Acerbo:”Neofeudalesimo: PD nomina milionaria di 27 anni presidente del Teatro Stabile d’Abruzzo ‪”

ACER

 

 

 

 

 

 

 

 

La nomina della giovane ereditiera di 27 anni Nathalie Dompé alla presidenza di un’istituzione culturale pubblica importante come il TSA suona come un’offesa a milioni di coetanei che non sono “figli di” e si barcamenano tra disoccupazione e lavori precari.
Nessun pregiudizio nei confronti della nominata che probabilmente avrà condotto brillanti studi e avuto occasione anche di fare esperienze lavorative di alto livello ma è forte la sensazione che più del curriculum conti il cognome.
Anche da queste cose si nota la mutazione genetica del PD che ormai è il partito della Confindustria, si sarebbe detto un tempo dei “padroni”.
E’ evidente che le brillanti menti del PD abruzzese vogliono ingraziarsi un importante gruppo industriale farmaceutico che opera a L’Aquila ma appare quantomeno feudale che lo facciano usando la presidenza del Teatro Stabile.
Benissimo che quel gruppo faccia assunzioni in Abruzzo ma a tal fine probabilmente beneficia anche di fondi pubblici e davvero appare eccessivamente spregiudicata questa captatio benevolentiae.
E’ vero che altrove i miliardari presiedono teatri, musei, fondazioni culturali ma lo fanno perché li finanziano loro. Il Teatro Stabile invece è finanziato con denaro pubblico.
Nulla dunque contro la Dompè che siamo certi non abbia particolare bisogno di questa carica né l’abbia ricercata ma esprimiamo forte dissenso per la scelta della Giunta Regionale.
P.S.: la nomina spettava alla Giunta Regionale su proposta dell’assessore alla cultura che nel caso abruzzese è lo stesso presidente Luciano D’Alfonso.
La senatrice Pezzopane pare sia l’ispiratrice di questa scelta “innovativa”.
“Una bella notizia. Ottima scelta. Conosco da tempo Nathalie e ne ho sempre apprezzato le grandi qualità umane e professionali. Ha tutte le carte in regola per contribuire al rilancio del nostro teatro, sia per le sue competenze specifiche, sia per l’esperienza maturata all’interno di un grande gruppo industriale, che non potrà che giovare al futuro dell’Ente”.
Amen

 

Maurizio Acerbo

Intervista a Daniele Milani:”La mia petizione per la trasparenza e per conoscere i programmi futuri del Tsa”

milani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

a cura di JG

 

1) Daniele quali sono state le tue esperienze nel mondo del teatro e della cultura?

Credo che in questa storia non sia importante parlare di me, ma visto che me lo chiede, posso dire che lavoro professionalmente nel teatro italiano dal 2002. Ho studiato tanto, ho una laurea, un diploma in una delle più importanti accademie d’arte drammatica italiane e un master in scrittura per il cinema, con qualifica di uditore, conseguito in una nota università privata. Ho scritto qualche libro, prodotto qualche spettacolo e tenuto docenze a contratto in qualche ente prestigioso del paese.

2) Cosa pensi della nomina di Nathalie Dompe a presidente del Tsa?

Iniziamo a sgombrare il campo da possibili fraintendimenti, l’iniziativa che ho lanciato non è un referendum pro o contro la Dompé come qualcuno vorrebbe far credere. Mi interessa pochissimo parlare della persona e ancora meno dell’azienda. Noi chiediamo all’ente pubblico di fare chiarezza su due punti: i criteri che hanno portato a questa nomina e i programmi che il neo Presidente intende portare avanti. Trattandosi di teatro pubblico non si possono tollerare ambiguità, il progetto deve essere ad esclusivo vantaggio dei cittadini abruzzesi e deve essere trasparente, in caso contrario le finalità istituzionali dell’ente potrebbero risultare gravemente distorte.

3) Qual è la ragione principale che ti ha spinto alla petizione per chiedere chiarimenti sulla sua nomina?

