La Sardegna va a sinistra

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Dopo un iniziale tetsa a testa, il candidato del centrosinistra è passato in vantaggio con un distacco significativo: nelle elezioni regionali della Sardegna Francesco Pigliaru, il candidato su cui ha puntato il centrosinistra un po’ all’ultimo momento. guida la corsa con il 43%, avanti di circa 5 punti su Cappellacci (38,5), il presidente uscente, nonostante l’appoggio (con tanto di calata sull’isola per la chiusura della campagna elettorale) di Berlusconi. Pigliaru è sostenuto da undici liste, tra le quali Pd, Sel, Sinistra Sarda (cioè l’alleanza Prc-Pdci), Idv, Psi. Al terzo posto l’indipendente Murgia stabile al 10 per cento dei voti. Staccati gli altri partecipanti che raccolgono al momento il 6 per cento (Pili al 4,9%, Devias all’1% e Sanna con lo 0,4%). Assente la lista del Movimento Cinque Stelle: a causa delle liti interne, Grillo non ha concesso l’uso del simbolo.

Elezioni che non sembrano scaldare il cuore ad una regione da tempo abbandonata a se stessa, morsa da una crisi economica che non ha eguali nel resto del paese (uno su tutti il dato della disoccupazione: 18%). E così a farla da padrone è l’astensionismo: ieri è andato al voto solo il 52,2 per cento dei sardi, con un crollo del 15 per cento rispetto a 5 anni fa. A contribuire al calo, forse anche l’assenza dei grillino che alle politiche dello scorso anno avevano preso quasi il 30% dei voti.

Il ritardo nel conteggio dei voti è stato dovuto alle procedure previste dalla legge regionale. Solitamente, infatti, vengono prima scrutinati i voti per i candidati presidente e, in un secondo momento, quelli di lista. In Sardegna questo è vietato. Di contro, c’è già qualche indicazione sui risultati delle singole liste: Forza Italia 18%; Udc 7,8%; Pd 22%; Sel 5,1%; Sinistra sarda (Prc-Pdci) 2%; Idv-Verdi 0,9% e Psi 1%.