Parte oggi il Supporters’ Trust a sostegno dell’Aquila Calcio 1927

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gj

 

Si terrà oggi pomeriggio alle 18  presso l’auditorium dell’ANCE  la prima assemblea per presentare il progetto del Supporters’ Trust.  L’idea sulla quale hanno lavorato un gruppo di tifosi rossoblù prende le mosse da analoghe iniziative molto frequenti nel calcio tedesco e inglese.  L’obiettivo finale dell’iniziativa vuole portare un componente della tifoseria all’interno della società aquilana tramite l’acquisizione di quote societarie. Un modo concreto quindi per aiutare fattivamente ed economicamente L’Aquila Calcio 1927  favorendo la partecipazione dei tifosi nella gestione della società.

Il fatto che questa esperienza prenda il via in un momento di crescita del progetto rossoblù dimostra che l’ambiente intorno alla squadra e alla società è sano e vuole dare il proprio contributo per la conquista di importanti e ambiziosi risultati.

La Sardegna va a sinistra

francesco-pigliaru

 

 

 

 

 

 

 

Dopo un iniziale tetsa a testa, il candidato del centrosinistra è passato in vantaggio con un distacco significativo: nelle elezioni regionali della Sardegna Francesco Pigliaru, il candidato su cui ha puntato il centrosinistra un po’ all’ultimo momento. guida la corsa con il 43%, avanti di circa 5 punti su Cappellacci (38,5), il presidente uscente, nonostante l’appoggio (con tanto di calata sull’isola per la chiusura della campagna elettorale) di Berlusconi. Pigliaru è sostenuto da undici liste, tra le quali Pd, Sel, Sinistra Sarda (cioè l’alleanza Prc-Pdci), Idv, Psi. Al terzo posto l’indipendente Murgia stabile al 10 per cento dei voti. Staccati gli altri partecipanti che raccolgono al momento il 6 per cento (Pili al 4,9%, Devias all’1% e Sanna con lo 0,4%). Assente la lista del Movimento Cinque Stelle: a causa delle liti interne, Grillo non ha concesso l’uso del simbolo.

Elezioni che non sembrano scaldare il cuore ad una regione da tempo abbandonata a se stessa, morsa da una crisi economica che non ha eguali nel resto del paese (uno su tutti il dato della disoccupazione: 18%). E così a farla da padrone è l’astensionismo: ieri è andato al voto solo il 52,2 per cento dei sardi, con un crollo del 15 per cento rispetto a 5 anni fa. A contribuire al calo, forse anche l’assenza dei grillino che alle politiche dello scorso anno avevano preso quasi il 30% dei voti.

Il ritardo nel conteggio dei voti è stato dovuto alle procedure previste dalla legge regionale. Solitamente, infatti, vengono prima scrutinati i voti per i candidati presidente e, in un secondo momento, quelli di lista. In Sardegna questo è vietato. Di contro, c’è già qualche indicazione sui risultati delle singole liste: Forza Italia 18%; Udc 7,8%; Pd 22%; Sel 5,1%; Sinistra sarda (Prc-Pdci) 2%; Idv-Verdi 0,9% e Psi 1%.

Alla Fiat Sevel la Camusso va in minoranza. Passa il secondo documento

fiom

 

 

 

 

 

 