Le informazioni confuse e contraddittorie che ho letto sui giornali ma che mi sembrava difficile attribuire a cronisti frettolosi. Ancora adesso nei comunicati si continuano a confondere in maniera inaccettabile il ruolo di Presidente manager e quello di Presidente imprenditore, ma si tratta di figure profondamente diverse tra loro, che avrebbero ripercussioni molto diverse sull’ente e che, in ognuno dei casi, ai cittadini vanno spiegate. A questo aggiungo che si continua a ripetere con allarmante superficialità che il nuovo presidente favorirà l’ingresso di capitali privati. Si tratta di un argomento di enorme portata per un teatro pubblico, dibattuto a livello nazionale da vent’anni per le ripercussioni che avrebbe sulla vita dell’ente, un’operazione simile solleverebbe questioni culturali, etiche e politiche all’interno delle quali non è mio compito entrare ma sulle quali è obbligatorio fare chiarezza. L’ente vuole avviare tale enorme trasformazione? Va bene, ma deve farlo alla luce del sole, informando i cittadini delle modalità di arrivo e di quelle di gestione di questi capitali, anche perché non tutte le operazioni potrebbero essere consentite e non tutte farebbero gli interessi della collettività.

4) Quanto una nomina può essere utile per attrarre capitale privato?

Dipende tutto da che gioco si vuol fare. La vera domanda da porsi credo sia: che tipo di capitale privato vuole attrarre il Teatro Stabile d’Abruzzo?
Esistono fondamentalmente tre canali per indurre i privati ad investire in un ente simile, io mi guardo bene da spiegare ai cittadini quali siano perché credo sia dovere dell’ente spiegare quale di questi ha scelto e per quali ragioni, non trova? Sono certo però che si tratta di tre strade profondamente diverse tra loro, che percorrerle tutte contemporaneamente e all’improvviso rasenterebbe quasi certamente il ridicolo e che ognuna di queste, se percorsa in maniera corretta, comporta obblighi, percorsi e ripercussioni di grande importanza sulla vita del teatro, un altro fondamentale motivo per pretendere trasparenza nell’interesse pubblico.

5) è accettabile che la presidenza di una importante istituzione culturale sia attribuita in base alla sola speranza di attrarre capitale privato?

Certamente no. Anche in caso di arrivo di capitale privato un teatro pubblico è obbligato a mantenere come primo compito istituzionale la diffusione della cultura, non la realizzazione di profitto. Se iniziassimo a mettere in discussione questo principio le competenze diventerebbero come minimo ministeriali, altro che presidenza dello stabile d’Abruzzo. Ma ripeto che questi fondamentali paletti stabiliti dalla legge dovrebbe essere l’ente a spiegarli ai cittadini, non io. Io sto cercando precisamente di convincerli che fare questo è un loro dovere. Resto però sempre disponibile per un confronto pubblico sull’argomento se questo può arricchire il dibattito.

6) Quanto i tagli alla cultura operati in questi anni incidono in scelte come la nomina della Dompe’?

Mi sembra un’ottima domanda ma rivolta alla persona sbagliata. Quali siano i criteri che hanno portato a questa nomina io non riesco proprio a capirlo, per questo ho scritto la petizione. Credo però che potrebbe essere molto interessante rivolgerla a chi quella nomina l’ha fatta, quindi per competenza derivante dallo statuto, a intuito direi a qualcuno che sta ai vertici della Regione.

7) C’è meritocrazia nel mondo delle istituzioni culturali italiane?

Beh… a occhio direi che la situazione è migliorabile, non trova anche lei? Poi ovvio, ci sono sempre le eccezioni.

8) Qualcuno dice che i ricchi essendo dispensati dalla fatica possono dedicarsi alla gestione dell’interesse pubblico. Davvero il teatro Italiano è costretto alla filantropia per salvarsi?

