ROSS@ non darà sostegno alla lista Tsipras.

rossa
















ROSS@ non darà sostegno alla lista Tsipras. Non non ci identifichiamo
collettivamente con questa lista. Essa fondamentalmente è una lista
civica sostenuta da diversi partiti. Noto che tra i promotori della
lista c'è SEL. Vorrei ma non posso. Come nel vecchio refrain
stalinista il tatticismo esaperato diventa il solo orizzonte
possibile. Succubi di poteri nazionali e sovranazionali cercano una
salvezza dentro la lista "Con Tsipras per un'Altra Europa". Cosi come
riteniamo schizzofrenica la posizione del PRC nei confronti
delcentrosinistra. L'appoggio dato al candidato sardo del PD ha
colpito negativamente. Hanno sostenuto uno che ha fatto dichiarazioni
di fuoco sull'art.18. Una caposaldo di democarzia e civilta giuridica.
Non un fatto secondario. In sostanza, tre sono gli elementi di critica
che ci differenziano da queste forze ibride. Il primo riguarda
L'Europa, il secondo i contenuti della battaglia in Italia, e il terzo
lo schieramento che in Italia lo sostiene. E' evidente che noi ci
rendiamo conto dei contenuti della lista Tsipras  rispestto a Shultz.
Questa lista italiana è sempre dentro a quella idea tutta nostrana per
cui ci si unisce per raggiungere il quorum, ma con una mancanza totale
di un progetto comune. Non c'è una chiara rottura nei confronti del
centrosinistra, che tra l'altro in Italia è l'architrave delle
politiche di austerità e del fiscal compact. Il PD è un avversario a
tutto campo. Esso va combattuto è sconfitto. Non ha alcuna forma e
sostanza sia pur minima che corrisponda al sostantivo "SINISTRA". Si
vorrebbe creare SYRIZA ma non c'è la più pallida idea e volontà nel
procedere verso questa direzione. Tuttavia quello che ci divide in
modo sostanziale è il giudizio sull'Europa, sull'euro sul ruolo della
troika verso i popoli europei e soprattutto verso i paesi considerati
PIIGS. Uno dei punti cardini della coalizione è quella di rimettere in
discussione  l'austerità e proporre ciò attraverso una conferenza
europea che dimezzi il debito. Questa mossa avrebbe poco spazio. La
Germania la farebbe immediatamente fallire. Molti paesi lo sanno, che
il debito può essere ristrutturato ma solo incambio della chiusura
degli ospedali e dell'intero stato sociale. E' una pia illusione
quella di sedersi su un tavolo che non c'è. Oggi l'Europa reale è
quella della tecnocrazia politica e finanziaria che impone le
politiche liberiste in totale accordo con governi di centrodestra e
centrosinistra. Se si vuole cambiare bisogna rovesciare il tavole e
rompere con queste politiche. Bisogna rompere con i trattati e con
l'euro. Per questo motivo abbiamo indetto con altre forze sociali,
centri sociali la mobilitazione per il giorno 12 aprile contro
l'Europa della TROIKA. Bisogna rompere la macchina e disdire i
trattati. Bisogna smetterla di avere il tabù dell'euro. La sinistra
europea ha già fatto un grossolano errore nel non adottare il piano
Lafontaine della Linke tedesca. Egli proponeva, non il ritorno qua e
la alle monete nazionali, ma la messa in discussione dell'euro ovunque
e quindi non la moneta unica ma una moneta comune. Tutta la la
costruzione liberista deve essere messa in discussione e per farlo non
si può non avere la sovranità democratica sulla moneta. Noi la
chiamiamo condizione necessaria ma non sufficiente. Oggi la BCE è una
banca di mercato che sulla base dello spread amministra la nostra
economia. Bisogna distruggere le politiche liberiste e liberali che da
trenta anni dominano nel nostro continente. Bisogna ripubblicizzare
tutte le scelte economiche. Quindi tutto il sistema bancario va
nazionalizzato per finanziare politiche di UGUAGLIANZA sociale e piena
occupazione. Sappiamo bene che è una soluzione difficile e
controcorrente, ma essa è, rappresenta una soluzione. Una soluzione
progressivamente si sinistra. Quella più mediaticamente popolare di
democratizzare l'Europa delle banche lasciando l'euro e trattati
appare più raggiungibile ma tuttavia non risolve nulla. Chiudo con
quanto scritto da Emiliano Brancaccio  sul sul suo Blog dal titolo
"Sono onorato per gli appelli ma non mi candido". "... è inutile
negarlo, Alexisis Tsipras è in una posizione delicata. Per molte
ragioni, non ultima la sua possibile ascesa al governo della Grecia,
egli potrebbe essere indotto a tenere la sua dialettica rigidamente
confinata nei limiti angusti di una incondizionata fedelta all'euro.
Se cosi fosse, il perimetro della sua azione potrebbe restringersi al
punto da soffocare l'indubbia forza attrattiva della sua candidatura
alla presidenza della commissione europea. Eppure nel testo di
investitura, egli ha scritto che " L'Unione Europea sarà democratica o
cesserà di esistere. E per noi, la Democrazia non è negoziabile". La
Democrazia per l'appunto: non la moneta unica, né il mercato unico
europeo.Sarebbe un dato interessante se Tsipras centrasse la sua
campagna su queste due parole. La lista italiana e le altre forze
europee che le sostengono ne traebbero notevole vantaggio. E le
possibilità di anticipare gattopardi e ultranazionalisti
aumenterebbero. Staremo a vedere"
In aquilano verrebbe da dire "ci sinti, fra'"

   per ROSS@ L'AQUILA Alfonso De Amicis