Perilli :” Tutti a Campo Imperatore il 3 maggio 2014, contro la distruzione della montagna!”

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Sto organizzando, con tutte le principali Associazioni per la tutela dell’ambiente in Abruzzo, un evento per proporre alternative valide e realmente ecologiche agli scriteriati piani di distruzione del Gran Sasso e del Velino-Sirente in nome dello sviluppo economico.

Si tratta di passare una mattinata nei pressi dell’Albergo di Campo Imperatore, con una breve escursione al piccolo Rifugio Duca degli Abruzzi seguita da un breve e veloce workshop all’Albergo. In quel periodo ci saranno ancora gli ultimi nevai e le prime bellissime fioriture. Per arrivare lassù, dovremo prendere la panoramicissima funivia da Fonte Cerreto di Assergi, in quanto la strada sarà ancora probabilmente chiusa per neve.

 

Enrico Perilli
Capogruppo Prc L’Aquila

L’Europa che verrà e la lista Tsipras

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La condizione socio-economica finanziaria dell’Europa è pessima.
Di fronte a questa grave crisi strutturale
perdura una condizione democratica preoccupante
e dai contorni oscuri. Un vento nero che rischia di trasformarsi in
una brutale tempesta pervade i
sentimenti di quel che rimane dell’Europa
uscita dalla tragedia della seconda guerra mondiale.
La rinascita del fascismo e del nazismo è una
terribile responsabilità della UE di
Bruxelles.  La UE ha sdoganato il nazismo
assecondata dai partiti politici presenti
a Strasburgo. “Qualcuno mi informi se c’è stato un gruppo parlamentare
UE che abbia sollevato con forza
questa faccenda, che, ripeto, si tratta
del gravissimo sdoganamento del nazismo”(Joesph Halevi).
Anche la “patria” del sistema politico
occidentale, la Francia, dove la sinistra
“appare come l’ufficio di propaganda” dei potentati economici e
finanziari internazionali targati UE, vira
decisamente a destra. Marine Le Pen si
permette il lusso di presentarsi come il baluardo, il
difensore dello stato sociale francese. Al cospetto di una Europa
malata la classe operaia, i disoccupati, i precari e
tutte le vittime del liberismo mercantilistico
che la Germania  impone con il tallone di
ferro del fiscal compacat e della moneta
unica, vedono l’alternativa sociale nella
nuova destra di Le Pen. Come è potuto accadere, come è stato possibile
tutto questo? In tutta Europa il campo
sovranista dei diritti è ormai egemonizzato
dalla destra radicale. La sinistra nelle sue diverse declinazione vede
come solo orizzonte il modello Ue.
Schiacciata nelle dinamiche delle
politiche di austerità  espansive e dal protagonismo
delle nuove destre la sinistra appare residuale
e marginale. Tanto più l’eurosistema non
funziona tanto più questi movimenti anti-euro si attrezzano in senso
sociale ed economico adottando piattaforme che una
tempo erano patrimonio della “sinistra”.
Il conflitto, che è di natura istituzionale e politico tra gli
ordinamenti EU, dell’euro-sistema e quelli
nazionali è il varco attraverso cui si
afferma, grazie alla crisi sociale, l’ondata fascista e
nazista. In Italia l’ondata fascistizzante
europea viene usata strumentalmente per
additare come estremista chi critica l’euro-sistema
e chi critica l’euro come moneta senza stato, in quanto strumento di
dominio del liberismo di stampo teutonico.
Con un tale ed impreparato personale
di sinistra la destra, tipo FN, non ha bisogni
di alleati per conquistare consensi crescenti.