Mi sembra una visione della ricchezza preistorica. Per motivi di lavoro ho incrociato qualche ricco imprenditore nella vita e le assicuro che nessuno di questi mi ha dato l’impressione di non sapere come impiegare la giornata, anzi. I migliori tra loro erano persone molto serie e molto impegnate nel dirigere le loro aziende in un mercato sempre più complesso e competitivo. Poi ci sarebbero gli esempi peggiori, ma non stiamo qui a sottilizzare.
Un punto fondamentale invece è che nel libero mercato il principio di “filantropia” inteso come donazione di capitali in forma del tutto disinteressata, non esiste! Ribadisco il concetto, in economia il principio del disinteresse non esiste! Anche l’azienda più seria del mondo quando investe capitali lo fa sempre per ottenere un risultato, un principio né giusto né sbagliato, semplicemente funziona così. Stabilito questo però, non crede che se un’azienda qualsiasi fosse intenzionata ad investire capitali in in teatro pubblico, fra l’altro proveniente da una storia che non permette di annoverarlo tra gli esempi di efficienza, sarebbe doveroso che questa azienda spiegasse con quale finalità è intenzionata ad investire e cosa vuole ottenere in cambio?
Le faccio l’esempio più banale che mi viene in mente. Esistono le sponsorizzazioni. Io azienda investo soldi nella creazione di eventi per ricavarne pubblicità. Non lo faccio né perché sono buono, né perché sono cattivo ma semplicemente perché, è risaputo, la buona pubblicità aumenta il fatturato.
La mia petizione pretende chiarezza su tutto questo, ad esempio, per scongiurare l’ipotesi che un eventuale intervento privato, legittimo ma certamente non disinteressato, possa essere comunicato ai cittadini per qualcosa che in realtà non è.

9) Sei determinato ad avere un chiarimento? Quali sono le prossime azioni che hai in mente?

La petizione è in attesa di risposte pubbliche e riscontrabili. Le 226 persone che l’hanno sottoscritta hanno diritto alla trasparenza da parte dell’ente pubblico e io considero mio dovere proseguire questa azione fino a quando i dubbi non saranno chiariti del tutto. Se tra qualche giorno non avremo ricevuto risposte o se non fossero del tutto esaustive, scriverò prima di tutto all’assessore alla cultura della città dell’Aquila per chiedergli di ricordare all’ente pubblico che la trasparenza non è un valore negoziabile. Se anche questa richiesta non dovesse trovare risposte scriverò al Ministero ponendo sempre e solo le stesse domande. In quel caso però, la situazione rischierebbe di aggravarsi dal momento che, a quanto mi risulta, l’attuale regolamento obbliga i teatri come lo Stabile D’Abruzzo alla progettualità e alla trasparenza per continuare a ricevere contributi pubblici.

Acerbo:”Eleggere subito Garante dei detenuti, candidatura Rita Bernardini al di sopra schieramenti”

acerbo re

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In qualità di presentatori e sostenitori nella precedente legislatura regionale della legge istitutiva del Garante delle persone sottoposte a misure di restrizione della libertà personale facciamo presente che la nostra Regione e’ indietro di anni su questo piano.
Proprio questa consapevolezza spinse settori dell’allora maggioranza a sottoscrivere una proposta che veniva da Rifondazione Comunista e che alla fine fu approvata sostanzialmente all’unanimità.
Ora, dopo ulteriori ritardi nell’attuazione della legge del 2011, ci sono tutte le condizioni per procedere e non possiamo che rivolgerci all’intero Consiglio Regionale invitando alla convergenza che travalica tutti gli schieramenti.
La candidatura autorevolissima di Rita Bernardini per esperienza e competenza dovrebbe mettere d’accordo tutti i gruppi e i consiglieri in quanto è indubitabile che siamo di fronte a una delle persone che più si sono occupate della condizione carceraria e delle problematiche relative a livello nazionale negli ultimi decenni.
Con tutto il rispetto per gli altri curricula presentati crediamo che un esame onesto non può che concludersi con la considerazione che quella della Bernardini e’ la candidatura che più soddisfa i requisiti richiesti.
Lo spirito della legge istitutiva e’ stato quello di sottrarre la nomina alle spartizioni partitocratiche e per questo ha previsto la maggioranza qualificata e il coinvolgimento delle opposizioni.
Certo ogni consigliere ha tra i candidati persone che stima – anche noi ne conosciamo e stimiamo più di uno – ma la candidatura di Rita Bernardini aiuta a trovare una soluzione condivisa da tutti per l’assoluta autorevolezza in materia che non implica la condivisione di tutte le altre opinioni e posizioni che la stessa esprime nella sua militanza politica come qualsiasi libero cittadino.
Per questo invitiamo non solo centrosinistra e centrodestra ma anche e soprattutto il M5S a sostenerla visto che l’esame va fatto sul curriculum come da loro sempre sostenuto.
Chi si dichiara contrario alla candidatura di Rita Bernardini dovrebbe spiegarne le ragioni entrando nel merito delle competenze, anche perché costituisce un’opportunità per l’Abruzzo potersi avvalere di una figura di altissimo livello che sarebbe di grande supporto non solo per detenuti, agenti di polizia penitenziaria e operatori della giustizia ma anche per la politica e le istituzioni regionali.
Non siamo certo tra i sostenitori del Presidente D’Alfonso ma ci fa piacere che abbia espresso sostegno verso questa candidatura. Lo hanno fatto anche esponenti del centrodestra votandola nel primo scrutinio. Auspichiamo che nella prossima votazione si realizzi la più larga convergenza.