Alla Sevel di Atessa il congresso della Cgil finisce con il documento 1 della Camusso che va in minoranza: 112 voti per il documento 2 “Il sindacato è un’altra cosa”; 83 voti per il documento 1; una scheda nulla.
Io credo che questo sia il risultato che paga la volontà dei lavoratori di un sindacato che gli appartenga e che sia di lotta, incompatibile con gli accordi che hanno finora scambiato i diritti dei lavoratori per una maggiore redditività d’impresa. Al di là degli ampi contenuti dei documenti congressuali, il primo documento rivendica la bontà degli accordi sull’esigibilità dei contratti (31 maggio 2013) e sulla possibilità di derogarli (28 giugno 2011). Un combinato disposto inaccettabile, in particolare dopo l’intesa interconfederale dello scorso 10 gennaio che impone, tra l’altro, sanzioni per chi non si adegua (sindacati e delegati). Tra l’altro credo che il primo documento in Sevel paghi la firma di accordi come quello che introdusse l’Ergo-Uas in fabbrica, una metrica che intensifica i ritmi di lavoro, contro la quale anche Landini è tornato a parlare nell’assemblea in Sevel della settimana scorsa. Si tratta di accordi contro i quali come Prc Abruzzo abbiamo sempre detto la nostra, sia contro tutti gli accordi menzionati considerandoli irricevibili, perchè non si possono scambiare diritti sono dei lavoratori e di nessun altro e non possono essere utilizzati come contropartita per una maggiore competitività d’impresa; sia contro l’Ergo-Uas sul quale abbiamo prodotto un’opuscolo informativo ad uso dei lavoratori. Io credo che i segnali che arrivano dal congresso Cgil in Sevel debbano essere colti in tutta la loro portata, anche considerando che la Fiom ha proposto nel primo documento emendamenti importanti, che intendono dare alla Cgil un impianto più conflittuale rispetto alla linea neocorporativa dela Camusso. Evidentemente i lavoratori non li ritengono suffcienti per ostacolare le intenzioni di Susanna Camusso di “normalizzare” la Fiom.

* responsabile regionale lavoro PRC Abruzzo

da controlacrisi.org

Intervista a Francesco Rosettini Presidente dell’ASM

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a cura di gj

1) Quali sono le priorità che l’azienda deve avere nei prossimi mesi?

R. Certamente proseguire nel lavoro svolto negli ultimi anni potenziando il servizio “Raccolta Differenziata Porta a Porta” presso le abitazioni domestiche e le utenze commerciali; ciò nell’ottica della progressiva estensione dello stesso servizio a tutto il territorio comunale. Per fare ciò, accanto ad uno sforzo dell’Azienda e dei lavoratori impegnati sul servizio (che ritengo giusto ringraziare per l’impegno e lo spirito di dedizione che hanno dimostrato nei confronti della Città) è necessaria anche responsabilizzazione degli utenti nel conferimento dei propri rifiuti, uno degli obbiettivi del “porta a porta”Altro problema che dovrà essere affrontato e risolto è quello relativo all’abbandono di rifiuti (spesso pericolosi e provenienti da lavorazioni edili) tale da evidenziare un quotidiano  proliferare di vere e proprie “discariche abusive”. Tali comportamenti, oltre ad essere severamente sanzionati dalla vigente normativa in materia, costituiscono un notevole costo per l’ASM che deve provvedere alla bonifica delle aree e di conseguenza per L’Amministrazione Comunale ed i cittadini Aquilani.Si ricorda che lo smaltimento dei residui da lavorazioni edili è ricompreso nei contributi per la ricostruzione e che gli ingombranti possono essere conferiti nelle specifiche giornate per la raccolta degli stessi organizzate da ASM o contattando l’Azienda al numero verde all’uopo dedicato.

2) ridurre i costi senza perdere i servizi è possibile anche nell’ottica della c.d. spendig rewiew?

R. Quello del contenimento dei costi mantenendo i servizi pubblici essenziali è uno dei punti nodali non solo delle Aziende Totalitarie Pubbliche ma dell’intero Paese e direi dell’Europa. Per quanto attiene le aziende di igiene urbana, in primis deve essere detto che l’aumento della Raccolta Differenziata può e deve diventare un’occasione attraverso l’abbattimento dei costi di smaltimento dei rifiuti indifferenziati. In secondo luogo, attraverso una attenta analisi dei costi e l’efficientamento dei servizi Aziendali si può procedere ad un piano di razionalizzazione degli stessi costi Aziendali. Successivamente, dovrà essere stipulato con L’Ente proprietario un nuovo contratto di servizio che, però, prenda atto di quanto ragionevolmente il servizio di Igiene Urbana costa ai cittadini in un territorio peculiare come quello Aquilano

3) si può definire oggi l’asm un’azienda “sana”?

