A proposito di Startup

idea

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non tutto è oro quello che abbaglia. Cosa si nasconde dietro i “nuovi
lavori” dietro il cosiddetto lavoro della conoscenza. Il processo che
ha portato all’allontanamento del lavoro vivo dai luoghi fisici di
cocentrazione produttiva è sicuramento il combinato di
ristrutturazione capitalistica tesi a ridurre la forza degli operai in
fabbrica e poi una nuova frontiera per la valorizzazione del capitale
e di nuove forme di sfruttamento. Quando si parla di queste nuove
frontiere del lavoro è lecito porsi alcune domande: fino a che punto e
che cosa accomuna la condizione di lavoro del lavoratore autonomo e il
lavoratore precario? La presunta autonomia del lavoro dipendente(ma
anche del lavoratore autono) nelle imprese a rete rispecchia molto la
retorics degli apologeti della new economy, più che i processi reali.
Anche dentro questi nuovi processi produttivi e di lavoro vi è quindi
precarietà intermittenza di reddito, assenza di tutele e diritti,
riduzione temporale delle aspettative. Una condizione che accomuna
questi ultimi alla gran massa dei lavoratori ormai globalizzati.
Paradigmatico il caso dei blogger dell’Huffington Post sul cui lavoro
gratuito si fonda il successo di questa testata. Alle timide richieste
di percepire un compenso per il loro lavoro, si sono sentiti
rispondere da Arianna Huffington: “Siete pagati dalla visibilità che
ottenete pubbligando sulle nostre pagine”.Sulle Startup,
sull’esaltazione dell’autoimpiego ci sono dati impietosi che non
lasciano scampo all’autoinganno. Dati che si riferiscono all’
Inghilterra: il 60% delle startup personali fallisce in meno di un
anno, l’80% entro tre anni. Ma dagli Stati Uniti la patria delle
tendenze moderniste arrivano notizie ancora peggiori in merito al
presunto contributo delle startup alle soluzioni del problema della
disoccupazione giovanile: le pagine economiche rivelano come le grandi
Internet Company non comprino più le startup allo scopo di integrarne
le attività nel proprio ciclo produttivo, ma solo per assicurarsi la
collaborazione dei loro talentuosi fondatori e/o arricchire il proprio
portafoglio di brevetti, dopodiché l’impresa acquisita viene “buttata
via” assieme alle persone che vi lavorano. Nei periodi di crisi
avviene quanto ci suggerisce Joseph Schumpeter che i capitali i
saperi le tecnologie hanno una concentrazione potente e inarrestabile.
Insomma giovani che si consegnano nell’aforisma dei feilici e
sfruttati. Non sanno di essere una classe in se ma non una classe per
se.

 

Alfonso De Amicis