 

 

Maurizio Acerbo, ex-consigliere regionale
Riccardo Chiavaroli, ex-consigliere regionale

Pelini:”Anche le mamme single con figli e i cittadini che abbiano case inagibili in altri Comuni del cratere potranno avere un alloggio nei progetti Case”

fabio_pelini

 

 

 

 

 

 

 

 

dal profilo fb di Fabio Pelini

 

Anche le mamme single con figli e i cittadini che abbiano case inagibili in altri Comuni del cratere potranno avere un alloggio nei progetti Case dell’Aquila: una svolta per andare incontro ai mutamenti delle vita degli aquilani a sette anni dal terremoto. Nei prossimi giorni l’avviso pubblico.

 

Lettera aperta alla Presidente del Tsa

milani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gentile neo Presidente del Teatro Stabile d’Abruzzo Nathalie Dompé (e p.c. altre autorità del territorio responsabili della sua nomina),

sono un autore e regista di teatro nato a l’Aquila e da diversi anni trasferito a Milano per opportunità di lavoro che ha a cuore le sorti culturali della propria città natale.
Mi trovo costretto, per esclusivo e disinteressato senso civico, per amore della cultura e per qualche competenza in materia di spettacolo, a chiederle con forza di fugare alcune pesanti ombre che gravano sulla sua nomina.

Ho ragione di credere infatti che le procedure che l’hanno resa possibile non siano trasparenti, non siano meritocratiche e non siano di buon auspicio per il futuro dell’ente.
Non essendo la mia richiesta un attacco personale contro di lei ma un onesto atto di impegno civile, sarò lieto se saprà fugare pubblicamente i dubbi che sto per esporle e le augurerò con piacere buon lavoro.

Mi sembra doveroso da parte sua illustrare con inoppugnabile chiarezza le motivazioni che l’hanno portata ad assumere il ruolo di maggior controllo di un ente che, al momento, è gestito esclusivamente con denaro pubblico.

Ho ragione di credere che la presidenza di un ente culturale pubblico possa essere assunta solo in base a due principi: o i comprovati meriti conquistati sul campo nel settore specifico o una reale e dimostrabile capacità di influenzare positivamente le sorti dello stesso sulla base di un programma trasparente e a disposizione dei cittadini.

Mi permetta di dirle, senza nessun intento denigratorio ma con molta franchezza, che mi sembra impossibile attribuirle comprovati meriti nel settore culturale e che volerlo sostenere rischierebbe addirittura di suscitare una certa ilarità.
Il suo pregevolissimo curriculum, a quanto ci è dato sapere fino a questo momento, vanta studi in prestigiose università private e alcuni non ben specificati corsi di teatro all’estero ma, come mi auguro lei sappia, qui in Italia, almeno da quindici anni ormai, aver conseguito una laurea a pieni voti e aver approfondito la propria preparazione con ammirevole dedizione, non garantisce più l’accesso a ruoli di prestigio per milioni di suoi coetanei altrettanto preparati ma provenienti da posizioni sociali meno fortunate. Non credo proprio quindi che quanto comunicato fino a oggi ai cittadini possa soddisfare tali criteri per attribuirle tale ruolo in un ente pubblico.

