Democrazia europea

alfonso

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel primo trimestre del 2014 il prodotto interno lordo è diminuito
dello 0,1 rispetto al trimestre precedente e dello 0,5 nei confronti
del primo trimestre del 2013.L’Italia non va. La cura da cavallo
imposta dalla mitica Europa produce debito pubblico, disoccupazione,
crisi sociale senza precedenti. Sono anni che si perseguono politiche
tese a ridurre la fiscalità generale, politiche di riduzione del costo
del lavoro, privatizzazioni, ma la macchina dell’economia italiana è
ferma. Anche la Ferrari deve cedere il passo alla sua avversaria di
sempre: La Mercedes.Nello scenario più cupo ci avviamo verso le
elezioni del 25 maggio. Una tornata elettorale per eleggere
parlamentari che non hanno nessun potere. Se dovessimo stare alle
regole di una democrazia liberale il parlamento dovrebbe legiferare,
creare le condizioni per un indirizzo sul piano giuridico, quanto sul
piano economico e sociale. Ma così non è. La possibilità per gli
ignari milioni di europei di scegliere il Presidente della Commissione
Europea è più teorica che concreta. Nessuna delle forze in campo avrà
la maggioranza necessaria per esprimere il suo rappresentante. Martin
Schulz dei socialdemocratici tedeschi e Jean Clade Junker
democristiano sono i i due pretendenti a presidente della Commissione.
Segue a distanza Tsipras della sinistra europea. Tuttavia visto lo
scetticismo imperante verso l’Unione Europea( da non confondere con
l’Europa), i due pretendenti alla guida della Commissione rischiano di
non raggiungere le percentuali necessarie per imporsi. Niente panico,
il pilota automatico di Mario Draghi è all’opera per la soluzione
necessaria. Infatti l’altro giorno il giornale della confindustria “l
Sole 24Ore” dava la soluzione del problema. Il prossimo Commissario
potrebbe essere Cristine Lagarde, attulamente alla direzione del FMI.
Come dire il neoliberismo non si scalfisce. Se non è zuppa e pan
bagnato. Un’altra conferma che questo capitalismo ha divorziato dalla
sua stessa democrazia. Votate, votate, tanto le decisioni sono in
buone mani.

 Alfonso De Amicis