Franco e Giorgio del Boss Cavalieri del lavoro

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Egregio Sindaco

Lei conosce la storia recente di questa città. Converrà che “La
Cantina del Boss” è parte integrante è fondamentale di questa storia
una storia particolare ed unica. La “cantina” è stata sempre il
ritrovo dell’umanità popolare ed artistica che ha caratterizzato le
vicende delle città o dei paesi del globo. Moliere nelle sue
scorribande quotidiane entrando nelle taverne di Parigi e conversando
con gli amici soleva ricordare che “grande è la fortuna di colui che
possiede una buona bottiglia, un buon libro, un buon amico”. Qualche
secolo più tardi Charles Baudelaire, poeta e uomo notturno ebbe a
scrivere che il vino e l’uomo sono due lottatori tra loro amici, che
si combattono senza tregua, e continuamente rifanno pace. Il vino
abbraccia sempre il vincitore. Insomma Signor Sindaco troppo vino o
troppo poco: se non gliene diamo, non può trovare la verità; se gliene
diamo troppo nemmeno. Il Boss è ed è stato tutto questo. Ma non solo.

Subito dopo il sisma ha rappresentato un punto di riferimento sociale
ed umano imprescindibile. Pezzi della vita frammentata della città si
sono ricomposte fuori e dentro “Il Palazzo del Capitano”. Piazza
Regina Margherita è l’architrave di molte relazioni. I fratelli del
Boss per tutto quello che hanno fatto in questi anni meritano una
“ricompensa sociale e di stile”. Ci piacerebbe che Lei proponesse
Franco e Giorgio Cavalieri del Lavoro, -non sorrida- e
dell’intrattenimento. Ma veri cavalieri del lavoro. Si perche essi
sono coloro che hanno lavorato, lavorano e lavoreranno. Si faccia
promotore di questa inizativa. Per molti aquilani è tutto ciò è la
giusta ricompensa a Franco e Giorgio, ma è anche la giusta ricompensa
a tutti noi che abbiamo una “faccia un pò così che amiamo L’Aquila”.

 

Alfonso De Amicis

Domani in Consiglio regionale: interrogazioni PRC su sanità nella ASL aquilana

ACER

 

 

 

 

 

 

 

 

Domani all’ordine del giorno del Consiglio regionale vi sono due mie interrogazioni relative all’Asl Aquila-Avezzano-Sulmona.

La prima riguarda la vicenda della mancanza del 4° medico di base dal 1° marzo 2012 per circa mille residenti dei comuni di Villetta Barrea, Civitella Alfedena e Barrea, nell’Alta Valle del Sangro.

La seconda interpellanza al presidente Chiodi riguarda la situazione degli Lsu della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila che vivono una situazione di precarietà da più di 12 anni e sono stati oggetto di un’ingiusta discriminazione rispetto a precedenti stabilizzazioni e ora rischiano di perdere persino il lavoro. Ricordo che il servizio e’ talmente necessario che viene di sovente richiesto un ampliamento di orari per soddisfare le esigenze dei vari presidi ospedalieri.

Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC

RIFONDAZIONE COMUNISTA CON I DISABILI : “GIU’ LE MANI DALLE PENSIONI DI INVALIDITA’ E INDENNITA’ DI ACCOMPAGNAMENTO”

ACER

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come già denunciato da Rifondazione giorni fa, il governo vuole davvero tagliare pensioni di invalidità e accompagnamento per fare cassa. Le associazioni giustamente rispondono duramente. Noi siamo e saremo sempre dalla parte delle persone con disabilità e delle organizzazioni che le rappresentano.

I tagli annunciati andrebbero ad aggiungersi a quelli già apportati dai precedenti governi ai fondi sul sociale, praticamente quasi azzerati, e ai trasferimenti agli enti locali, che hanno causato il ridimensionamento dell’intervento sociale pubblico scaricando ancora una volta tutto il peso dell’assistenza sulle spalle delle famiglie.

