Persi 1,3 milioni lavoratori indipendenti under 40

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Nel lavoro autonomo un crollo di 455 mila persone in 5 anni

Con­ti­nua la rico­gni­zione sugli effetti della crisi sul lavoro auto­nomo. Secondo il rap­porto Cen­sis «Gio­vani, Pro­fes­sioni, Europa» pre­sen­tato ieri al con­ve­gno dell’associazione degli enti pre­vi­den­ziali pri­vati (Adepp) i liberi pro­fes­sio­ni­sti hanno visto ridursi in ter­mini reali il red­dito medio del 10,4% tra il 2009 e il 2012. L’indagine con­dotta tra gli iscritti dell’Adepp (notai, inge­gneri, avvo­cati, medici o com­mer­cia­li­sti) dimo­stra che i lavo­ra­tori under 40 sono pas­sati da quasi 11 milioni a poco più di 9, 1,3 milioni in meno tra i 25 e 39 anni, meno 455 mila tra i lavo­ra­tori indipendenti.

La crisi sta impo­nendo l’abbandono del lavoro auto­nomo in tutta Europa (dal 2007 al 2012 è stato dell’11,5%). In Ita­lia è del 20,1%. Un dato pre­oc­cu­pante per­ché il nostro paese esprime una voca­zione per il lavoro auto­nomo: il 19,6% degli under 40 con­tro il 10,4% della media euro­pea. Il rap­porto regi­stra un aumento degli iscritti agli enti pre­vi­den­ziali pri­vati, in par­ti­co­lare delle donne, aumen­tate dal 2007 dell’8,8%. «La man­canza di lavoro dipen­dente, o la sua per­dita — ha detto il pre­si­dente Adepp Andrea Cam­po­rese — ha fatto sì che non solo i più gio­vani, ma anche i più anziani intra­pren­dano l’esercizio della libera pro­fes­sione come solu­zione alter­na­tiva». «Per troppo tempo — ha aggiunto — si è pen­sato che il pro­fes­sio­ni­sta fosse un pri­vi­le­giato, que­sta realtà è stata spaz­zata via dalla realtà».

I pro­fes­sio­ni­sti dai set­tori scien­ti­fici e medici sem­brano avere più sicu­rezze degli altri, ma solo il 13,3% dei medici, far­ma­ci­sti, bio­logi si dice sod­di­sfatto del red­dito. Il 2013 c’è stato un boom del 72% della Cig per i dipen­denti degli studi pro­fes­sio­nali. Per Cesare Damiano, pre­si­dente Com­mis­sione Lavoro alla Camera, è «incom­pren­si­bile» la loro esclu­sione dalla Cig pre­vi­sta nella riforma degli ammor­tiz­za­tori sociali.