EMERGENZA CLIMA

Il quinto rapporto del GIEC (Esperti Internazionali sull’Evoluzione del Clima) lancia di nuovo l’allarme sulle condizioni del nostro pianeta. Gli scienziati prefigurano consistenti aumenti delle temperature e del livello dei mari nei prossimi decenni.
Purtroppo gli unici a dar loro considerazione sono coloro che fanno profitti sui disastri ambientali. Gli autori del rapporto sono convinti che il riscaldamento è dovuto principalmente alla “attività umana”. “I fattori naturali giustificano un aumento di temperatura di 0,1 °C del periodo preindustriale. Poca cosa rispetto all’aumento osservato che è di 0,85 °C”.
Insomma nei prossimi decenni l’aumento dovrebbe essere di 4 °C e gli Oceani dovrebbero alzarsi da più uno a tre metri. La minaccia contro le zone costiere dove vive la maggior parte dell’umanità è fonte di forte inquietudine. Così come forte inquietudine destano gli impatti dovuti alle modificazioni del clima: più desertificazioni nelle regioni aride, più precipitazioni nelle regioni umide, accentuazione dei fenomeni metereologici estremi, acidificazione degli oceani, indebolimento delle correnti marine. Il pianeta affonda ma nessuno sembra preoccuparsene. Tuttavia, sono convinto che solo la  presa di coscienza della parte più responsabile e attiva del mondo del lavoro può mettere fine a questa corsa verso la catastrofe. Bisogna abbandonare la stupida rivendicazione economicistica dei sindacati ormai subalterni alla logica del profitto che prevede la “riformistica ripartizione dei frutti della crescita” e invece, va favorita e attivata una contestazione dell’attuale modello di accumulazione capitalistico che ormai sta esaurendo qualsiasi fonte di ricchezza naturale. Dall’acqua al petrolio. Così come vanno respinte al mittente le cosiddette quote verdi di carattere europeo che non sono altro che sfruttamento di risorse comunitarie volte al solo scopo di mettere su impianti falsamente innovativi, cavalli di “Troia” per trasformare quest’ultimi in bruciatori di rifiuti.
La strada per una riconversione economica passa per una strategia eco-socialista che elimini anche l’alienazione produttivistica-consumistica e quindi soddisfare i bisogni democraticamente discussi  e determinati.
Tempera (AQ), 17 ottobre 2013

Alfonso De Amicis