Nessuno può comprendere meglio di noi “terremotati” le folgoranti
spiegazioni circa la “Modernità Liquida, da parte di Zygmunt Bauman.
Il demone della paura si è annidato dentro la società aquilana e dei
paesi limitrofi. Incerti, fragili insicuri non riusciamo a controllare
più nulla. Non siamo in grado di controllare né da soli, in tanti o
collettivamente il presente, o il prossimo futuro. Manchiamo di
strumenti che ci consentano di analizzare il nuovo orizzonte. La
“politica” invece di concorrere al ricongiungimento di un sapere altro
e di essere forma organizzata di contropotere, viceversa, essa stessa
costituisce una nuova forma di controllo e di servizio verso un
“Leviatano” sfuggente, apolide, che noi comunemente chiamiamo
globalizzazione o “società aperta”. Questo spettro che si aggira nei
nostri paraggi in realtà ha la sembianza del “governo centrale” dei
“poteri sovranazionali” che attraverso artifizi di parole, e di
complessi giuridici smantellano confini e certezze, esponendo la
società aquilana e non solo ai colpi del “destino”.
L’incontrollabilità di queste forze determinano la nostra condizione
comune, fissano la gamma delle nostre possibilità, dei nostri diritti,
gli spazi di libertà. Ci è stato strappato dalle mani qualsiasi
condizione di scelta.L’ insicurezza del presente e l’incertezza del
futuro alimentano le nostre paure.Il sistema di “governance”
sapientemente costruito subito dopo il sisma e successivamente
reiterato in altre forme è simile al perimetro di una grande
azienda.La “governance” è controllo, sistema politico di
sorveglianza.Il complesso delle ordinanze, dei regolamenti sono
sottodiscipline di questo nuovo ordine..Non si scappa non si sfugge
alle reti e maglie della retorica delle nuove disposizioni sulla
“efficacia e razionalità” delle spese sulla ricostruzione. Su tutte
queste nuove forme disciplinari delle amministrazioni al servizio
dell’austerità della spesa pubblica avete mai ascoltato critiche,
prese di posizioni, denuncie della “politica” locale? Il Consiglio
Comunale che si vuole sovrano su cosa discute? Obbediente
all’economicismo del nuovo secolo, somiglia più ad un condominio che
ad una assise pubblica. “Nelle trasformazioni e contraddizioni del
mondo contemporaneo le paure economiche, le discriminazioni sociali,
le violenze politiche e le derive tecnologiche, i cataclismi naturali
e le minacce criminali finiscono spesso per sovrapporsi e confondersi,
amplificandosi a vicenda, producendo panico angoscia negli individui.”
Ecco noi siamo in questo gorgo.
Alfonso De Amicis