R. Con l’ultima Gestione dell’ASM, alla quale ho anche partecipato sedendo in CDA accanto al Presidente uscente Luigi Fabiani e al Vice Pesidente Vittorio Giorni (ai quali credo sia doveroso un ringraziamento per l’ottimo lavoro svolto), importanti risultati sono stati raggiunti in termini di risanamento Aziendale. Il personale è stato ridotto di diverse unità pur senza procedere ovviamente a nessun licenziamento. Sono stati chiusi gli ultimi bilanci in positivo è sono state risolte le esposizioni bancarie.

4) Smaltimento dei rifiuti indifferenziati urbani come si sta procedendo?

R. E’ stata avviata, già dal Presidente Uscente, una indagine di mercato volta ad acquisire le migliori offerte tra i soggetti operanti nel territorio Regionale. Ricevuto riscontro alle informazioni richieste si procederà, con il massimo scrupolo e trasparenza, alla valutazione delle possibilità di conferimento presso gli impianti autorizzati. Va da sé l’importanza del completamento della procedura tenuto conto della non indifferente incidenza dei costi annuali di conferimento.

5) Azienda multiservizi utopia o reale possibilità per razionalizzare i costi e migliorare i servizi?

R. da tempo si pensa alla c.d. Azienda unica quale nuovo soggetto volto all’ottimizzazione dei Servizi di tutte le Società partecipate. Ritengo personalmente che possa essere una occasione soprattutto per la razionalizzazione delle spese di gestione. In questo progetto l’ASM, per le esperienze acquisite e le professionalità che può mettere in campo potrà avere un ruolo centrale. Non a caso apprendo che è stato chiamato a partecipare allo studio di tale progetto proprio Luigi Fabiani.

6)Qual è il risultato che ti piacerebbe portare a casa con la tua Presidenza?

R. Gli obbiettivi sono quelli richiamati. Ho accettato l’incarico con umiltà e spirito di servizio su richiesta del Sindaco che ringrazio della fiducia. Sono consapevole delle non poche difficoltà e spero di fare bene impegnandomi giorno per giorno.

Lo Stato ci ha abbandonato

idea










Lo Stato ci ha abbandonato è il titolone de IL CENTRO del 19.2.2014.
Dove è la novità? Infatti non c'è.Che L'Aquila non fosse una priorità
lo si capì sin dal 2009. Fu solo palcoscenico. Lo ricorda spesso il
professor Colapietra, lo ha perfettamente raccontato nello stile di
Michael Moore, Sabina Guzzanti in Draquila. La nostra classe politica
è l'espressione più netta, più rispondente, più veritiera di noi
stessi. Mediocre e servile di poteri più forti, apparentemente
nebulosi, tuttavia capaci di imporre politiche devastanti per
territori, per uomini e donne che dimorano nelle parti più sperdure di
quella che fù L'Italia. Ormai tutto viene deciso in quel di Bruxelles.
La miopia e la sudditanza delle forze politiche e sociali di questo
paese è leggibile giorno per giorno. Solo ciechi e fideisti non vedono
e non sentono altre ragioni. Qualche mese fa il 1 novembre 2013 la
pagina regionale del Centro nello spazio giusto riportava una mia
riflessione circa gli spasmi del PD in chiave di politiche locali.
Vale per il PD ma può valere per qualsiasi agglomerato politico.
"...La vicenda dell'Aquila potrebbe essere il primo campanello
d'allarme. Non l'ammazzeranno i giovanilismi drgli sgomitanti leader,
non la fine di ogni stracciato tricolore..non lo annullerà il
berlusconismo di ritorno..Il PD morirà di spasmi atroci a colpi di
leghismo interno, di quelli che ormai disperati non riescono più ad
intercettare un ero nemmeno quando i propri amici stanno al governo."
E poi "Verrebbe da chiedere ai piddini dell'Aquila: perché il nostro
terremoto dovrebbe essere più importante del disastro della sanità,
del paradosso dell'istruzione che stà negando il diritto allo studio a
centinaia di ragazzi. della disoccupazione...ecc. ecc." Perché avete
avede detto si al fiscal compact? L'avete messo insieme alle altre
forze politiche in Costituzione! Sbaglio?Ma il terremoto all'epoca già
c'era stato.A cosa pensavano e pensano oggi. Caro Giustino e Caro
Roberto il fiscal compact che entrerà a regime il prossimo anno
obbligherà la patria di Dante, Machiavelli, Leopardi, Manzoni,
Pasolini, Pavese, Giordano Bruno a dover fare leggi di stabilità(sic)
di 40 miliardi l'anno. Ecco! Un bel grattacapo dove li troviamo i
soldi? Per L'Aquila ci sarà futuro? Io penso che anche i giornalisti,
la stampa i media hanno le loro responsabilità, le loro COLPE. Non
raccontano tutta la verità. Spesso viene omessa o narrata a mezza
bocca. Quando ci accorgeremo che, ormai, le decisioni vengono prese
dal Sovra-Stato Europeo e che ormai le attività proprie di questa
nazione sono evaporate o risultano desuete sarà ormai troppo tardi.
Forse mai nessuno fù profeta in patria.

