basilica di Assisi durante il terremoto
dell’Umbria, come è passato sotto silenzio la morte del Vigile del
Fuoco di Bergamo Cavagna mentre scavava tra le macerie della città
dell’Aquila. Ma è passata lo stesso sotto silenzio l’opera di Vigili e
Lavoratori dell’Archivio di Stato dell’Aquila che appena dopo il sisma
erano li sotto la sede della Prefettura dell’Aquila a recuperare
quanto di prezioso veniva conservato in uno di quei migliaia di
Istituti dove si conserva la memoria della nostra storia. Lavoro
pubblico che come spesso avviene in questo triste paese è offeso e
vilipeso. Per concludere vorrei ricordare a me stesso ai
lettori ai campagnoli, ai bifolchi di ogni ordine e grado come la
retorica nazionalista dell’Amore per
l’Italia sia stata molto usata dal duce nei suoi fiumi di discorsi e
parole dal balcone di Piazza Venezia. Una costante della politica
italiana. Il cesarismo e il bonapartismo una tipica malattia della
politica italiana.

 

Alfonso De Amicis

Gran Sasso ecc

 

 

 

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Non so se per ingenuità o perché eternamente romantici, ma a volte non
riusciamo a comprendere la natura del dibattito circa lo sviluppo
turistico del Gran Sasso e dintorni. Risulta sempre più evidente come
l’attuale classe politica, a corto di idee e progettualità, veda ad
ogni piè sospinto una liana a cui attaccarsi. Ma le elite locali tutto
sono tranne che Tarzan: lanciandosi da un albero ad un altro rischiano
(ma rischiamo soprattutto noi e i nostri eredi) di far precipitare
ulteriormente l’attuale fase depressiva che avvolge il nostro
territorio.

Ci sono alcuni aspetti che ruotano intorno a noi e che meglio spiegano
le tendenze di fondo che spesso vogliamo evitare di considerare o di
mettere in relazione tra loro in quanto causa ed effetto delle nostre
scelte.

Lo sfruttamento generalizzato dell’intero pianeta al fine del
raggiungimento di un preteso sviluppo ha prodotto una modificazione
generale del clima, disastri ambientali e situazione
insostenibili che non siamo capaci di gestire.

E’ di questi giorni il rapporto dell’Agenzia Americana sull’Ambiente
che certifica quello che molti di noi sapevano e denunciavano
inascoltati. Ma anche di fronte a tanta evidenza, attraverso il
revisionismo politico e la costruzione forzata di un consenso
generalizzato, i governi preferiscono evitare di affrontare il
problema e men che meno intendono invertire rotta (a parte le
dichiarazioni di buoni propositi dopo qualche calamità).

Le politiche neoliberiste e neocoloniali dell’occidente capitalistico
hanno prodotto una ondata migratoria che preme alle nostre frontiere
per avere lavoro, pane e giustizia che noi stessi, con la guerra e con
le rapine economiche, abbiamo loro sottratto.

Molti dei migranti siriani sono stati costretti a lasciare le zone
interne del paese perché, oltre alla tragicità della guerra, una
siccità fuori dal comune ha di fatto piegato qualsiasi parvenza di
economia agricola di prossimità. Crisi economica e crisi ecologica si
alimentano a vicenda. Recentemente la teoria economica ha riscoperto
il concetto di “stato stazionario”.

L’economista statunitense Laurence Summers, nel novembre 2013, ha parlato di
“stagnazione secolare” in un discorso al Fondo Monetario
Internazionale, per tornare sul tema pochi mesi dopo, nel febbraio
2014, davanti agli economisti d’impresa statunitensi. In verità non si
tratta di una teoria originale ma di un revival perché di “stagnazione
secolare” aveva parlato già nel 1938 l’economista Alvin Hansen
rivolgendosi al presidente degli Stati Uniti. Le novità stanno nella
crisi sistemica mondiale del modo di produrre e nei limiti fisici che
incontra tale modo di produzione.

Ora, tornando nel nostro piccolo mondo, comunque connesso e immerso in
queste macro
contraddizioni, sorgono spontanee alcune domande:

· E’ possibile uscire dalle secche dell’economia “stazionaria”
con interventi come la
cosiddetta “metropolitana di superficie” ? (vi ricordate le fanfare che
accompagnarono l’inizio dei lavori?)

