Salvo Vitale: deprecabile l’uso del nome di Peppino per fini commerciali che nulla hanno a che fare con il suo pensiero

 

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“L’esortazione alla bellezza” di Peppino Impastato diventa spot

 

Redazione Today 27 Dicembre 2013

Maria Carola Catalano

Alessandro Forte e Stefano Ottone, trentenni lombardi che hanno creato il marchio di occhiali Glassing, rendono omaggio al giornalista, nato e vissuto a Cinisi, assassinato il 9 maggio ’78 facendo recitare all’attore protagonista della pubblicità una parte della poesia scritta dal militante che ha fatto della lotta alla mafia la sua ragione di vita.

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”, scriveva Peppino Impastato.

Queste poche parole sono piene di significato e attualissime. Certo, se Peppino potesse vedere lo spot, probabilmente, non sarebbe felice di vederle associate ad un marchio. Chi come me è nato a Cinisi ed ha sentito i racconti di chi Peppino l’ha conosciuto sà che lui e la moda non avevano nulla in comune. Non avrebbe mai indossato quegli occhiali. Peppino andava in giro con i pantaloni stracciati e alle volte anche scalzo. Era un uomo profondo e per questo spesso incompreso, una persona introspettiva che cercava di andare al nocciolo delle cose. Io credo che non avrebbe apprezzato il mondo di oggi dove l’apparenza è sovrana e il consumismo ha avuto la meglio. Ritengo che se fosse vissuto sino agli anni 2000 avrebbe scritto parole ancora più dure di quelle che ci ha lasciato in eredità.

La bellezza a cui si riferiva era quella della natura che i palazzinari negli anni 60 iniziavano a distruggere in nome dei loro interessi economici. Sono passati oltre cinquant’anni da allora e le cose non sono cambiate. In Sicilia, come altrove, si continua a costruire; anche quel poco verde che è rimasto sta per scomparire per essere sostituito da centri commerciali, alberghi e locali alla moda. Ecco perchè, anche se Peppino non avrebbe sposato la causa della Glassing, è comunque positivo il fatto che alcuni membri di un mondo così distante da lui, facciano proprie le sue parole. Voglio salutare l’anno che si sta per concludere e iniziare il nuovo in maniera positiva pensando che non si tratti solo di marketing ma di un elogio alla bellezza (quella vera, delle origini) che i trentenni hanno il dovere morale di riscoprire e difendere.