Tempera, 19 febbraio 2014                  Alfonso De Amicis

Fuffi

gattaccio










Fuffi, una gatta bellissima con un pelo lucido, splendente. Nera con
delle macchie bianche. Una si stagliava sul suo musetto come una
maschera, tale da renderla particolare, un gatta silvestra.Ha vissuto
ininterrottamente con noi fino al 3e 31 del 6 aprile 2009. Viveva tra
casa e natura. Catturava topi, "zoccole", lucertole, saettoni,
biacchi. Casa e campagna come si conviene a chi non aveva mai perso
l'istinto del felino. Felina, ma dolce carezzevole come si addice ad
una regina della casa e dei dintorni. Guai ad alzare la voce o
minacciare un presente, si irritava e minacciava l'energumeno. Le
mancava la parola. Oggi fuffi non c'è più. Morta nella solitudine di
un paese scomparso. Non volle venire nella nuova dimora. Non volle
essere persuasa alla "nuova vita". Preferì la stalla di Gino al "nuovo
mondo". La sua regalità non verrà mai dimenticata. Sei stata amata.

Tempera, 19 febbraio 2014            Alfonso De Amicis

Il perimetro autoritario che attraversa anche la Cgil

fuori-dal-tunnel














di Giorgio Cremaschi


L'aggressione che abbiamo subito nell'assemblea CGIL di Milano non è
solo un episodio senza precedenti nella vita del più grande sindacato
italiano. È segno ed indice di un degrado crescente della vita
democratica di tutto il paese, degrado al quale vengono sempre più
spesso a mancare quegli anticorpi che sono sempre state le grandi
organizzazioni popolari.

Il perimetro di ciò che è ammesso e di ciò che non lo è si stringe
sempre di più sotto i giri di vite di una crisi economica che appare
senza soluzioni positive.

Il mondo della grande informazione dà un rappresentazione del nostro
paese come percorso dalla licenza e dall'anarchia. Invece sta
avvenendo proprio il contrario e le descrizioni spettacolari della
ingovernabilità servono solo a costruire il consenso alle spinte
autoritarie.

Ho sentito opinionisti della  sinistra affermare tranquillamente che
bisogna sottrarre il governo ai capricci del parlamento. Del resto la
riforma elettorale perseguita da PD e Forza Italia con la benedizione
di Giorgio Napolitano ha come primo obiettivo dichiarato la certezza
del vincitore la sera stessa del voto. Cosa impossibile in qualsiasi
vera democrazia nella quale siano gli elettori a decidere liberamente.
Si vuole la governabilità a tutti i costi, anche a quello di alterare
profondamente il senso del voto dei cittadini assegnando la
maggioranza assoluta e totalizzante alla migliore minoranza.

Ci vuole finalmente un capo che decida e basta con il conservatorismo
costituzionale.

Già, si deve decidere, ma che cosa davvero? Il fatto paradossale è che
più si reclama potere assoluto a chi governa, meno i nostri governanti
hanno autonomia di decisione.

