di Diego Del Vecchio
I 9 GIOVINETTI
LE RAGAZZE SCENDEVANO
VERSO I CAMPI DI BRINA
ILLUMINATI DALLA LUNA
NOI LE SOGNAVAMO INSIEME AL VINO E ALL’AMERICA
LE RAGAZZE SCENDONO ANCORA
VERSO LA LUCE E LA VITA
NOI ORA RELEGATI
IN UN POZZO NERO E PROFONDO
NON LE SOGNAMO PIÙ
AZZANNATI DALLA RABBIA DI UN LUPO IMPAZZITO
CHE HA ROTTO LA CATENA
DEL SUO PADRONE “MONORCHIDE”
AVREMMO SOLO VOLUTO VIVERE
SENZA IMPUGNARE LE ARMI
SENZA ACCAREZZARE QUEL MITRA CHE NON AVEMMO IL TEMPO DI USARE
VOLEVAMO OFFRIRE IL NOSTRO VINO
A QUEI RAGAZZI SCESI DAL NORD
CE LI TROVAMMO DAVANTI RABBIOSI E SMARRITI
ACCERCHIATI ANCHE DALL’ALTO, CATTURATI,
CONDOTTI DALLA MONTAGNA ALLA CITTA’ SMARRITA
A NULLA VALSERO GLI SFORZI DI FAMILIARI E AMICI
PER SCONGIURARE L’ESITO TRAGICO.
NOI, NOVE GIOVINETTI ICREDULI,
VENIMMO GIUDICATI SENZA ALCUN PROCESSO
E SEDUTA STANTE, CONDANNATI A MORTE
IL TENENTE E IL CAPITANO
DECRETARONO: “FUCILAZIONE!”.
SCAVAMMO DUE FOSSE COMUNI,
DENTRO LE QUALI ABBATTUTI DA TEDESCHI E FASCISTI.
SPARÒ LA RABBIA DEL CAPORALE
SI FERMO’ IL RESPIRO DEL MONDO
LE RAGAZZE SCENDONO
VERSO I CAMPI DI BRINA
ILLUMINATE DALLA LUNA
ANTEO, PIO, FRANCESCO, FERNANDO, BERARDINO, BRUNO, CARMINE, SANTE GIORGIO.
I NOVE MARTIRI AQUILANI