Assoluzione di se stesso: Lo Stato si assolve

L'Aquila, lo striscione esposto in Piazza D'Armi

 

 

 

 

 

 

 

 

lo striscione dei rbe1978 comparso dopo la sentenza

 

 

” Medroso >Credete dunque che la mia anima sia alle galere?
Boldmind >Si, e vorrei liberarla.
Medroso >Ma, se io mi trovo bene nelle galere?
Boldmindi >In questo caso meritate di restarci.
(Voltaire Libertà di Pensare)

Verità e giustizia meritano di restare nelle galere? Verità e giustizia meritano forse di essere confinate in un’aula giudiziaria? O forse essendo la libertà una cosa “più divina che umana” ed essendo essa necessaria ma “corruttibile” ci eravamo illusi di farla amministrare dalla Giustizia con leggi preordinate, immutabili e di inesorabile verità. Alla lunga tutto si è rivelato un’illusione. Nulla più ci sorprende. Dopo la sentenza della Corte d’Appello di Roma sul caso Cucchi, ieri la sentenza di assoluzione della commissione grandi rischi. Lo Stato si autoassolve. Stefano non è stato ucciso da nessuno la commissione grandi rischi venuta a L’Aquila, per volere del plenipotenziario della Protezione Civile Guido Bertolaso, in effetti in quei giorni svolse un ruolo mediatico-politico.

E’ evidente che come molti hanno sottolineato che stia avvenendo qualcosa in questo paese e che si ascrive ad un nuovo corso dettato dall’attuale esecutivo e da tutti i media che lo sostengono. Non sono forzature inquadrando tutto ciò in un unico disegno. La necessità di autoassolversi e quella di determinare nuove condizioni politiche, economiche e dei rapporti sociali e culturali in grado di garantire il controllo della società tutta. Dalla TAV, alle lotte operaie, alla affermazioni di giustizia per i morti dell’ILVA, dei morti della strage di Viareggio, alla devastazione della città dell’Aquila tutto deve essere ricondotto ad una normalità istituzionale. Il recinto è dettato guai ad oltrepassare la siepe. Si deve andare di concerto, gli aspetti politici economici non possono non essere accompagnati da quelli culturali. Questo enorme rivolgimento ormai in atto da diverso tempo si è accompagnato al naufragare della società aquilana. Una naufragio di stampo gramsciano. “Ebbene come ti ho detto, un simile mutamento sta avvenendo in me(cannibalismo a parte).

Il più grave è che in questi casi la personalità si sdoppia: una parte osserva il processo, l’altra parte lo subisce, ma la parte conservatrice(finché questa esiste parte significa che c’è un autocontrollo e la possibilità di riprendersi)sente la precarietà della propria posizione, cioè prevede che giungerà un punto in cui la sua funzione sparirà, cioè non ci sarà autocontrollo, ma l’intera personalità sarà inghiottita da un nuovo “individuo” con impulsi, iniziative, modi di pensare diversi da quelli precedenti. Ebbene io mi trovo in questa situazione. Non so cosa potrà rimanere di me dopo la fine del processo di mutazione che sento in via di sviluppo.” (1933 6 marzo lettere dal carcere).

Ora per evitare la completa mutazione, la precarietà, l’inghiottimento, la sottomissione, cosi come per i casi più eclatanti che avvengono in questo disgraziato paese vanno messe in campo iniziative di lotta di conservazione della memoria, di trasformazione molecolare della società aquilana. In tal senso sarebbe opportuno convocare una manifestazione di massa da tenersi al più presto presso la Piazza principale della città. Esclude la presenza di quelle forze politiche che hanno contribuito e contribuiscono alla malversazione ed all’impoverimento di questo territorio.

 

Alfonso De Amicis