Tempo fa il presidente della Banca Europea Draghi affermò che le crisi
di governo italiane non erano preoccupanti perché sulle scelte di
fondo vige il pilota automatico. E infatti nonostante gli scontrinel
teatrino di palazzo la finanza fa i suoi percorsi indisturbata.

La lettera della BCE del 4 agosto 2011 è il programma del governo
reale, e quel programma viene puntualmente eseguito, chiunque faccia
finta di decidere.

A cosa serve allora tutto questo agitarsi per le riforme politiche?
Serve a costruire il perimetro del confronto ammesso nel quadro delle
politiche di austerità. Che al di là di retorica e chiacchiere devono
continuare e continueranno, se non vengono messi in discussione gli
interessi ed il sistema di potere che le impongono.

Chi governa deve amministrare la politica realisticamente praticabile
nel quadro obbligato del fiscal compact e di tutte le politiche
liberiste oramai entrate anche formalmente nella Costituzione. È la
democrazia delle oligarchie e dell'establishment, che cerca di
costruire e consolidare la sua base di consenso. Una base sempre più
ristretta, come mostrano anche le elezioni sarde, e che per questo va
conservata anche con metodi autoritari.

Chi non accetta di stare nel perimetro e magari persino cerca di
infrangerlo, deve essere considerato e trattato come un nemico.

L'accordo CGIL CISL UIL Confindustria sulla rappresentanza sindacale
ha subito manifestato le sue potenzialità autoritarie.

Secondo costituzionalisti e giuslavoristi l'intesa è incostituzionale.
Lo è perché la suprema Corte nel luglio 2013 ha stabilito che non si
può sottomettere alla firma degli accordi il diritto dei lavoratori a
scegliere liberamente da chi essere rappresentati.  Al  contrario
l'intesa interconfederale impone l'adesione ad essa, alle sue regole
capestro tra cui le sanzioni ai delegati disubbidienti,  per
esercitare il diritto costituzionale alla rappresentanza sindacale.
Ebbene anche solo affermando questo giudizio si rischiano misure
disciplinari in CGIL: un componente della nostra minoranza nel
direttivo nazionale ha messo per iscritto questo giudizio ed è stato
denunciato alla magistratura interna .

Siamo andati all'assemblea sull'accordo organizzata a Milano il 14
febbraio come  militanti della CGIL, non come black block. E ci siamo
andati  per distribuire un volantino della minoranza congressuale, sì
perché in CGIL è in corso il congresso e le diverse posizioni
dovrebbero essere statutariamente rispettate. Non c'è stata nessuna
irruzione, non si fanno irruzioni a casa propria, ma l'esercizio di un
diritto che è sacrosanto in ogni organizzazione democratica: il
diritto di esprimere nelle riunioni il proprio dissenso. Quando un
delegato della funzione pubblica ha chiesto di parlare è invece
intervenuto il servizio d'ordine e dopo una brevediscussione, per
altro ancora nei limiti di ciò che accade in assemblee dove ci son
posizioni diverse, siamo stati aggrediti e per fortuna le telecamere
hanno ripreso con quale brutalità.

Ammetto che mi ha molto colpito il contrasto tra il silenzio e
l'ipocrisia dei palazzi della politica e la grande solidarietà
ricevuta dalle persone normali. Cosa sarebbe successo, quali sarebbero
stati i titoli dei giornali se le parti fossero state invertite? Se
chi è contro  l'intesa avesse aggredito chi lo sostiene?  Sarebbe
scattato l'allarme terrorismo come minimo.

Evidentemente noi che contestiamo pacificamente e statutariamente un
accordo che consideriamo terribile, per il palazzo siamo già fuori dal
perimetro, e dunque per noi le regole del rispetto non valgono.  Se
poi consideriamo che non solo nei confronti di noi che siamo
minoranza, ma che anche verso il segretario della FIOM son stati fatti
balenare provvedimenti disciplinari, si capisce la gravità di quanto
sta accadendo. La CGIL è attraversata e sconvolta dal perimetro
autoritario che si vuole imporre nel paese.

E questo avviene perché  è il sistema di consenso, alleanze e potere
del PD che guida questo processo.

