Franco e Giorgio del Boss Cavalieri del lavoro

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Egregio Sindaco

Lei conosce la storia recente di questa città. Converrà che “La
Cantina del Boss” è parte integrante è fondamentale di questa storia
una storia particolare ed unica. La “cantina” è stata sempre il
ritrovo dell’umanità popolare ed artistica che ha caratterizzato le
vicende delle città o dei paesi del globo. Moliere nelle sue
scorribande quotidiane entrando nelle taverne di Parigi e conversando
con gli amici soleva ricordare che “grande è la fortuna di colui che
possiede una buona bottiglia, un buon libro, un buon amico”. Qualche
secolo più tardi Charles Baudelaire, poeta e uomo notturno ebbe a
scrivere che il vino e l’uomo sono due lottatori tra loro amici, che
si combattono senza tregua, e continuamente rifanno pace. Il vino
abbraccia sempre il vincitore. Insomma Signor Sindaco troppo vino o
troppo poco: se non gliene diamo, non può trovare la verità; se gliene
diamo troppo nemmeno. Il Boss è ed è stato tutto questo. Ma non solo.

Subito dopo il sisma ha rappresentato un punto di riferimento sociale
ed umano imprescindibile. Pezzi della vita frammentata della città si
sono ricomposte fuori e dentro “Il Palazzo del Capitano”. Piazza
Regina Margherita è l’architrave di molte relazioni. I fratelli del
Boss per tutto quello che hanno fatto in questi anni meritano una
“ricompensa sociale e di stile”. Ci piacerebbe che Lei proponesse
Franco e Giorgio Cavalieri del Lavoro, -non sorrida- e
dell’intrattenimento. Ma veri cavalieri del lavoro. Si perche essi
sono coloro che hanno lavorato, lavorano e lavoreranno. Si faccia
promotore di questa inizativa. Per molti aquilani è tutto ciò è la
giusta ricompensa a Franco e Giorgio, ma è anche la giusta ricompensa
a tutti noi che abbiamo una “faccia un pò così che amiamo L’Aquila”.

 

Alfonso De Amicis