Infatti sia i partiti socialdemocratici che le
liste Tsipras accettano il quadro
istituzionale europeo come fondamentalmente immodificabile. Al massimo
emendabile. Nella loro idea di un’altra Europa non sembrano cogliere
la natura bloccata e non riformabile della Ue e di
tutta l’eurozona.
Considerato il quadro esistente c’è da
aspettarsi che una ventata di fascismo
investirà l’Europa nei prossimi mesi accompagnata anche da un
rigurgito di un nuovo fondamentalismo religioso di
matrice cattolico.
La forza del nemico è data dall’intrinseca
debolezza della sinistra europea,
principalmente quella italiana. C’è la necessità di ricostruire un
campo culturale politico economico e
dei diritti sovrani. Una sfida
contingente e complessa. Lo impone “la crisi senza ritorno del
modello “europeista” – squallido
termine incolore col quale la propaganda
liberista di destra e di sinistra ha indicato la contingente fase di
sviluppo, ormai claudicante, dell’imperialismo finanziario, economico
politico militare nel
vecchio continente – che produce un
montante malessere tra i depauperati popoli d’Europa”(Valerio
Gentili). La vera urgenza è tutta qui: ricominciare partendo dalla
netta riduzione delle disparità economiche e sociali, aumentare le forme democratiche
e di partecipazione, costruire politiche industriali ed economiche che abbiano
come fondamento una efficace ridistribuzione delle risorse. Quanto ai parametri
di Maastricht e al debito pubblico che cresce nonostante gli enormi sacrifici
imposti e che hanno lentamente eroso le capacità di spesa di una moltitudine di
cittadini,  occorrerà tagliare il cappio
che ci sta strangolando prima che sia troppo tardi. I trattati europei
vanno rotti e con essi la moneta unica.

 

Alfonso De Amicis                           

Tina Massimini

Prc:”Skatepark denominato “Area Ultras D’Italia” accellerare i tempi di realizzazione”

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In relazione alla vicenda della realizzazione dello skatepark denominato “Area Ultras D’Italia”, che sorgerà presso la zona di “Piazza D’Armi”, finanziato con i fondi raccolti da moltissime curve italiane(53.000 Euro) ritengo opportuno sollecitare l’amministrazione comunale ad avviare con celerità tutte le procedure per arrivare in tempi certi alla conclusione dei lavori.

In una città dove gli spazi giovanili sono pochissimi e i ragazzi sono costretti a vivere in periferie pensate a tavolino, distanti tra loro e senza strutture sportive e ricreative fruibili, bisogna attribuire la massima priorità a opere pubbliche come questa che, per di più, ci viene dalla solidarietà di migliaia di ragazzi che in tutta Italia si sono attivati per raggiungere l’obiettivo di donare all’Aquila un’area di svago e divertimento. Mi unisco quindi all’appello della tifoseria organizzata aquilana che vuole conoscere con certezza la tempistica di cantierizzazione di quella zona di Pazza D’Armi.

Consapevole delle tante difficoltà di un settore strategico e delicato, nel rispetto delle funzioni della Centrale Unica di Commitenza , auspico per avere elementi maggiori una comunicazione da parte dell’Assessore Moroni. Tenendo conto che la delibera di Giunta che approva il progetto è datata 12 Luglio 2013 e che il Comune dispone della somma per realizzare l’opera dall’Ottobre 2013.

 

Goffredo Juchich
Segretario Comunale Prc L’Aquila

Stadio Gran Sasso D’Italia, l’Assessore Iorio: “A breve l’affidamento dei lavori per il secondo lotto”

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Sono 238 le offerte pervenute al settore Impianti sportivi del Comune
dell’Aquila, a seguito della procedura di gara per l’affidamento del
secondo lotto di interventi per lo stadio di Acquasanta, denominato
“Gran Sasso d’Italia”.

Lo rende noto l’assessore allo Sport Emanuela Iorio.
“La commissione di gara – ha spiegato l’assessore – dopo aver
effettuato le verifiche circa il possesso dei requisiti richiesti nel
bando sta ora procedendo con la presa d’atto delle offerte economiche.
Nell’arco di qualche giorno, dunque, verrà individuata l’offerta più
vantaggiosa e, dopo i rituali 10 giorni che la normativa assegna per
una serie di adempimenti e verifiche, potranno essere affidati i
lavori.

