Perilli:”I problemi del Ctgs non possono ricadere sui lavoratori e sulle loro famiglie”

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I trenta dipendenti del Centro turistico del Gran Sasso non percepiranno lo stipendio per il mese di novembre. Una situazione inaccettabile, soprattutto alla luce della grave crisi economica che attanaglia il Paese in generale e il nostro territorio in particolare. I problemi di gestione della società non possono ricadere sui lavoratori e sulle loro famiglie.

Al di là della nostra valutazione circa i cosiddetti progetti di sviluppo del Gran Sasso, infatti, è del tutto evidente che il nodo, al momento, è rappresentato dalla gestione. Il Partito della Rifondazione comunista è, dunque, assolutamente favorevole ad una variazione al Bilancio comunale finalizzata a consentire il pagamento degli stipendi per i dipendenti del Ctgs. Dopo di che andrà affrontata seriamente la questione del personale dell’azienda. L’imperativo è senza dubbio evitare i licenziamenti, provvedendo invece ad attivare politiche concertate e ragionate di spostamento e riconversione dei dipendenti che non possono, ripeto, pagare il prezzo dei problemi legati alla gestione. Gestione che costituisce un nodo da affrontare e da sciogliere per scongiurare il ripetersi di situazioni analoghe e per garantire i diritti dei lavoratori della società.

 

Enrico Perilli

Capogruppo Prc Comune L’Aquila

Servizio scuolabus L’Aquila, Perilli: «100 bambini rimasti esclusi»

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«Sono circa un centinaio i bambini che sono rimasti esclusi dal servizio di scuolabus, non per ragioni imputabili al settore comunale competente, ma a causa di ritardi nella presentazione delle domande da parte delle famiglie». A comunicarlo, in una nota, sono il consigliere Comunale del Prc Enrico Perilli e il consigliere straniero Gamal Boucaib.

«La conseguenza – spiegano i consiglieri – è che questi piccoli, nella maggior parte dei casi appartenenti a famiglie con fragilità sociali e non in grado di provvedere diversamente al trasporto, perdono giorni di scuola perché abitano troppo lontano. Sappiamo che il settore Diritto allo Studio sta monitorando la situazione e invitiamo tutti a trovare una soluzione in tempi brevi. Per noi questa è una priorità assoluta, anche in termini di programmazione finanziaria. Siamo quindi pronti a sostenere una eventuale variazione di bilancio, se dovesse rendersi necessaria a reperire le risorse per ovviare al problema»

Perilli:” La macchina del fango non fermerà le battaglie del Prc”

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In merito alle affermazioni, del tutto false, riportate da un foglio locale, che gli attribuiscono presunti abusi edilizi, il consigliere comunale Enrico Perilli precisa quanto segue.
“In primo luogo – dichiara Perilli – non si tratta di una mia proprietà e non vi è alcun abuso, visto che il fabbricato ha tutte le autorizzazioni in regola, urbanistiche ed edilizie, come si può verificare presso gli uffici comunali competenti o presso l’abitazione stessa del proprietario, visto che questo non sono io mia ma mio padre. Inoltre non si tratta affatto di una nuova realizzazione, visto che è stata costruita nel 1979, quando avevo sei anni.

La strada di accesso, per la quale ci sarebbe stato uno sbancamento, è pertinente al terreno limitrofo, di proprietà di altre persone, con le quali non ho alcun vincolo parentale. Quanto al fabbricato in sè, – prosegue il consigliere – non è assolutamente una “casa”, visto che non è abitabile, poiché privo di cucina, acqua corrente e servizi igienici, e infatti non ci abita nessuno. Per il resto, – conclude Perilli – mi riservo di adire le vie legali a tutela dell’onorabilità mia e delle persone a me vicine, e di presentare un esposto all’Ordine dei Giornalisti”.

L’attivazione di questa macchina del fango da parte di un giornale, peraltro, molto aduso a questo tipo di attacchi strumentali, che non risparmiano parenti di personaggi pubblici, non fermerà le battaglie del Prc per la legalità.
Comprese quelle che riguardano le imprese edili che fanno pubblicità sul giornale in questione.

 

Il Consigliere comunale del Prc
Enrico Perilli

Il Segretario Provinciale del Prc
Francesco Marola

Enrico Perilli:” un altro Gran Sasso è possibile”

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“Uno: tutti gli impianti sono in passivo; due: il clima è cambiato; tre: gli italiani sono più poveri. Basta o non basta a dire che un modello di sviluppo va ridisegnato? E invece no, siamo furbi noi italiani. Continuiamo a vivere come progresso un fallimento che ha i suoi monumenti arrugginiti in tutto il Paese.”

Con queste parole l’alpinista Fausto De Stefani nel 2009 commentava la crisi dei comprensori sciistici e l’ossessione, alimentata con soldi rigorosamente pubblici, di tenere in vita e/o costruire nuovi impianti a tutti i costi.

I dati statistici e scientifici danno ragione a De Stefani, solo al Nord gli impianti chiusi sono circa 200, i piloni e tralicci abbandonati 4000, su 300 grandi stazioni solo 80 hanno bilanci in attivo; lo zero termico negli ultimi 20 anni si è alzato di 200m e nel 2030, sostengono i climatologi, i centri a valle delle stazioni invernali, nel 72% dei casi, si troveranno sotto il limite. L’Ocse prevede che, sempre per quella data, si scierà solo sopra i 2000m e il CMCC prevede che dal 2030 in poi una perdita di 700ml l’anno. Le stagioni sciistiche sono più corte, da 35-40 giorni (Gran Sasso) a un massimo di 90, per questo sono attivi solo sulle Alpi 40 mila cannoni artificiali: ogni metro cubo di neve programmata costa 4 euro e 3 kilowatt di energia elettrica e 300000 metri cubi di acqua per ogni ettaro di piste!

