GRAN SASSO: ACERBO, ”TONI CIALENTE INUTILMENTE ESASPERATI , A BUSSI ABBIAMO SALVATO MIGLIAIA DI CITTADINI”

ACER

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In merito al dibattito sugli impianti del Gran Sasso, il sindaco Massimo Cialente dovrebbe sapere che Rifondazione Comunista e il fronte ambientalista più in generale hanno sempre avuto uno sguardo d’insieme sull’intera regione.

La dimostrazione è la vicenda della discarica dei veleni di Bussi scoperchiata da Rifondazione comunista e Wwf che portarono alla ribalta le responsabilità del partito dell’acqua, tra gli altri di Di Matteo e D’Ambrosio candidati nella coalizione sostenuta dal sindaco Cialente per le elezioni regionali.
Cialente sostiene i politici che hanno fatto bere a centinaia di migliaia di persone acqua contaminata da sostanze pericolose, mentre  ambientalisti e Rifondazione possono con orgoglio rivendicare di aver posto fine con le proprie denunce a questo attentato alla salute dei cittadini.

Al di là degli insulti e delle minacce con cui Massimo Cialente risponde alle obiezioni dei suoi interlocutori mi sembrano lecite le domande di fondo poste dagli ambientalisti e anche dal nostro consigliere Perilli: il nuovo tracciato della seggiovia Fontari ricade o meno all’interno del piano d’area? Il sindaco ha un’idea di turismo che investe l’area del Gran Sasso per l’intero arco dell’anno? Se sì, quale? È vero che sono state legalizzate opere in contesti montani ampiamente impattanti (strada Aragno San Giacomo, aree camper) che potevano essere realizzate in maniera meno impattante? È vero che analoghi progetti stanno per investire anche S. Pietro della Jenca?

Compito di un sindaco dovrebbe essere quello di favorire il dialogo e il confronto non di esasperare il conflitto strumentalizzando le preoccupazioni dei lavoratori a cui va tutta la nostra solidarietà.

Tra l’altro faccio notare a Cialente che gli ambientalisti hanno avanzato proposte rivolte al potenziamento dell’offerta turistica per tutto l’anno e quindi non si può presentarli come nemici né invasori visto che per la maggioranza degli intervenuti erano aquilani.

È piuttosto triste constatare che le posizioni e il linguaggio di Cialente e del Pd (vedi protocollo Letta e tante altre vicende, per esempio lottizzazioni a Rocca di Mezzo) sulle tematiche del territorio siano sempre più affini alla destra che alla più avvertita cultura di sinistra e ambientalista.

Superare anacronistiche contrapposizioni (aree interne/costa, ambiente/lavoro) dovrebbe essere l’impegno di una classe dirigente adeguata ai tempi.