Ricordo – ha concluso l’assessore – che si tratta della
realizzazione del prato in erba sintetica, dell’adeguamento delle
torri faro e del completamento dell’impianti di illuminazione e della
pavimentazione. La ditta avrà poi 120 giorni per completare gli
interventi”.

Domani sera cena di sottoscrizione per la lista Tsipras al ristorante Re Gatto

 

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Domani sera dalle ore 20 cena di sottoscrizione per la lista Tsipras al ristorante Re Gatto . L’Altra Europa con Tsipras si presenterà alle elezioni europee nei cinque collegi nazionali, forte della bellissima esperienza della raccolta firme che in un mese ha superato quota 220 mila grazie al coinvolgimento di migliaia di attivisti in tutte le città d’Italia

Straordinaria la partecipazione in Abruzzo: nella nostra regione, infatti, sono state raccolte oltre 3500 firme. Più di mille nella sola provincia dell’Aquila, che ha risposto con entusiasmo e partecipazione all’idea di un’Altra Europa possibile, con Alexis Tsipras.

Pelini e Perilli :” Dalfonsismo incompatibile con Sel e Idv vengano con noi per l’alternativa”

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La scelta del Prc di non correre nel centro sinistra “modello dalfonsiano” si rivela, con il passare dei giorni, sempre più giusta e opportuna.
Questo modello ricalca e persegue, infatti, la linea di “larghe intese” seguita dal Governo nazionale, con le forze realmente progressiste ridotte a un ruolo sempre più marginale.
È chiaro, dunque, che una coalizione piena di transfughi del centro destra non potrà garantire la necessaria discontinuità nel governo della Regione.
Questo modello di centro sinistra, del resto, è quello che si oppose, anni fa, alla richiesta del Prc di effettuare delle analisi sulle acque del fiume Pescara, alla luce della presenza del polo petrolchimico a Bussi. I protagonisti di quella triste vicenda, che ora sta venendo alla luce, sono gli stessi e saranno tutti candidati con D’Alfonso.
Chiediamo dunque a Sel all’Idv di contribuire con noi alla creazione di un modello unitario e alternativo di centro sinistra, sul modello di Tsipras, e lasciar andare il mostro dalfonsiano tra le braccia del centro destra.


Enrico Perilli
Capogruppo Prc Comune L’Aquila
 

Fabio Pelini
Assessore Prc del Comune dell’Aquila

Il 12 Aprile 1961 il primo volo dell’uomo nello spazio

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Il 12 Aprile 1961 Alle ore 9,07(ora di Mosca) dal cosmodromo di Baikonur( Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) prendeva il via la missione della capsula Vostok 1 per il primo viaggio spaziale di un abitante del pianeta terra. Il cosmonauta e aviatore sovietico Yuri Gagarin figlio di un falegname e di una contadina.

Ricerca, diritti delle donne, Mediterraneo. “L’altra Europa” secondo Eleonora Forenza

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Intervista a Eleonora Forenza da http://www.siderlandia.it/2.0/index.php/forenza/?123

 

Di Salvatore Romeo

 

Col movimento dei precari della ricerca avete più volte denunciato la condizione in cui versano migliaia di giovani studiosi in tutto il paese, e i rischi che l’università italiana corre a seguito dei ripetuti tagli. Quanto conta la dimensione europea in questo ambito e cosa propone a tale proposito “L’altra Europa con Tsipras”?

Il livello europeo è decisivo anche per quanto riguarda le questioni legate alla conoscenza. In questo periodo moltissimi bandi legati alla ricerca sono legati a fondi europei: uno dei progetti-quadro è Horizon 2020. Tuttavia, se da una parte l’Unione Europea esprime queste direttive, dall’altra in Italia vengono sistematicamente tagliati i finanziamenti alla ricerca, mentre continua il processo di precarizzazione ed espulsione dei giovani ricercatori dalle Università. Questa tendenza è figlia delle politiche di austerità che stanno distruggendo un’intera generazione. Ciò che  quindi mi ha spinto a candidarmi è proprio la volontà di combattere contro l’Europa dell’austerità, rappresentata in diversi paesi dalle “grandi coalizioni” fra forze di centrodestra e di centrosinistra. La lista “L’altra Europa con Tsipras” nasce in contrapposizione a quella formula politica, per costruire un’Europa diversa da quella dell’austerity.

