Acerbo:”Neofeudalesimo: PD nomina milionaria di 27 anni presidente del Teatro Stabile d’Abruzzo ‪”

ACER

 

 

 

 

 

 

 

 

La nomina della giovane ereditiera di 27 anni Nathalie Dompé alla presidenza di un’istituzione culturale pubblica importante come il TSA suona come un’offesa a milioni di coetanei che non sono “figli di” e si barcamenano tra disoccupazione e lavori precari.
Nessun pregiudizio nei confronti della nominata che probabilmente avrà condotto brillanti studi e avuto occasione anche di fare esperienze lavorative di alto livello ma è forte la sensazione che più del curriculum conti il cognome.
Anche da queste cose si nota la mutazione genetica del PD che ormai è il partito della Confindustria, si sarebbe detto un tempo dei “padroni”.
E’ evidente che le brillanti menti del PD abruzzese vogliono ingraziarsi un importante gruppo industriale farmaceutico che opera a L’Aquila ma appare quantomeno feudale che lo facciano usando la presidenza del Teatro Stabile.
Benissimo che quel gruppo faccia assunzioni in Abruzzo ma a tal fine probabilmente beneficia anche di fondi pubblici e davvero appare eccessivamente spregiudicata questa captatio benevolentiae.
E’ vero che altrove i miliardari presiedono teatri, musei, fondazioni culturali ma lo fanno perché li finanziano loro. Il Teatro Stabile invece è finanziato con denaro pubblico.
Nulla dunque contro la Dompè che siamo certi non abbia particolare bisogno di questa carica né l’abbia ricercata ma esprimiamo forte dissenso per la scelta della Giunta Regionale.
P.S.: la nomina spettava alla Giunta Regionale su proposta dell’assessore alla cultura che nel caso abruzzese è lo stesso presidente Luciano D’Alfonso.
La senatrice Pezzopane pare sia l’ispiratrice di questa scelta “innovativa”.
“Una bella notizia. Ottima scelta. Conosco da tempo Nathalie e ne ho sempre apprezzato le grandi qualità umane e professionali. Ha tutte le carte in regola per contribuire al rilancio del nostro teatro, sia per le sue competenze specifiche, sia per l’esperienza maturata all’interno di un grande gruppo industriale, che non potrà che giovare al futuro dell’Ente”.
Amen

 

Maurizio Acerbo