Per quanto riguarda la sua eventuale capacità di influenzare positivamente le sorti dell’ente invece, ho letto con grande interesse che la sua nomina servirebbe a favorire l’ingresso di capitale privato nelle casse dello stesso vista la nota difficoltà nel reperimento di fondi in questo momento storico.
Trattandosi di un argomento che solleva un’infinità di questioni culturali, etiche e politiche delle quali si discute animatamente a livello nazionale almeno da un ventennio e nelle quali non mi addentro per non rischiare di disperdermi, mi sembra indispensabile, come minimo, che l’operazione, se realmente in atto, venga condotta in maniera trasparente, sensata e a beneficio dell’ente e dei cittadini della regione.

Come lei sa molto meglio di me Presidente, il libero mercato è basato sul principio che il controllo delle organizzazioni, si compri. Se un imprenditore desidera ottenere il controllo di una determinata struttura, prima rischia il proprio capitale investendolo e poi ne ottiene il controllo, NON l’esatto opposto, come mi pare stia accadendo in questo caso.
Augurandole di poter chiarire in maniera incontrovertibile la validità della sua strategia su tale argomento la esorto, con tutte le mie forze e in nome dei più alti valori civili che tengono in piedi una Repubblica, ad informare i cittadini aquilani e abruzzesi, prima di tutto, circa l’ammontare del capitale che il gruppo al quale fa riferimento è disposto a investire nelle attività dell’ente e in secondo luogo, quali siano gli obiettivi che intende raggiungere, con quali modalità e in quali tempi.

La esorto inoltre a chiarire in maniera inoppugnabile un altro argomento apparso sulla stampa in maniera molto confusa e onestamente inaccettabile. Leggendo i giornali si potrebbe essere portati a credere anche che lei non sia stata coinvolta in qualità di imprenditore in possesso di un suo capitale, ma in qualità di manager capace di reperire sul mercato fondi a disposizione solo di una non meglio specificata élite culturale e/o imprenditoriale.
Se così fosse, sarebbe suo dovere fare chiarezza su alcuni punti essenziali.

Mi sembra impossibile smentire che al mondo esistano solo due tipologie di risorse economiche: i fondi pubblici e quelli privati.
Per quanto riguarda i fondi pubblici, è noto che questi non debbano essere disponibili in base all’appartenenza ad una qualsivoglia élite, ma in base ad una trasparente e riscontrabile progettualità. Mi aspetto quindi che in questo caso sarà addirittura un vanto, per lei e per l’ente tutto, rendere pubblico tale progetto e smentire, anche a tutela della sua onorabilità, che l’attribuzione di eventuali nuovi fondi pubblici possa essere riconducibile ad una sua capacità di influenza che potrebbe, nel peggiore dei casi, rappresentare anche un reato.

Per quanto riguarda il capitale privato invece, la strada mi sembra piuttosto contorta e impraticabile sulla base della presente obiezione: come potrebbe un capitalista come lei, che conosce in maniera approfondita le leggi che regolano il mercato, chiedere ad altri capitalisti come lei, di investire risorse in una determinata attività se non fosse disposta ad investire in prima persona?

Anche in questo caso sarò felice di ricredermi se saprà dimostrare una mia lacuna, ma sono convinto che una strategia del genere andrebbe contro le più elementari leggi dell’economia. Il capitale privato investe e rischia in prima persona, non rischia altro capitale privato se non in presenza di alcune rare eccezioni che vado ad esporle:
Lei potrebbe voler essere la capofila di una cordata di imprenditori, pregevolissima impresa che sarei felice di veder nascere nella mia città, ma ancora una volta, in questo caso il suo primo obbligo sarebbe quello di comunicare l’entità del suo investimento in prima persona per poter coinvolgere anche altri.