La situazione sul Gran Sasso non va meglio, anzi: il Centro Turistico del Gran Sasso, ente gestore, ormai è finanziariamente al dissesto, i gironi di apertura degli impianti non superano i 40, la morfologia e il clima della montagna rendono arduo aumentare l’ultimo parametro. Cinque tra seggiovie e skilift abbandonati. Eppure da anni il pensiero unico cementizio ed affaristico, trasversale ad ogni schieramento, cerca di realizzare il Piano D’Area. Un decennio fa, l’allora sottosegretario di AN Nino Sospiri, sponsorizzò questo strumento di variante urbanistica che prevedeva la costruzione di 7 nuovi impianti, l’aumento di cubature degli edifici a valle delle piste ed altri interventi “minori”.

L’ Amministrazione Comunale allora di centrodestra con 38 voti a favore e due contro (PRC,IDV), approvò la variante. Un mese fa l’Amministrazione Comunale di centrosinistra con 24 voti a favore e due contro (PRC, ex IDV ora lista civica) ha confermato e, novità, finanziato quel Piano. Il finanziamento viene dal 5% dei fondi CIPE, in tutto due miliardi destinati alla ricostruzione della città e da questi stornati 100ml per sostenere le attività produttive; di questi 100ml, 15 andranno alla costruzione di nuovi impianti. Prossimo passo sarà la privatizzazione della gestione degli impianti, costruiti con soldi pubblici.

L’area interessata dall’intervento ricade nel Parco Nazionale del G.Sasso e Monti della Laga, le zone di realizzazione degli impianti sono quasi tutte zone S.I.C. (sito interesse comunitario ad alto pregio ambientale), che saranno interessate da sbancamenti per le piste e per i parcheggi, per la sistemazione di piloni alti tra i 4 e gli 8 metri, introduzione di gasex, realizzazione di stazioni di arrivo e partenza alte 8 metri e larghe 20, sospese sui tralicci. Di Parco Nazionale, cioè di un luogo tutelato e conservato,rimarrà ben poco.
Il tutto tra un decennio, nella migliore delle ipotesi, sarà una cattedrale nel deserto.

Le associazioni ambientaliste riunite sotto sigla Emergenzambiente Abruzzo ed altre soggettività locali da anni offrono alternative propongono di utilizzare quei fondi per creare una rete di sentieri per collegare e riaprire i rifugi (solo due funzionanti gli altri chiusi), rinaturalizzare ampie zone prevedendo la creazione di cooperative, sostenere le attività agrosilvopastorali e l’allevamento di qualità, riqualificazione dei borghi medioevali, sostenere attrattive storicoculturali, sono solo alcuni esempi. Un dato su tutti mette a tacere quanti sostengono che solo l’impiantistica pesante può generare posti di lavoro: dal 3 al 5 agosto, da circa 50 anni, si svolge su a Campo Imperatore la rassegna ovina, che vede la partecipazione di 15/20 mila persone, tra curiosi, addetti al settore e turisti, la stessa cifra di un’intera stagione sciistica!

Non bastano queste evidenze, la monocultura dello sci da impianto domina incontrastata, si ripropone la contrapposizione arcaica tra tutela dell’ambiente e creazione di posti di lavoro,
dice Messner: “solo un ambiente intatto potrà reggere il confronto economico con il clima che si vendica della nostra follia” .

Per il Gran Sasso non c’è pace.

 

Enrico Perilli Capogruppo Prc comune L’Aquila, ambientalista

 

Perilli e Cialone: “Lo sviluppo turistico del Gran Sasso deve essere sull’arco dei 365 giorni all’anno”

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In merito alle polemiche di questi giorni sul convegno svolto a Campo Imperatore promosso dal cartello “Emergenza ambiente Abruzzo 2014”, occorre innanzitutto smentire alcune voci veicolate da recenti interventi sulla stampa di alcune organizzazioni sindacali secondo cui quest’iniziativa sarebbe stata animata da ambientalisti non aquilani, affermazione che denota la doppiezza culturale e la mancanza di informazioni di chi le sostiene.

Va reso noto che la nuova seggiovia delle fontari prevista dall’atto deliberativo per il rilancio dello sviluppo tuirstico del Gran Sasso non andrà a sotstituire la precendete, ma occuperà una nuova posizione, sorvolando orto botanico e strada di accesso all’abergo, con vari ordini di problemi: di sicurezza per utenti e operatori della motagna, come il crollo di valanghe ecc; paesaggistici e ambientali per l’impatto sulla vegetazione. Infine urbanistici: ancora nessuno ha chiarito se quell’area ricada o meno all’interno del piano d’area. In caso negativo sarebbe necessaria una variante al piano paesistico regionale i cui tempi sono lunghissimi.

Non ci si rende conto che, al di là del numero delle piste e degli impianti che si andranno a creare, i giorni di apertura ed utilizzo sono molto limitati, non superando di norma i 40. E’ invece necessario pensare un modello turistico sull’arco dei 365 giorni. Numerose proposte potrebbero essere avanzate, ad esempio, per quanto riguarda il turismo legato all’escursionismo, si potrebbero recuperare tutti i rifugi esistenti sul massiccio e collegarli con una rete di sentieri, si potrebbero riforestare ampie zone del parco prevedendo l’utilizzo di fondi per le varie cooperative che svolgono questo lavoro. La verità è che il PD e il centrodestra da anni si impiccano al pensiero unico dello sci senza avere una visione d’insieme che allo sci aggiunga anche altro.

 

Enrico Perilli – Capogruppo Prc Comune dell’Aquila
Giovanni Cialone – ambientalista, già vicepresidente Parco Gran Sasso – Monti della Laga