Il “Futurismo del governo Renzi”

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Confesso che ogni volta che guardo i volti della signora Madia così
come quella dagli occhi verdi della signora Boschi mi sovvengono alla
mente le immagini del film di Bellocchio “Vincere”. Il film narra le
vicende del primo Mussolini, quello per intenderci Socialista e
sindacalista. Il giovane socialista è innamorato della modernità
nascente vissuta con turbolenza insieme alla compagna Ida Dasler.

“Compagni! noi vi dichiariamo che il trionfante progresso delle
scienze ha determinato nell’umanità mutamenti tanto profondi, da
scavare un abisso fra i docili schiavi del passato e noi liberi, noi
sicuri della radiosa magnificienza del futuro…” Il bravo Renzi  è
al comando della radiosa magnificienza di una modernità neutra e priva
di contraddizioni. Il suo linguaggio “giovanilistico e rottamatore” in
preda alla “disperazione” del tempo, illusa nel proprio amore e nelle
proprie convinzioni e principi unitamente ai volti “immacolati”
giovani e belli dei propri ministri. Sotto questa coltre ideologica
vanno alla guerra contro i poveri e verso “docili schiavi del
passato”. La contraddizione non risiede più tra lavoro e capitale tra
sfruttamento egoismo e nuova umanità ma tra innovatori e conservatori.

Tuttavia Renzi più che un nuovo “imperatore” somiglia molto al giovane
Craxi e le giovin ministre somiglianno più alla Rachele Guidi che alla
esuberante Ida Dasler. Infatti Renzi la Madia e la Boschi si attestano
con songolare passione “nella vischiosa persistenza dell’abituine
italica a situarsi nella sudditanza subalterna” verso il capitalismo
trasnazionale statunitense ed alla preminenza dello stato germanico.
Senza nessuna strategia, cievamente parlano di riforme, per cambiare,
anzi sbloccare l’Italia. Si tratta, nel suo nudismo politico di un
accentramento autoritario della gestione statuale dentro un’ulteriore
avanzamento del liberismo. Una gravidanza figlia di un seme
opportunamente fatto germogliare dal duo D’Alema-Veltroni. Il loro
linguaggio, molto somiglia ai primi ruggiti della prima Forza Italia.

Antipolitica, slogan, frasi brevi e veloci, vanto del proprio
neofitismo, fine della idea partito per imporre finalmente una nuova
teologia del potere. Prestati allo scopo. Dopo, nulla rimarrà di
queste figure. Ma esse sono creature nate appositamente per far
“fallire” l’Italia. Piena subordinazione al modello dominante in
europa, e verso gli organismi internazionali, uno stato-commesso, un
ritorno a subaltenità di tipo “medievali” ma dentro gli anni duemila.
Per scalfire questo meccanismo fanno fatti saltare i Trattati su cui
si fonda l’Ue, quindi l’UE stessa. Il renzismo come arma di di
distruzione e distrazione di massa va rovesciato. Il prossimo
appuntamento del 28 giugno a Roma ci deve veder tutti partecipi.
Manifestazione del controsemestre europeo.

 

Alfonso De Amicis