Nella Germania dei primi anni trenta furono la socialdemocrazia e il
centro democratico a governare al crisi economica con strumenti sempre
più autoritari. I dirigenti di quei partiti pensavano evidentemente
che restando quegli strumenti nelle loro mani, mai si sarebbe varcato
il limite della soppressione delle libertà. Si sa come è andata.

Bisogna rompere il perimetro che sta deformando in regime la nostra
democrazia, perché se continuiamo così prima o poi l'uomo della
provvidenza che fa arrivare i treni in orario viene davvero.

Il punto della situazione a dieci giornate dal termine

de sousa

 

 

 

 

 

 

 

di Alessandro Mellone

Al termine del campionato mancano 10 giornate, anche se ai rossoblù restano da giocare 8 incontri dovendo ancora ‘usufruire’ del turno di riposo(alla 25ma giornata) e non dovendo scendere in campo a Nocera dopo la decisione di escludere i campani dal Campionato, per cui i rossoblù si troveranno 3 punti in più in classifica, facciamo il punto della situazione.

L’ultima giornata ha visto L’Aquila uscire sconfitta immeritatamente in quel di Grosseto, dopo 4 trasferte in cui aveva ottenuto 2 vittorie e 2 pareggi, da notare che l’ultima sconfitta esterna, ironia della sorte, era avvenuta proprio sul campo della Nocerina.

Se i risultati risultano ancora piuttosto altalenanti è innegabile che dalla gara esterna col Pisa(pareggiata in rimonta 2-2 dopo esser andati sotto 2-0), soprattutto dal 2° tempo di quella partita, a livello di impostazione di gioco stiamo vedendo in campo un’altra L’Aquila.

Non più una matricola terribile, tutta pepe e veloci ripartenze, che aveva stupito tutti raggiungendo addirittura la vetta della classifica(e forse illudendo più di qualche tifoso) di un girone d’acciaio una vera B2, con però poca capacità di imporre il gioco alle avversarie e difficoltà di trovare spazi soprattutto nelle gare interne, bensì una squadra che grazie ai nuovi innesti di Gennaio e alla mano esperta di Mister Pagliari può cambiare volto più volte anche nella stessa partita e letteralmente comandare il gioco con possesso e circolazione palla di qualità, roba da squadre affermate e che sanno il fatto loro.

Oltretutto nelle ultime uscite la squadra ha subito pochissimi tiri nel proprio specchio a fronte di tante palle goal create, la maggior parte malamente sprecate, altrimenti la classifica avrebbe decisamente un altro aspetto. Proprio questa mancanza di concretezza sotto porta ed i punti gettati al vento con Salernitana e Grosseto, due partite quasi dominate dai rossoblù, hanno indispettito una parte dei tifosi rossoblù partiti per la Toscana, che al termine della gara, dopo un rigore e due clamorose palle goal fallite, hanno beccato l’attaccante De Sousa, arrivato a L’Aquila con grosse aspettative almeno ad oggi disattese, soprattutto a livello realizzativo, e finito nell’occhio della critica.

In effetti anche nell’ultima trasferta l’ex-bomber teatino ha fornito una bella e generosa prova a livello di impegno e giocate in mezzo al campo, vanificata poi dall’imprecisione sottoporta, anche se non è stato il solo a divorare clamorose palle goal nelle ultime giornate e le partite si vincono e perdono sempre in 11.

Siamo sicuri però che se da una parte abbia un po’ subito il “salto” dalla II alla I divisione dall’altra il calciatore c’è, continuando ad impegnarsi al massimo ed aumentando la decisione e la cattiveria sottoporta, arriveranno anche le reti che i tifosi si aspettano da lui.

L’Aquila sta dimostrando che nonostante un budget ridotto rispetto alle big del girone ha tanto potenziale da esprimere, con convinzione, maggior cattiveria e precisione sotto porta, può essere la vera mina vagante dei play-off. ..Ma comunque andrà sarà un successo, questo è il miglior campionato dell’Aquila calcio dal dopoguerra, non lo scordiamo!

FORZA L’AQUILA!