Sono state diffuse le “Proposte di revisione della spesa pubblica” redatte dal Commissario Straordinario per la revisione della spesa, Paolo Cottarelli. Fra le ipotesi di spending review sono previsti anche preoccupanti interventi sulla spesa per le invalidità civili. Nel mirino soprattutto l’indennità di accompagnamento, attualmente l’unico sostegno certo alle persone con grave disabilità e alle famiglie che prevalentemente rappresentano per loro l’unico supporto in assenza o carenza di servizi pubblici.

Secondo Cottarelli bisogna introdurre un limite reddituale alle indennità di accompagnamento, specialmente per gli ultrasessantacinquenni, e intensificare i controlli verso i presunti abusi.

L’ISEE – che dovrebbe essere uno strumento di equità e non di taglio della spesa – è quello stesso indicatore che considera alla stregua dei redditi da lavoro e da rendite finanziarie le pensioni (280 euro) e le indennità di accompagnamento (500 euro).

Le proposte del Commissario Straordinario avranno un impatto sociale sui singoli e sulle famiglie.

Va rigettata qualsiasi ipotesi di intervento sulle uniche provvidenze certe a favore delle gravi disabilità.

Rifondazione Comunista sosterrà tutte le iniziative di mobilitazione che le associazione dei disabili.

Renzi e i suoi ministri pensano di accontentare le richieste di austerità della Bce e della Merkel massacrando ancora di più le fasce più deboli della popolazione.

Anche se alle voci seguono smentite, non vorremmo che con la scusa della guerra ai falsi invalidi si colpissero i veri invalidi, semmai togliendo loro diritti e prestazioni giù acquisiti attraverso la scure del nuovo Isee, che considera addirittura come redditi pensioni e indennità, al pari delle rendite finanziarie. Il governo pensi a tagliare le vere spese inutili, a partire dagli F35, dalla Tav in Valsusa e dai regali di miliardi di euro pubblici alle banche. Anche per queste ragioni noi siamo per un’altra Europa, sociale e solidale, che tiene al primo posto i diritti dei cittadini e non li usa come mangime per gli avvoltoi della speculazione finanziaria.

De Amicis:”Da venti anni si applicano le stesse ricette con il risultato che il malato è moribondo”

alfonso

 

 

 

 

 

 

 

 
Per crescere bisogna tagliare. Questo come i precedenti, è un Governo
del fare. Non hanno grande fantasia, ma fanno. Da venti anni hanno una
sola priorità: Tagliare.Da venti anni immersi nel sonno della ragione.
Da venti anni che si applicano le stesse ricette con il risultato che
il malato è moribondo. Si applicano, questi postulati che lor signor
amano chiamare “ridurre le spese improduttive”.Queste “priorità”
vengono sempre giustificate da parole ridondandi, con la musica sempre
attiva di tutti i media.  Tuttavia, le potature, le sfoltiture non
hanno rigenerato la pianta. Anzi, essa ha sempre più un aspetto
rachitica e abbandonata. Somiglia molto, di aspetto,  ad uno uscito da
un incidente stradale. Renzi e Delrio con piglio di vecchio stampo, un
pò craxiano, hanno nel mirino, pensioni, disabili e come sempre il
pubblico impiego. La dimensione dell’intervento è paragonabile
soltanto a quanto avvenuto in Grecia negli ultimi quattro anni. Le
incertezze riguardano il come, insomma attraverso quale strumento
verrà realizzato e organizzato. Il governo dei “gggiovani”(in verità
replicanti) è impegnato serenamente e seriamente a finanziare e dare
stimolo all’economia italiana. Loro sono, sempre impegnati seriamente
“per rimettere dei soldi in tasca agli italiani”. Si tolgono soldi e
certezze a determinati soggetti, quindi trasferirli alla platea da
accontentare (dopo le elezioni e sempre se le stesse daranno il
responso auspicato). Tuttavia per comprendere il tono di questi
provvedimenti, bisogna leggere attentamente come intendono affrontare
il tema della disabilità ( ricordate le carrozzine dei malati di Sla
di fronte al Parlamento? Mai era accaduto una cosa del genere).  “Per
garantire controlli, equità ed evitare abusi(Sic!) applicheremo
l’ISEE, L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente
recentemente rivisto dal governo Letta. Assisteremo quindi con molta
probabilità a uno “scarico dell’handicappato” in altra residenza, in
modo ada evitare che il cumulo dello stipendio del lavoratore e
pensione del disabile facciano quel “tetto” che fa perdere alcuni
diritti. Nello stesso tempo i “fortunati” che riusciranno a “piazzare
il familiare disabile in altra residenza ufficiale, perderanno il
diritto alla legge 104(perché non sarà più in casa). Chiaro,
lapalissiano, semplice come la volontà degli atti amministrativi e di
legge diventino omicidi. Mica abbiamo intenzione di toglierti il pane
dalla bocca? Giammai, noi non lasciamo nessun indietro( parole,
parole, già ascoltate)vi costringiamo a farlo da soli. Sarete voi i
becchini dei vostri parenti e di voi stessi. Finanzismo allo stato
puro.
 