Altro grande tema che caratterizza la tua esperienza politica è la battaglia per i diritti delle donne. Su questo piano, qual è la situazione in Europa e in che prospettiva si pone “L’altra Europa con Tsipras”?

Parto proprio dalla mia esperienza. Io faccio parte di un collettivo femminista, “Femministe nove“, che in queste settimane ha lanciato una campagna che si intitola “mai più clandestine”, dedicata al tema dell’aborto. Ancora oggi in Italia la non applicazione della 194 e la presenza negli ospedali di obiettori di coscienza ostacola il diritto alla libera scelta e il diritto alla salute di tantissime donne. Questo attacco ai diritti delle donne però non riguarda solo l’Italia. Solo pochi mesi fa in Spagna il governo ha proposto di rendere illegale l’aborto tranne che nei casi di violenza sessuale o di pericoli per la salute della donna; contro quella legge c’è stata un’ampia mobilitazione in quel paese e in diversi altri paesi europei. Di fronte a questi rigurgiti liberticidi è fondamentale porre il tema dell’autodeterminaione delle donne su scala europea. Personalmente sono orgogliosa di fare parte di una lista che non solo ha rispettato un criterio di democrazia paritaria nella scelta delle candidature, ma ha anche promosso candidate che fanno del femminismo un posizionamento politico.

Tu sei candidata nel collegio Sud. Il tema dei rapporti fra centro e periferia, fra Nord e Sud Europa è diventato di estrema urgenza in questi anni di crisi. E’ possibile immaginare un’Europa finalmente solidale al suo interno?

Io penso che per realizzare questa prospettiva si debba partire proprio da Sud. Da ricercatrice in Storia del pensiero politico sto dedicando questa parte della mia vita in particolare allo studio di Gramsci, uno degli autori che più ha riflettuto sulla questione meridionale. Oggi questa questione è diventata continentale, dal momento che in questa Europa si sta sempre più allargando il divario fra Nord e Sud. Il governo a trazione tedesca delle istituzioni comunitarie sta provocando la dilatazione della forbice di ricchezza fra paesi del Nord e paesi del Sud – non a caso questi ultimi vengono definiti PIGS. Invece proprio da Sud dobbiamo ripensare l’Europa, focalizzando l’attenzione su due fronti: un nuovo modello di sviluppo, ma anche un’Europa aperta allo spazio mediterraneo. Penso che la risposta che si è data a Lampedusa, con la costruzione della “fortezza Europa”, sia un aspetto della strategia dell’austerity, che vuole costringerci a una permanente guerra fra poveri. Ed è proprio questa la logica che dobbiamo combattere e ribaltare.

Nel tuo intervento qui a Taranto hai parlato della necessità del “conflitto” e dell’”opposizione”. Come si coniuga una prospettiva come questa con l’operazione elettorale de “L’altra Europa con Tsipras”?

Anzitutto io non dimentico chi sono e chi siamo. Io sono una militante che, come molti altri della mia generazione, ha attraversato le strade di Genova nel 2001 dicendo “un altro mondo è possibile” e provando a costruire l’alternativa attraverso i Social Forum. Ora, io non vorrei che questa lista fosse vissuta come un appello al voto di opinione: noi dobbiamo ricostruire un blocco sociale; e il modo migliore per farlo è il conflitto. Una delle ragioni per cui la Sinistra oggi è così debole in Italia è proprio l’assenza del conflitto sociale. Pensiamo a quello che è accaduto durante il governo Monti: riforme delle pensioni e del lavoro disastrose sono passate con il minimo di conflitto sociale. E’ quindi da qui che si riparte: dalla coscienza della propria condizione e dalla volontà di migliorarla. Creare coscienza e suscitare volontà di cambiamento è l’obiettivo che ciascuno di noi candidati e sostenitori de “L’altra Europa con Tsipras” deve darsi nel corso di questa campagna elettorale.