L’ultima possibilità infine è che lei rappresenti un qualche misterioso fondo filantropico privato disposto a mettere in gioco capitali solo con la garanzia che il controllo di tali fondi sia affidato a lei in prima persona. La mia quindicinale esperienza nel settore mi porta a credere che tale suggestiva ipotesi somigli parecchio a quella dell’esistenza di Babbo Natale, ma anche in questo caso, se lei sarà in grado di smentirmi con prove riscontrabili io sarò lieto di porgerle le mie scuse e augurarle buon lavoro.
Se esistesse un tale fondo privato e se le persone ad esso collegate fossero a tal punto mosse da nobiltà d’animo da non voler comparire in prima persona, posso assicurarle che sarebbe sufficiente comunicare l’ammontare della cifra che vogliono metterle a disposizione e la strategia attraverso la quale intendono perseguire obiettivi rivolti al benessere culturale dei cittadini abruzzesi per ottenere un largo, sincero e trasversale apprezzamento.

Esistono altre possibilità? Sono profondamente convinto di no, ma ancora una volta, sarà un piacere essere smentito da lei dietro la presentazione di prove riscontrabili.

Un’ultima considerazione: Esprimo le mie esortazioni senza voler perseguire alcuno scopo personale e senza voler nuocere a lei personalmente. Il mio obiettivo è, ormai da anni, quello di convincere la politica locale a smetterla di considerare le istituzioni culturali pubbliche come oggetti nella disponibilità personale di chi viene eletto per rappresentare il Popolo e restituirle in maniera inequivocabile ai cittadini che ne sono i soli reali proprietari legittimi.

Per non rischiare che questa lettera possa apparire come un tentativo di ottenere visibilità a livello personale, argomento assolutamente falso, non mi dilungo nell’esporle le mie competenze riguardo gli argomenti in questione, ma nel caso avesse bisogno di tali riscontri per poter formulare una risposta sarò a sua disposizione. La invito a pensare tuttavia che la risposta a questa lettera lei non la deve a me che ormai vivo, anche felicemente, lontano dal territorio, ma la deve ad una popolazione, prima di tutto aquilana e in secondo luogo abruzzese, gravemente segnata dai tragici eventi degli ultimi anni e che può e deve poter vedere nella cultura pubblica un’opportunità di rinascita e di fertile condivisione, non un territorio di conquista per interessi personali.
Voglio precisare infine che, per tutti questi motivi, non considero i criteri che hanno portato alla nomina di chi l’ha preceduta diversi da quanto esposto in questa lettera e che, proprio perché considerò fallimentare il lavoro fin qui svolto, sono convinto che solo cambiando profondamente i criteri di selezione della classe dirigente sia possibile risolvere la grave crisi che attraversa le istituzioni culturali della regione.

Invitando quanti vorranno unirsi a questa richiesta di chiarimenti a sottoscrivere la petizione e a diffonderla il più possibile in nome dell’interesse pubblico e auspicando una sua risposta ai cittadini

le invio distinti saluti

 

Daniele Milani

 

il link della petizione:https://www.change.org/p/neo-presidente-teatro-stabile-d-abruzzo-nathalie-domp%C3%A9-consiglieri-di-amministrazione-teatro-stabile-d-abruzzo-direttore-teatro-stabile-d-abruzzo-alessandro-d-alatri-assessore-alla-trasperenza-d-chiarimenti-pubblici-su-nomina-presidente-teatro-s?tk=qNsj3gXVF4IANfjlx0p6CpdmP9KM-KVqLR7zBFbaeSs&utm_medium=email&utm_source=signature_receipt&utm_campaign=new_signature

De Amicis:” I ricchi Essendo dispensati dalla fatica grazie alla loro posizione sociale, possono quindi dedicarsi alle decisioni pubbliche”

