Di Giulio Petrilli
l Tribunale dell’Aquila mi ha condannato a otto mesi di carcere e la Corte dei Conti al pagamento di 260 mila euro. Il tutto, perché ho trasformato cinque contratti di lavoratori dell`ente, da tempo determinato a tempo indeterminato e perché ho ridotto il compenso del direttore (figura obbligatoria) da 110mila euro annui a 39 mila, figura assolutamente compatibile con altri incarichi che aveva. L’Aret è l’unica azienda abruzzese che sopravviveva senza contributi regionali, ha avuto finanziamenti per progetti europei di grande validità sociale. Addirittura ha collaborato in uno di questi progetti con l`Ocse, Organizzazione delle Nazioni Unite, in una zona di guerra in Kossovo, a Mitrovica, dove mi sono recato insieme ad alcuni dipendenti. Con la mia presidenza sono finite le costose consulenze esterne e ho costruito una piccola pianta organica, oltretutto obbligatoria, quindi ho riportato la legalità all’interno dell’ente e ho ridotto totalmente i costi. Stavamo per ottenere altri grandi e importanti finanziamenti per progetti europei, ritenuti validissimi dalle commissioni preposte alla valutazione. Ma questa cosa dava fastidio.