Tav, via libera del Senato è abominio: opera inutile, dannosa, che serve solo a ingrassare i soliti noti

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Il via libera definitivo del Senato per la Tav sulla Torino-Lione è un abominio: Trenitalia taglia gli intercity, i pendolari viaggiano in condizioni indegne di un paese civile, la gente non arriva alla fine del mese e lo Stato si permette di buttare miliardi così!

Per un’opera inutile, dannosa e che la popolazione non vuole, giustamente, e che serve solo ad ingrassare i soliti noti. Queste sono scelte dettate unicamente dagli affari che stanno dietro alla Tav e di cui i Senatori dovrebbero vergognarsi. Ora e sempre No alla Tav, noi continuiamo a stare dalla parte di chi si oppone a quest’assurda “grande opera”.

L’Aquila senza ali

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di Alfonso De Amicis

 

Cinque anni è purtroppo quelle che pensavamo fossero previsioni si sono
dimostrate triste realtà. Abbacinati dalle luci fosforescenti della
protezione civile spa ci eravamo illusi: presto il posto delle certezze
lasciò spazio alle promesse, ai cronoprogrammi. Così é La-qui-la ma
vale per Pa-ga-ni-ca, Tem-pe-ra. Nel 1200 le Università del contado
per avere forza, potere economico e politico si unirono e diedero vita
al Comune, guardarono dentro il loro tempo storico. Si dettero una
dimensione nel Tempo. Oggi nell’era di inernet, nella dimensione che
tutti vogliamo globale la città guarda se stessa come fosse l’ombelico
del mondo, cullandosi sempre nella dimensione delle 3e32. Ogni comune
guarda a se stesso. Sindaci miopi e prespiti. La tragedia, il dolore
lascia sempre segni indelebili. Tuttavia anche resistendo alla
tentazione di voltarsi indietro nel desiderio di veder restituita una
vita passata che ormai è svanita, ecco, questo desiderio andrebbe
trasformato in coscienza di se, in capacità di riprogettare un futuro
condivisibile e plausibile. Se “la mente è un archeologo che scava
tenacemente nel passato e mi conduce di prepotenza dove non vorrei
andare”, questo esercizio scrutando il passato, dovrebbe indicarci una
via d’uscita. Una via che non sarà quella indicata da governi
nazionali e locali che agiscono solo nella dimensione dello spread,
dei tagli, delle certezze bancarie. Non sarà l’Europa a salvarci.
Gutemberg non verrà in gita né alle cartiere di Tempera, tanto meno in
quelle di Vetoio. La solidarietà, il mutuo soccorso appartengono ad
un’altra epoca. Tutte le estensioni del potere, da quelle locali a
quelle nazionali attingono la loro legittimità presso la commissione
europea. Gli spazi di democrazia locale sono nulli. Possono ritoccare
l’ordine, qualche priorità di spesa ma le dimensioni politiche le
complessità che esse comportano stanno tutte dentro le stanze di
Bruxelles. Un potere sfuggevole, apolide, oscuro. Le forze politiche,
ma soprattutto il PD sono al servizio di questa nuova forma di
“governance” europea. La politica è morta. Noi non lo possiamo
ammettere altrimenti si aprirebbe un vuoto nella vita politica
quotidiana. A volte possiamo affidarci a movimenti o personaggi a noi
vicini, per cercare una svolta, un aiuto ma essi non costituiscono una
potenza adeguata alla rottura delle dinamiche in corso e quindi capaci
di restituirci una prospettiva. Purtroppo non ci vuole una svolta ma
un rivolgimento. Dovremmo agire per “segnare un altro confine,
dobbiamo abolire ogni contiguità con questo versante inconciliabile”
pena la cruda verità che ripete da tempo il professor Colapietra. “Una
città morta”. Quando sarà ricostruita(ma quando?) essa sarà un’altra
“AQUILA”.