Alfonso De Amicis

L’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo:” Siamo pronti a occupare il parlamento per non far smantellare lo stato sociale!”

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FAND e FISH contro i tagli dell’indennità di accompagnamento
Sono state diffuse le “Proposte di revisione della spesa pubblica” redatte dal Commissario Straordinario per la revisione della spesa, Paolo Cottarelli.
Fra le ipotesi di spending review sono previsti anche preoccupanti interventi sulla spesa per le invalidità civili.
Nel mirino soprattutto l’indennità di accompagnamento, attualmente l’unico sostegno certo alle persone con grave disabilità e alle famiglie che prevalentemente rappresentano per loro l’unico supporto in assenza o carenza di servizi pubblici.

Secondo Cottarelli bisogna introdurre un limite reddituale alle indennità di accompagnamento, specialmente per gli ultrasessantacinquenni, e intensificare i controlli verso i presunti abusi.
Il documento del Commissario straordinario ripropone vetuste e discutibili proiezioni evidenziando come in alcune Regioni vi siano percentuali maggiori di indennità di accompagnamento rispetto ad altre. Abusi, quindi, che sarebbero dimostrati appunto dai “picchi territoriali” e da un aumento della spesa non dimostrata da “flussi demografici”.

Il Commissario non ha incrociato i dati con la spesa per i non autosufficienti in quelle stesse Regioni. Scoprirebbe che, laddove le Regioni (esempio Calabria) spendono pochissimo per i disabili gravi, il numero delle indennità di accompagnamento lievita proporzionalmente. E soprattutto non ha presente i tagli massicci che la spesa sociale ha subito nell’ultimo decennio che spingono gli stessi Comuni a consigliare i propri Cittadini ad avviare le procedure di riconoscimento dell’indennità di accompagnamento.

Quanto ai controlli, il Commissario dovrebbe valutare l’efficienza e l’efficacia del milione di controlli sugli invalidi civili negli ultimi 5 anni, verifiche che hanno prodotto costi spaventosi (30 milioni di euro solo per medici esterni all’INPS lo scorso anno) e scarsi risultati. Verifiche che hanno prodotto ritardi spaventosi negli ordinari accertamenti (sfiorano i 300 giorni di attesa per un verbale di invalidità) e enormi disagi in chi ha necessità di sostegno e aiuto.

L’ISEE infine – che dovrebbe essere uno strumento di equità e non di taglio della spesa – è quello stesso indicatore che, nonostante le reiterate proteste di FAND e FISH, considera alla stregua dei redditi da lavoro e da rendite finanziarie le pensioni (280 euro) e le indennità di accompagnamento (500 euro).

Le proposte del Commissario Straordinario necessitano di un avallo politico: Governo e Parlamento dovranno operare una valutazione dell’impatto sociale sui singoli e sulle famiglie. FAND e FISH vogliono intervenire in questa valutazione e richiederanno oggi stesso un incontro con il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti.
FAND e FISH rigettano qualsiasi ipotesi di intervento sulle uniche provvidenze certe a favore delle gravi disabilità. Interverranno in tutte le sedi istituzionali per contrastare questa previsione e per evidenziare quali siano gli effettivi rischi per i singoli e per le famiglie italiane. Si cercherà il confronto con la fermezza e la determinazione che queste prospettive impongono.
Se sarà necessario non è da escludere una mobilitazione nazionale tale da esprimere, con tutta la forza possibile, la disperazione che tali misure generano in una già grave situazione per le persone con disabilità e le loro famiglie.