Nathalie Dompe
Nathalie Dompe

Il TSA dovrebbe avere nel giro di pochi giorni, il nuovo presidente.
Sara Nahalie Dompè figlia del proprietario dell’omonimo colosso
farmaceutico. Come da miglior tradizione del capitalismo italiano lei
a 28 anni è già responsabile della Corporate Social Responsability
dell’azienda di famiglia. Laureata alla Bocconi, quindi pronta ad
assumere gli incarichi dovuti. Noto che la tradizione italica è dura a
morire. Nel capitalismo che conta e decide, nel capitalismo che assume
le posizioni geostrategiche, le corporations assumono un destino
separato dalle questioni familiari. Affari e famiglie sono e
rappresentano due piani distinti. Il capitalismo familistico italico è
un po come la tradizionale della famiglia italica. Ma la vicenda
nostrana mostra, qualora ce ne fosse bisogno, un affresco pittoreo
tardo ottocentesco della società di inzio secolo. Non è un ritorno al
passato, ma il dispiegarsi del vento della modernità. Oggi i ricchi,
agiscono e fanno quello che raccontavano Dikens o Leopardi. Essendo
dispensati dalla fatica grazie alla loro posizione sociale, possono
quindi dedicarsi alle decisioni pubbliche, al divertimento, alla
filantropia, alla funzionalità sociale della cultura e del sapere.
Nella politica come nelle attività sociale si è ristabilita negli
ultimi anni una gerarchia di censo che appunto ricorda le società del
primo avventuroso capitalismo. Ma non è un ritorno al passato. E’ la
modernità che spira con un vento che induce ad andare avanti senza
porsi domande di nessun genere. Infatti molti guardano alla notizia
come gossip altri come tendenza che vede i privati sempre più presenti
nelle varie attività, ma nessuno che avanzi delle analisi sul
dispiegarsi delle attività umane sempre più mercificate con modelli e
stili sempre più omologanti.

Alfonso De Amicis

Vajont

De Amicis A.
De Amicis A.

Il 9 ottobre è passato da pochi giorni e il 52 anniversario della
strage del Vajont è stata pressoché assente dalle cronache dei
giornali e dei media in generale. Passato il cinquantennale “il
silenzio ha ricoperto ciò che era stato già sepolto dal fango. Fango
materiale, ma anche morale e politico.” Oggi come allora lo stato e la
scienza fanno muro alla grandi opere. Qualora ce ne fosse bisogno
quello che avevamo appurato qualche anno fa, oggi ritorna verità. La
scienza non è neutra e come spesso avviene si sottopone alle verità di
rito del potere di nuovo conio. Ai tempi del Vajont Giorgio Dal Piaz
il luminare della Geologia Italiana diede “rigore scientifico al
progetto della diga del Vajont” ed oggi sono in molti nel ritenere
irrelevante la produzione di 300.000 metri cubi di detriti contenenti
amianto, previsti per la perforazione del tunnel del Val di Susa. E,
come allora, si usano i tribunali per far tacere i dissensi. L’altro
giorno Rai Movie ha rimandato il film “La Diga del Disonore” di Renzo
Martinelli; Attonito guardi le sequenze e nel bel mezzo di una scena
arrivano i carabinieri, consegnano l’atto giudiziario alla
giornalista Tina Merlin e scandiscono parole
inequivocabili:”diffusione di notizie false e tendenziose”. Il Film è
incalzante ti coinvolge sempre di più fino alle rerribili scene
finali….. “il tecnico di Longarone telefona al progettista, è
allarmato :” Ingegnere la Montagna viene giù, forse è il caso di
abbassare il livello dell’acqua: – non ti preoccupare è tutto sotto
controllo”. Come a L’Aquila, tutto sotto controllo. La Scienza non può
prevedere i Terremoti; Ma come non si possono prevedere non si possono
escludere. Il buon senso applicherebbe il principio della precauzione,
un punto di domanda di fronte a qualsiasi grande evento. Poi la
strage. E mentre i sopravvisuti scavavano nel fango l’allora
presidente del Consiglio promise giustizia e aiuti. Nulla sarà
intentato, funerali di Stato tra il fango della Valle. Funerali di
Stato nel Piazzale della Caserma della Guardia di Finanza. E tuttavia
come se la storia si svolgesse in un perenne divenire L’avvocato Leone
scaduto il suo mandato di Governo e riassunta la funzione naturale di
avvocato senza colpo ferire assunse la difesa dell’Enel. Pare che sia
stato lui a scovare, nel codice civile, il cavillo della
“commorienza”. Un cavillo per cui se muoiono contemporaneamente i
nonni e i genitori, i nipoti perdono ogni DIRITTO ai risarcimenti.
Grazie alla “”Commorienza” Leone riusci a far risparmiare all’Enel
diversi soldini destinati a risarcimenti per gli orfani del Vajont.
Più di recente per diversi disastri ambientali che vedevano coinvolti
i vertici di grandi gruppi industriali o importanti uomini di stato
sisono avvalsi dei migliori legali sulla piazza, ebbene essi ne sono
sempre usciti, miracolosamente assolti. In questo senso L’Aquila pare
doppiamente colpevole. “Colpevole” perché in questa città si tenne il
Processo del Vajont con l’esito che sappiamo, e colpevole perché non
abbiamo saputo far rispettare quel principio di precauzione che
avrebbe potuto salvare centinaia di vite umane. Questa scomada verità
che sarebbe dovuta ricadere sulle teste di chi si arroga vangeli
costituiti e poteri immutabili si è rovesciata nel suo contrario. I
colpevoli siamo sempre noi, gli ultimi non saranno mai primi. Neanche
nel Regno Dei Cieli, per chi ci crede. Nel Veneto di allora col
pretesto della strage l’allora classe politica finanziò massiccamente
la ricostruzione con una impressionante iniezione di denaro pubblico.
Denaro, fiumi di denaro che fù reiterato dieci anni dopo con il
terremoto del Friuli, esso fece da volano al famoso miracolo del
Nord-Est. Noi siamo statti davvero “sfortunati”. Dentro una crisi
generale di democrazia e di ricatti finanziari ed economici per noi
niente MIRACOLI e niente GIUSTIZIA.

