Le mani sulla città e non solo

alfonso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arresti e indagati eccellenti in una Roma che è “una cagna in
calore”, in una Italia che scivola via verso la residualità storica.
Pura entità geografica. Risorse pubbliche che vengono privatizzate
attraverso gli appalti e pervicacemente indirizzati e manipolati da
interessi mafiosi. L’ennesimo caso, non sarà l’ultimo. “L’ascesa del
potere della finanza sulla politica e la conseguente ricerca del
profitto su tutto ciò che riguarda i beni pubblici inesorabilmente
portano al prevalere dell’interesse privato, sfociando ormai
costantemente nel mare aperto dell’illegalità”. Possiamo affermare che
si è raggiunta l’apoteosi del denaro e la morte della politica così
come conosciuta e praticata per buona parte del secolo passato. Oggi è
l’economicismo che detta l’agenda politica. Si fanno più affari con
gli immigrati, i rom che con lo smercio della cocaina o altre droghe
geneticamente modificate. Mentre avviene il saccheggio (il film di
Rosi impallidisce di fronte a questa nuda verità)gli stessi uomini
politici del Pd o di Sforza Italia fanno a gara per ammonirci sulle
salvifiche politiche dell’austerità espansiva, del jops act o sulle
privatizzazioni dei servizi pubblici locali.La fotografia che
immortala l’ideatore dell’ultima controriforma reazionaria sul mercato
del lavoro il ministro Poletti, è l’emblema del declino di quella che
fù la settima potenza industriale. E come sempre accade negli ultimi
tempi era al pranzo di gala a sua insaputa. Il 24 ottobre si è
scioperato (Sciopero indetto dai sindacati di base)perché i servizi
pubblici locali ritornino in mano ai cittadini, perché il governo
della cosa pubblica sia affidato alle assemblee elettive, perché la
gestione delle società pubbliche, che pubbliche devono rimanere, sia
agito da persone che rispondono agli interessi della collettività, e
non a quelli privatistiche del profitto. A chi in queste ore invoca la
privatizzazione delle aziende pubbliche, a seguito del malaffare che
le ha inquinate, bisogna rispondere che il malaffare risiede proprio
laddove sono state fatte le privatizzazioni e si è utilizzato lo
strumento degli appalti. In tal senso anche nella nostra città le
risposte che si vogliono dare alla crisi delle municipalizzate sono
subalterne alla logica del profitto e di una forma di privatizzazione
politicistica. Anche in questo caso vi è la complicità di tutti i
sindacati concertativi. Tuttavia in queste vicende odierne si
chiariscono oltre ogni limite e dubbio quale sia lo spessore umano,
etico, “politico” di questa gente che viene a chiederti il voto
“utile” perché non torni al potere Berlusconi, la mafia, la destra.
Pasolini lo avrebbe definito come una nuova forma di fascismo. Abbiamo
un popolo che è disposto a dimenticare, pieno di vuoti di memoria,
spesso ignorante, ed abbiamo la borghesia più ignorante d’Europa. Solo
un rivolgimento potrà salvarci da quello che si annuncia come il
peggior periodo storico dalla liberazione dal fascismo.

 

Alfonso De Amicis