19 marzo 2014

Il Presidente Nazionale FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap

Pietro Vittorio Barbieri

Il Presidente Nazionale FAND – Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità

Giovanni Pagano.

Riflessioni del Duca

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Tutti i giornali concordano. Come ai tempi del duce, la Stampa Il Corriere della Sera (corriere dello zar) La Repubblica(prima non c’era ovvio, la REPUBBLICA nacque dopo) sottolineano che la Merkel approva quanto postulato dal podestà d’Italia.

 

Come ai bei tempi manca solo l’asse con Tokio. Ricostituito il vecchio patto possiamo dichiarare guerra ai deboli di tutti il mondo. Abbiamo tutto finanza, banche, economia, media, televisioni per catturare l’anima e la coscienza che ci rimane? E’ noi che facciamo? Speriamo in ET.

marzo 2014           Il Duca Gagliardo Della Forcoletta

L’Aquila-Perugia 0-0 Le Pagelle

 

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Di Alessandro Mellone

Pagelle

Testa 7- portiere garanzia, compie un paio di interventi importanti, nel 2° tempo rischia di capitolare su una bordata da fuori, ma riesce alla fine a far sua la palla. Lucchetto.

Pedrelli 6,5 grandissima prova in fase difensiva, un mastino. Dalle sue parti trovano tutti terreno minato, meglio girare a largo. In spinta invece non offre un grande apporto, ma si giocava col Perugia una corazzata a cui non puoi concedere nulla. Tanta sostanza.

Zaffagnini 6,5  cambiando l’ordine dei difendenti il risultato non cambia. Altra prova di sostanza del centrale rossoblù pur orfano del collega Capitano. Si trova benissimo anche con il rientrante Ingrosso. Sicurezza.

Ingrosso 7  lo si rivede in campo dopo l’opaca prova in quel di Pisa(appena rientrato da lungo infortunio). Fornisce una prestazione maiuscola, da migliore in campo, rincuorando tutti come Vasco: IO SONO ANCORA QUA! Bentornato.

Dallamano 6,5  buona prova del terzino rossoblù, più attivo rispetto alle ultime apparizioni. Bene ed attento in difesa, in avanti sbaglia qualche pallone di troppo. Esperto.

Corapi 6+  una prestazione non insufficiente, ma nemmeno da suo pari. Si nota dall’inizio della gara che qualcosa non va. In effetti sente il riacutizzarsi della pubalgia di cui soffre da inizio stagione e viene sostituito nel 2° tempo. Per una volta NON il migliore in campo, capita anche al migliore. Fondamentale recuperarlo al 100% per il finale di stagione.

Maltese 6+  alterna ottime giocate a pause o qualche errore di troppo. Ma il giocatore c’è ed aiuta la squadra a reggere l’urto del Perugia nel 1° tempo per cercare poi i 3 punti nella ripresa. Risorsa importante per la mediana.

Del Pinto 6+ tanta tanta sostanza come al solito, corre e rincorre gli avversari per due. Gli mancano un po’ le sortite offensive alla Vidal cui ci aveva abituato. Maratoneta.

Frediani 6+  si impegna molto e cerca di trovare il guizzo giusto, ma è poco supportato dai compagni di reparto. Finisce per spegnersi e viene sostituito nel finale. Si può fare di più con quei piedi.

Pià 5  all’inizio fa tanto movimento, ma non riesce mai a trovare quello giusto per impensierire i difensori perugini. Lo trova finalmente a 20’ dalla fine su assist di Ciciretti, saltando il portiere ospite e ottenendo un rigore sacrosanto che sarebbe stato decisivo per la vittoria. Purtroppo lo calcia debolmente regalando palla all’estremo già in terra prima del calcio. Ci aspettiamo ben altre prove da lui, rigori a parte.

De Sousa 5,5  stranamente imballato con le gambe non riesce a trovare la posizione giusta in campo viene sostituito nell’intervallo avendo problemi fisici, si parla di stiramento. Giornata no.