Alfonso De Amicis

Legge di Stabilità ieri finanziaria

idea

 

 

 

 

 

 

 

 

Legge di Stabilità ieri finanziaria

 

Non ho la penna tagliente di Ceccarelli il quale sulle pagine della
“Repubblica” ironizza ferocemente sulla fatica del “piccolo premier di
Pontassieve” e tuttavia:
La Germania taglia le previsioni di crescita per il 2015 e il 2016,
la FED informa gli americani che la crescita del loro paese sarà
deludente. Aggiungo che la Cina rallenta vistosamente e che alcuni
paesi emergenti sono quasi in recessione. In tuttu questo
guazzabuglio moderno il guitto toscano promette che l’Italia si
attesterà a livelli di crescita che furono all’origine del’ boom
ecconomico grazie soprattutto alle sue riforme. Insomma mentre tutti
rallentano il nostro paese che non ha più una grande industria degna
di questo nome crescerà a ritmi cinesi.
Qualcosa non quadra. Abbiamo di nuovo presidente del Consiglio che
moltiplica pane e pesci.

 

Alfonso De Amicis

Gran Sasso

alfons

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Imponente manifestazione nazionale a favore del Parco Gran Sasso e Monti della Laga e contro qualsiasi cementificazione. Più di 10000 persone si sono date appuntamento sotto la sede del Ministero dell’Ambiente per rivendicare l’integrità di un’ambiente montano più unico che raro. Presenti delegazioni dall’Italia e dal mondo. Particolare attenzione hanno avuto le delegazioni della Bolivia e dell’Ecuador che hanno ribadito la necessità di un rinnovato rapporto tra la “La Madre Terra” e lo spirito nuovo che pervade i nuovi movimenti. Nel l’intervento conclusivo un vecchio contadino – pastore ha ricordato come le politiche imperniato su una crescita in finta cozza su limiti del pianeta e non produce occupazione duratura e di qualità. Giovanni Cialone a nome di tutti ha pronunciato poche parole, giuste e sacrosante: siamo sulla strada giusta. Vivo rammarico per chi mancava ma soprattutto per gli innovatori dell’ultima ora.
IL COMITATO SCIENTIFICO 2914

Prc L’Aquila: Solidarietà a Giulio Petrilli

prc

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Senza entrare nel merito della vicenda processuale che vede protagonista Giulio Petrilli sulla stabilizzazione di alcuni lavoratori precari dell’Aret, fatte ai tempi in cui era direttore dell’ente, e al netto di percorsi politici ormai distanti, non posso non manifestare la nostra solidarietà e vicinanza a Giulio nella speranza che tutto si risolva presto nel migliore dei modi. Petrilli, come dimostrano le sue battaglie sull’ingiusta detenzione e sulla condizione dei detenuti, ha già pagato duramente sulla pelle il prezzo delle sue scelte.


Goffredo Juchich
Segretario Comunale Prc L’Aquila