Vajont

De Amicis A.
De Amicis A.

Il 9 ottobre è passato da pochi giorni e il 52 anniversario della
strage del Vajont è stata pressoché assente dalle cronache dei
giornali e dei media in generale. Passato il cinquantennale “il
silenzio ha ricoperto ciò che era stato già sepolto dal fango. Fango
materiale, ma anche morale e politico.” Oggi come allora lo stato e la
scienza fanno muro alla grandi opere. Qualora ce ne fosse bisogno
quello che avevamo appurato qualche anno fa, oggi ritorna verità. La
scienza non è neutra e come spesso avviene si sottopone alle verità di
rito del potere di nuovo conio. Ai tempi del Vajont Giorgio Dal Piaz
il luminare della Geologia Italiana diede “rigore scientifico al
progetto della diga del Vajont” ed oggi sono in molti nel ritenere
irrelevante la produzione di 300.000 metri cubi di detriti contenenti
amianto, previsti per la perforazione del tunnel del Val di Susa. E,
come allora, si usano i tribunali per far tacere i dissensi. L’altro
giorno Rai Movie ha rimandato il film “La Diga del Disonore” di Renzo
Martinelli; Attonito guardi le sequenze e nel bel mezzo di una scena
arrivano i carabinieri, consegnano l’atto giudiziario alla
giornalista Tina Merlin e scandiscono parole
inequivocabili:”diffusione di notizie false e tendenziose”. Il Film è
incalzante ti coinvolge sempre di più fino alle rerribili scene
finali….. “il tecnico di Longarone telefona al progettista, è
allarmato :” Ingegnere la Montagna viene giù, forse è il caso di
abbassare il livello dell’acqua: – non ti preoccupare è tutto sotto
controllo”. Come a L’Aquila, tutto sotto controllo. La Scienza non può
prevedere i Terremoti; Ma come non si possono prevedere non si possono
escludere. Il buon senso applicherebbe il principio della precauzione,
un punto di domanda di fronte a qualsiasi grande evento. Poi la
strage. E mentre i sopravvisuti scavavano nel fango l’allora
presidente del Consiglio promise giustizia e aiuti. Nulla sarà
intentato, funerali di Stato tra il fango della Valle. Funerali di
Stato nel Piazzale della Caserma della Guardia di Finanza. E tuttavia
come se la storia si svolgesse in un perenne divenire L’avvocato Leone
scaduto il suo mandato di Governo e riassunta la funzione naturale di
avvocato senza colpo ferire assunse la difesa dell’Enel. Pare che sia
stato lui a scovare, nel codice civile, il cavillo della
“commorienza”. Un cavillo per cui se muoiono contemporaneamente i
nonni e i genitori, i nipoti perdono ogni DIRITTO ai risarcimenti.
Grazie alla “”Commorienza” Leone riusci a far risparmiare all’Enel
diversi soldini destinati a risarcimenti per gli orfani del Vajont.
Più di recente per diversi disastri ambientali che vedevano coinvolti
i vertici di grandi gruppi industriali o importanti uomini di stato
sisono avvalsi dei migliori legali sulla piazza, ebbene essi ne sono
sempre usciti, miracolosamente assolti. In questo senso L’Aquila pare
doppiamente colpevole. “Colpevole” perché in questa città si tenne il
Processo del Vajont con l’esito che sappiamo, e colpevole perché non
abbiamo saputo far rispettare quel principio di precauzione che
avrebbe potuto salvare centinaia di vite umane. Questa scomada verità
che sarebbe dovuta ricadere sulle teste di chi si arroga vangeli
costituiti e poteri immutabili si è rovesciata nel suo contrario. I
colpevoli siamo sempre noi, gli ultimi non saranno mai primi. Neanche
nel Regno Dei Cieli, per chi ci crede. Nel Veneto di allora col
pretesto della strage l’allora classe politica finanziò massiccamente
la ricostruzione con una impressionante iniezione di denaro pubblico.
Denaro, fiumi di denaro che fù reiterato dieci anni dopo con il
terremoto del Friuli, esso fece da volano al famoso miracolo del
Nord-Est. Noi siamo statti davvero “sfortunati”. Dentro una crisi
generale di democrazia e di ricatti finanziari ed economici per noi
niente MIRACOLI e niente GIUSTIZIA.

Alfonso De Amicis