A dieci giornate dal termine, il punto della situazione

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di Alessandro Mellone 

Al termine del campionato mancano 10 giornate, anche se ai rossoblù restano da giocare 8 incontri dovendo ancora ‘usufruire’ del turno di riposo(alla 25ma giornata) e non dovendo scendere in campo a Nocera dopo la decisione di escludere i campani dal Campionato, per cui i rossoblù si troveranno 3 punti in più in classifica, facciamo il punto della situazione.

L’ultima giornata ha visto L’Aquila uscire sconfitta immeritatamente in quel di Grosseto, dopo 4 trasferte in cui aveva ottenuto 2 vittorie e 2 pareggi, da notare che l’ultima sconfitta esterna, ironia della sorte, era avvenuta proprio sul campo della Nocerina.

Se i risultati risultano ancora piuttosto altalenanti è innegabile che dalla gara esterna col Pisa(pareggiata in rimonta 2-2 dopo esser andati sotto 2-0), soprattutto dal 2° tempo di quella partita, a livello di impostazione di gioco stiamo vedendo in campo un’altra L’Aquila.

Non più una matricola terribile, tutta pepe e veloci ripartenze, che aveva stupito tutti raggiungendo addirittura la vetta della classifica(e forse illudendo più di qualche tifoso) di un girone d’acciaio una vera B2, con però poca capacità di imporre il gioco alle avversarie e difficoltà di trovare spazi soprattutto nelle gare interne, bensì una squadra che grazie ai nuovi innesti di Gennaio e alla mano esperta di Mister Pagliari può cambiare volto più volte anche nella stessa partita e letteralmente comandare il gioco con possesso e circolazione palla di qualità, roba da squadre affermate e che sanno il fatto loro.

Oltretutto nelle ultime uscite la squadra ha subito pochissimi tiri nel proprio specchio a fronte di tante palle goal create, la maggior parte malamente sprecate, altrimenti la classifica avrebbe decisamente un altro aspetto. Proprio questa mancanza di concretezza sotto porta ed i punti gettati al vento con Salernitana e Grosseto, due partite quasi dominate dai rossoblù, hanno indispettito una parte dei tifosi rossoblù partiti per la Toscana, che al termine della gara, dopo un rigore e due clamorose palle goal fallite, hanno beccato l’attaccante De Sousa, arrivato a L’Aquila con grosse aspettative almeno ad oggi disattese, soprattutto a livello realizzativo, e finito nell’occhio della critica.

In effetti anche nell’ultima trasferta l’ex-bomber teatino ha fornito una bella e generosa prova a livello di impegno e giocate in mezzo al campo, vanificata poi dall’imprecisione sottoporta, anche se non è stato il solo a divorare clamorose palle goal nelle ultime giornate e le partite si vincono e perdono sempre in 11.

Siamo sicuri però che se da una parte abbia un po’ subito il “salto” dalla II alla I divisione dall’altra il calciatore c’è, continuando ad impegnarsi al massimo ed aumentando la decisione e la cattiveria sottoporta, arriveranno anche le reti che i tifosi si aspettano da lui.

L’Aquila sta dimostrando che nonostante un budget ridotto rispetto alle big del girone ha tanto potenziale da esprimere, con convinzione, maggior cattiveria e precisione sotto porta, può essere la vera mina vagante dei play-off. ..Ma comunque andrà sarà un successo, questo è il miglior campionato dell’Aquila calcio dal dopoguerra, non lo scordiamo!

FORZA L’AQUILA!

La Consulta dichiara illegittima la Fini-Giovanardi

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di Paolo Ferrero 

 

Finalmente la Consulta dichiara illegittimo quell’obrobrio giuridico rappresentato dalla Fini-Giovanardi, una legge repressiva, proibizionista, incostituzionale e totalmente inefficace. Gli unici effetti della-Fini Giovanardi sono quelli di aver riempito le carceri di giovani e ingrassato i mafiosi.

Occorre rovesciare questa politica prendendo ad esempio l’Uruguay: permettendo la coltivazione delle droghe leggere per uso personale e ponendo al centro delle politiche pubbliche l’educazione e non la repressione. Va combattuto il narcotraffico, non i consumatori!