I tabù della sinistra radicale

idea

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Recentemente è uscito in Francia un libro dal titolo oltremodo esplicativo “La gauche radicale e ses tabous: purquoi le Front de gauche échoue face au Front national” autore Aurelian Bernier di ATTAC Francia. Il libro che in apparenza sembra ragionare sulla dimensione transalpina della sinistra, in realtà parla molto della politica nostrana. Occorrerebbe riflettere su questo testo visto che mai, come in questo periodo la sinistra italiana procede a tentoni, a fari spenti nella notte. Il libro tratta dell’ascesa del Front national, del suo sfondamento nelle classi popolari e della modifica di indirizzo, che almeno apparentemente, ha impresso Marine Le Pen.

Ma il soggetto vero dell’analisi e della ricostruzione di Bernier è la sinistra francese(ma anche quella nostrana). Bernier ricostruisce le varie fasi in cui, dal 1984 ad oggi, l’elettorato comunista e apparentato si è assottigliato, specie a seguito della mutazione di processo di allontanamento dalle proprie radici ideologiche e di cultura politica, mentre parallelamente cresceva la fiamma lepenista. Progressivamente da Mitterand in poi sia la sinistra soclialista e non solo, ha progressivamente perso credibilità presso le classi popolari e questo è avvenuto dal momento che i loro leader aprono a scelte neoliberali per non chiuderle mai più.

Il FN ha di fatto approfittato del varco aperto disegnando una prospettiva inquietante. Anche il PCF subisce la stessa sorte per avere, all’inizio seguito i socialisti nella politica del rigore. Bertinotti qui da noi ha seguito perfettamente lo schema frncese. Tuttavia ritornando nella politica transalpina constatiamo che dopo queste prime turbolenze si apre una prospettiva di ben ampia disfida. Le Pen in occasione della campagna contro L’Europa di Maastricht, diviene il vessillo, l’icona della lotta contro il mondialismo della globalizzazione neoliberista e contro l’integrazione europea, che ne è lo strumento per soggiogare i popoli europei, cancellare le nazioni.

Il FN si presenta sulla scena nazionale ed europea come il principale attore politico capace di difendere lo spazio sovranista nei confronti della commissione europea. Insomma la bandiera della sovranità, che non è questione di vecchio nazionalismo, come spesso viene posta in modo strumentale dalla stampa al servizio dei poteri sovranazionali, è a tuutto vantaggio di una destra che è stata capce di riverniciarsi, di essere molto camaleontica.

Qui escono fuori i tabù pollitici, ideologici e culturali che coinvolgono molta della sinistra radicale europea. I tre tabù sono: il protezionismo (che viene riffiutato in favore della scelta del liberoscambista), la sovranità nazionale ( dipinta come di destra o non considerata, e su questo si potrebbe scrivere un libro); L’Europa, cui si guarda come ad un feticcio che non ci si può rifiutare di idolatrare, pena il rischio di essere additati come nazionalisti. Quanto di questo discorso riguarda anche noi? Quanta di questa discussione pubblica sia stata presa in considerazione nelle ultime elezioni e non solo è e dovrebbe essere oggetto di una riflessione altrettanto pubblica. Vedo in giro molti silenzi e molte abdicazioni culturali e politiche.

 

Alfonso De Amicis