Gallozzi 6  entra in campo deciso ad aiutare la squadra a vincere, la gamba c’è, i piedi un po’ meno. A fine stagione farà una gara sui 3.000 siepi e sui 5.000 metri con Del Pinto per decidere chi è il vero re del mezzo fondo tra i rossoblù.

Angelilli s.v.  subentra a 7’ dal termine, non giudicabile.

Ciciretti 6 entra con lo spirito giusto in campo, ma si perde in numeri e doppie finte inutili se non dannose, dato che rischiano di regalare agli umbri ripartenze letali a quel punto della gara. Ma si da’ da fare per aiutare i suoi compagni a pressare alto e recuperare palla sulla trequarti ospite e trova la giocata importante, quella che ci si attende da uno come lui. Assist che manda Pià a tu per tu col portiere umbro che lo stende per il conseguente rigore con espulsione. Meno fumo più concretezza e cattiveria agonistica Amato, che i piedi ed il talento li hai!

Pagliari 6.5  tatticamente la partita che fa giocare ai suoi è corretta, ma stavolta forse poteva far meglio con i cambi. Stratega.

 

Dimissioni dal sindacato

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> Sono passati sette anni dall’inizio della grande
> crisi, cinque anni dal sisma
> dell’Aquila, cinque anni dall’ultimo Congresso della CGIL.
> Da allora si sono susseguiti arretramenti e
> sconfitte per la maggior parte di noi.
> La condizione delle donne, degli uomini, dei giovani che la CGIL presume di
> rappresentare sono peggiorate. E sono
> peggiorate le condizioni degli abitanti di questo limbo dell’entroterra
> dell’Abruzzo
> terremotato.
> Purtroppo il sindacato è stato subalterno alla
> logica dello stato
> d’eccezione
> che la Protezione Civile ha assunto come forma di governo autoritario
> all’indomani della tragedia del 6 aprile. Quel presupposto,
> anche se in altre forme, domina
> ancora la scena politica e sociale dell’intero territorio contaminando il
> cuore e l’anima
> dell’intera popolazione.
> La ricostruzione non riparte e tuttavia c’è un evidente
> paradosso: la Fillea (Federazione Italiana Lavoratori Edilizia e del Legno),che
> teoricamente dovrebbe fare un pieno di iscritti invece
> ha gravi difficoltà.

> Quindi sale spontanea una domanda: il
> sindacato, di fronte alla evidenza più eclatante, quella di una
> “avarizia” governativa senza limiti che ammanta la propria insipienza
> con un proliferare di norme, regole, riforme presunte e/o minacciate, quali
> forme di protesta ha messo in campo? Nulla! Infatti oggi la città
> è morta. Siamo già sul piano inclinato di una “moderna Pompei”. In generale,
> anche in ambito italiano, le condizioni di arretramento salariale, di vita,
> culturale, psicologica è devastante.
> Nella peggior crisi dal dopoguerra, mentre tutte le
> conquiste sociali svaniscono come neve al sole, la CGIL ha completamente
> sbagliato strada. Non è stata all’altezza della
> sfida e nemmeno alla propria lunga storia passata.
> I suoi punti di riferimento, di consenso e legittimazione,
> non sono più le masse di lavoratrici e lavoratori, studenti,
> precari, disoccupati, migranti, ma il sistema istituzionale, i
> partiti. Questo aspetto risulta tanto più negativo, soprattutto perché
> siamo in presenza di una crisi di legittimità, e di consenso di ogni
> apparato istituzionale. Il disastro ha ulteriormente
> allargata questa distanza, diventata ormai siderale. Siamo in presenza
> di una democrazia oligarchica. Essa si riflette in tutte le istanze
> della rappresentanza. Il sindacato così come configurato è parte
> del problema. La legge sulla rappresentanza pomposamente chiamata
> “Testo Unico”, così come l'”Italicum”, sono un tuttuno autoritario, e
> costituiscono un attacco alla Costituzione.
> Tutti i più grandi costituzionalisti democratici convengono
> su questo pericolo. Intanto i governi continuano con le politiche
> di austerità che distruggono quanto rimasto dello stato sociale.
> Scuola, sanità, pensioni, previdenza sono sotto il
> più sfrenato attacco. Queste direttive hanno l’imprimatur del pilota
> automatico imposto dalla BCE e dai trattati europei. La democrazia
> economica e sociale in questo paese non esiste più, le decisioni vengono prese a Bruxelles. Qualità della vita
> e democrazia appartengono
> ad un altro periodo storico. Il sindacato è del tutto subalterno alle logiche
> del capitale multinazionale e finanziario. Ma non è solo il gruppo
> dirigente ad essere subalterno e complice con questa
> situazione.
> L’intero corpo della CGIL ha assorbito dentro di sé l’acronimo
> T.I.N.A. di tacheriana memoria: “Non c’è Alternativa
Tutti conoscono degli esiti disastrosi della crisi
ma essa stessa diventa forma di governo,
> arnese di decisioni tirannicide e di ristrutturazione capitalista.
> Il sindacato è ormai complice di questo processo. Noi pensiamo
> che ci siano e sia possibile percorrere altre strade. Per tutti
> questi motivi usciamo dalla CGIL. Riconsegno la tessera che per
> tantissimi lavoratori è stato vanto di militanza sindacale e civile.
Alfonso De Amicis Lavoratore Archivio di Stato

