Di Roberto Santilli giornalista Abruzzoweb
A Natale dobbiamo dirci la verità. Vivere all’Aquila è una sciagura. C’è chi si aggrappa ai ricordi e riesce a far finta di niente chiudendosi in un locale con gli amici di sempre, altri non ne vogliono sapere di uscire, di migliorare la vita sociale. Intanto questa città viene ricostruita senza criterio e pure a singhiozzo, con un gigantesco punto interrogativo sul futuro che presto sarà una croce.
E noi non possiamo farci niente, al massimo riusciamo a mantenere vivo il sentimento per ciò che è stato e che non tornerà più. Incastrati in un presente senza direzione, incastrati nel passato di bellezza e noia che oggi vorremmo come il pane, perché significherebbe tranquillità. Siamo incastrati qui. E qualche schifoso nazista che siede a Bruxelles si permette pure di vietare la ricostruzione, tanto i bastardi al governo qui in “patria” obbediscono e non fiatano.
Per riprenderci L’Aquila, poche storie: bisogna gettare in mare tutti quelli che hanno deciso di mangiarsela o di farla morire così, con qualche palazzo rimesso a nuovo e nessun giovane a valorizzare L’Aquila che verrà. La galera non serve a niente, i mafiosi locali, nazionali e sovranazionali, fanno saltare in aria chi gli rovina il business, oppure distruggono la società stoppando gli investimenti che la salverebbero. L’unico modo che abbiamo di difenderci è scovarli e gettarli in pasto agli squali. Perché quella è la fine che meritano.