· oppure la realizzazione dello pseudo potenziamento
dell’aeroporto di Preturo che avrebbe dovuto far decollare una città
ulteriormente martoriata dal recente sisma?

Il metodo che oggi si ripropone è il dibattito sugli impianti di
risalita sul Gran Sasso che, appunto, ripercorre strade già viste poi
rivelatesi ampiamente negative sul piano socio-economico e sul piano
ambientale.

In effetti non esiste alcun segnale che indichi una volontà di
intervenire sul come ripopolare i nostri paesi pedemontani e di come
rilanciare una economia agricola silvo-pastorale e turistica che dia
veramente respiro ai giovani ed ai meno giovani in un territori tanto
bello e spettacolare quanto depresso, trascurato e spopolato.

“E’ il terremoto dell’Industrializzazione” forzata e fortemente
contraddittoria che nei vari anni ha sconvolto irrimediabilmente la
campagna povera dell’Abruzzo aquilano e tutti i problemi, nel tempo,
sono stati “risolti” con “l’esodo che si è trasformato in valanga”. Se
la società di ieri non è stata in grado, o non abbia voluto risolvere
il problema non è pensabile e giusto continuare su una strada
sbagliata ancorché cieca.
La difesa dell’ambiente, della biodiversità non è più un vezzo da
intellettuali o di sensibilità da anni ’60 ma si intreccia con un
modello di sviluppo che rompa con le politiche neoliberiste imperniate
tutte sulla logica dell’offerta senza programmazione – peraltro
recentemente invocata in un articolo dell’organo della Confindustria
-, ma soprattutto che rompa con l’utilizzo di soldi pubblici per
favorire imprenditori di opere “usa e getta”.

A ben veder siamo in presenza di uno pseudo mercatismo provinciale e straccione.
In finale vorremmo un diverso modo di gestire i soldi pubblici: con
un occhio che guardi un po’ più lontano del proprio naso e con la
mente impegnata a considerare il territorio come un bene comune .

Il cambiamento dovrebbe postarsi in una allocazione delle risorse che
abbia come momento politico la collettività piuttosto che singoli e
particolari interessi

La sensazione – e molti episodi concreti lo confermano – è che
l’ideologia dominante, con tamburi e fanfare, abbia poco da raccontare
se non mobilitare i fedelissimi per arginare
una crisi di consenso che è più carpito che reale. In un certo senso
fa specie vedere persone che, nel corso della propria storia, aveva
attinto dalla parte migliore della cultura del meridionalismo e oggi è
diventato “sabaudo” e più realista d

Pelini e Di Giovanbattista:” Canoni CASE MAP, nessuno verrà lasciato solo”

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Con delibera di Consiglio comunale n.29 del 19.03.2015, esecutiva dal 1 aprile 2015, sono stati rideterminati i canoni di locazione per Case e Map, stabilendosi di graduare i canoni sulla base del nuovo ISEE e consentendo, contestualmente, alle famiglie con ISEE inferiore alle 7mila euro di chiedere il ricalcolo a partire dal 1 agosto 2013 fino al 31 marzo 2015.

La delibera prevede canoni ‘sociali’ di 15 euro al mese per ISEE fino a 7mila euro; di 25 euro per ISEE da 7 a 10mila euro; 50 euro per redditi da 10 a 12mila euro. Pertanto, tutti i nuclei familiari in estremo disagio sociale, con ISEE fino a 7mila e a rischio sfratto per morosità, sono invitate a fornire nel più breve tempo possibile, la documentazione ISEE, negli Uffici dell’Assisenza alla Popolazione, al fine della regolarizzazione della propria posizione.

L’Amministrazione attiva ha sempre considerato il diritto all’abitare, centrale nella propria azione politica, improntata all’equità e alla giustizia sociale. Con la delibera del marzo scorso, abbiamo inteso rimarcare esattamente questo indirizzo politico: chi vive sulla propria pelle gli effetti della grave crisi economica ed umanitaria in atto, non verrà lasciato solo da questa Amministrazione.

 

Fabio Pelini

Assessore all’assistenza alla popolazione L’Aquila

Emanuela Di Giovanbattista

Assessore alle Politiche sociali L’Aquila