La Bce detta l’agenda dell’austerità: Nuove manovre entro 2016

lacrime e sangue

 

 

 

 

 

 

 

fonte controlacrisi.org

 

I paesi membri non abbassino la guardia sul risanamento dei conti: per centrare gli obiettivi del Patto di Stabilità servirebbero nuove manovre nel 2015-16. Sono le parole forti e chiare lanciate dagli analisti della Bce in un articolo pubblicato sull’ultimo Bollettino mensile dell’istituto. «È necessario ma è anche probabile che entro il 2016 la maggior parte dei governi adotti ulteriori interventi di risanamento», si legge nel testo. «Serve infatti ulteriore impegno nel riequilibrio dei conti per ripristinare finanze pubbliche solide nell’area dell’euro. In assenza di tale riequilibrio – si legge nel testo – vi è il rischio di ricadute negative sui titoli di Stato. Inoltre, le ulteriori possibili conseguenze avverse sul clima di fiducia potrebbero ostacolare la ripresa dell’economia». Gli analisi si basano su ipotesi che includono tutti i provvedimenti già approvati dai parlamenti nazionali, o che sono stati definiti in sufficiente dettaglio dai governi e probabilmente supereranno l’iter legislativo. «Per la maggior parte dei paesi le misure considerate nello scenario di base delle proiezioni – si sottolinea – non bastano a realizzare il risanamento richiesto nel quadro del meccanismo correttivo e di quello preventivo del Patto di stabilità e crescita».

L’impegno a soddisfare tali requisiti si riflette ampiamente negli obiettivi di bilancio delineati dai governi nelle leggi di bilancio o nei progetti di documenti programmatici di bilancio per il 2014, spiegano gli analisti della Bce. Tuttavia, «gli interventi tesi al raggiungimento di tali obiettivi spesso mancano oppure non sono sufficientemente precisati nel dettaglio e, pertanto – si legge – non se ne tiene conto nello scenario di base delle proiezioni, in particolare per il 2015-2016, periodo che non è compreso nelle manovre di finanza pubblica e nelle leggi di bilancio di gran parte dei paesi». Il punto è dunque il «divario» fra gli obiettivi di bilancio dei governi e lo scenario dei conti pubblici utilizzato per le proiezioni. Ma non solo, gli analisti rilevano «incertezze» nei target di finanza pubblica fissati dai governi con la probabilità di ulteriori interventi di risanamento. In base a queste premesse, per «l’area dell’euro si valuta un risanamento aggiuntivo pari a circa lo 0,1% del Pil nel 2014, mentre ulteriori interventi di riequilibrio saranno probabilmente adottati nel 2015 (intorno allo 0,6%) e in misura inferiore nel 2016 (circa lo 0,3%); il valore cumulato si collocherebbe quindi intorno all’1% del Pil entro la fine del 2016», affermano gli esperti della Bce.

Insomma, la Bce detta l’agenda dell’austerità dei prossimi anni e i Paesi membri dovranno fare altre manovre ‘lacrime e sangue’ per rispettarla. Serve davvero un’altra Europa e anche un’altra banca europea.