L’Europa che verrà e la lista Tsipras

alfonso

 

 

 

 

 

 

 

 

La condizione socio-economica finanziaria dell’Europa è pessima.
Di fronte a questa grave crisi strutturale
perdura una condizione democratica preoccupante
e dai contorni oscuri. Un vento nero che rischia di trasformarsi in
una brutale tempesta pervade i
sentimenti di quel che rimane dell’Europa
uscita dalla tragedia della seconda guerra mondiale.
La rinascita del fascismo e del nazismo è una
terribile responsabilità della UE di
Bruxelles.  La UE ha sdoganato il nazismo
assecondata dai partiti politici presenti
a Strasburgo. “Qualcuno mi informi se c’è stato un gruppo parlamentare
UE che abbia sollevato con forza
questa faccenda, che, ripeto, si tratta
del gravissimo sdoganamento del nazismo”(Joesph Halevi).
Anche la “patria” del sistema politico
occidentale, la Francia, dove la sinistra
“appare come l’ufficio di propaganda” dei potentati economici e
finanziari internazionali targati UE, vira
decisamente a destra. Marine Le Pen si
permette il lusso di presentarsi come il baluardo, il
difensore dello stato sociale francese. Al cospetto di una Europa
malata la classe operaia, i disoccupati, i precari e
tutte le vittime del liberismo mercantilistico
che la Germania  impone con il tallone di
ferro del fiscal compacat e della moneta
unica, vedono l’alternativa sociale nella
nuova destra di Le Pen. Come è potuto accadere, come è stato possibile
tutto questo? In tutta Europa il campo
sovranista dei diritti è ormai egemonizzato
dalla destra radicale. La sinistra nelle sue diverse declinazione vede
come solo orizzonte il modello Ue.
Schiacciata nelle dinamiche delle
politiche di austerità  espansive e dal protagonismo
delle nuove destre la sinistra appare residuale
e marginale. Tanto più l’eurosistema non
funziona tanto più questi movimenti anti-euro si attrezzano in senso
sociale ed economico adottando piattaforme che una
tempo erano patrimonio della “sinistra”.
Il conflitto, che è di natura istituzionale e politico tra gli
ordinamenti EU, dell’euro-sistema e quelli
nazionali è il varco attraverso cui si
afferma, grazie alla crisi sociale, l’ondata fascista e
nazista. In Italia l’ondata fascistizzante
europea viene usata strumentalmente per
additare come estremista chi critica l’euro-sistema
e chi critica l’euro come moneta senza stato, in quanto strumento di
dominio del liberismo di stampo teutonico.
Con un tale ed impreparato personale
di sinistra la destra, tipo FN, non ha bisogni
di alleati per conquistare consensi crescenti.

Infatti sia i partiti socialdemocratici che le
liste Tsipras accettano il quadro
istituzionale europeo come fondamentalmente immodificabile. Al massimo
emendabile. Nella loro idea di un’altra Europa non sembrano cogliere
la natura bloccata e non riformabile della Ue e di
tutta l’eurozona.
Considerato il quadro esistente c’è da
aspettarsi che una ventata di fascismo
investirà l’Europa nei prossimi mesi accompagnata anche da un
rigurgito di un nuovo fondamentalismo religioso di
matrice cattolico.
La forza del nemico è data dall’intrinseca
debolezza della sinistra europea,
principalmente quella italiana. C’è la necessità di ricostruire un
campo culturale politico economico e
dei diritti sovrani. Una sfida
contingente e complessa. Lo impone “la crisi senza ritorno del
modello “europeista” – squallido
termine incolore col quale la propaganda
liberista di destra e di sinistra ha indicato la contingente fase di
sviluppo, ormai claudicante, dell’imperialismo finanziario, economico
politico militare nel
vecchio continente – che produce un
montante malessere tra i depauperati popoli d’Europa”(Valerio
Gentili). La vera urgenza è tutta qui: ricominciare partendo dalla
netta riduzione delle disparità economiche e sociali, aumentare le forme democratiche
e di partecipazione, costruire politiche industriali ed economiche che abbiano
come fondamento una efficace ridistribuzione delle risorse. Quanto ai parametri
di Maastricht e al debito pubblico che cresce nonostante gli enormi sacrifici
imposti e che hanno lentamente eroso le capacità di spesa di una moltitudine di
cittadini,  occorrerà tagliare il cappio
che ci sta strangolando prima che sia troppo tardi. I trattati europei
vanno rotti e con essi la moneta unica.

 

Alfonso De Amicis                           

Tina Massimini