DIARIO DI BERGEN-BELSEN 1944-1945 BB, 29.8.1944- ...Si è come malati senza libri.L'essenza della mia anima è come stordita....Una sfiducia generale regna nel campo e nella nostra baracca. Il disinteresse più assoluto per la sorte degli altri, la mancanza di solidarietà e di cordialità. E' quasi impensabile uno scambio di idee qualunque, di libri, un contatto intellettuale o semplicemente umano.... BB, 30.8.1944... Ci sono ottimisti che fissano date che contano date e contano i giorni: volenti o nolenti, tutti si lasciano prendere dalla psicosi della fine. La sentiamo vicina. E intanto il regime del campo è peggiorato, eè diventato più rigido. L'umiliazione e la servitù pesano più di fronte alla fine imminente. Gli uomini, fuori, al lavoro, sono torturati in modo bestiale, Questi bruti tedeschi insistono a usare il loro metodo preferito: colpi feroci, insulti grossolani e isterici. Costringono gli operai alle posizioni più umilianti, li fanno correre in ginocchio, spingere di corsa la carriola. Mentre fanno questo li braccano come ladri oppure, per variare la loro perversione, cominciano a correre vertiginosamente in bicicletta obbligando i nostri a seguirli a piedi. Se un disgraziato, allo stremo delle forze-e si può essere certi che sempre ce né più d'uno-non mostra lo zelo voluto, gli "eroi" tedeschi si affrettano a manifestare il loro potere e il loro coraggio punendo i "colpevoli" con la soppressione della razione di pane o con il "bunker"...ed ecco che tutto si riduce a irrigidirsi sull'attenti di fronte a farabutti che vi sputano in faccia la loro rabbia di folli, che vi calpestano l'anima e la dignità. E neanche i bambini conoscono la gioia. La paura, soltanto la paura....Piccoli esseri mortificati, in piedi per ore, lo spavento in tutto il corpo, lo sguardo fisso nell'attesa di quello che accadrà. Nascondono la testa in qualche straccio, si stringono agli adulti, cercando riparo contro il freddo e la paura. Solo gli occhi restano spalancati, all'erta, come di bestie braccate.... 25.9.1944- Si costruiscono nuove baracche. Per chi? Non lo sappiamo....Gli uomini sono estenuati. La sottoalimentazione, le dure privazioni...li riducono completamente a terra....Altri vanno fino ai bidoni dell'immondizia, vicino alle cucine per cercare qualche avanzo di cibo puzzolente. Nelle baracche la situazione non è migliore. La fame ci divora. Un'epidemia senza nome sta invadendo il campo, attaccando soprattuto donne e i bambini. Si manifesta con una febbre alta che s'impossessa del malato per due o tre settimane, perdita di soscienza, spossamento assoluto e aasenza totale di di appetito. Senza dolori percettibili. I medici la chiamano "febbre da campo" o "febbre paratifoide", e sostengono che i sintomi non permettono di fare una diagnosi precisa. Quasi regolarmente un letto su due è occupato da un malato. E poi gli scessi le piaghe aperte, provocati da parassiti e dall'alimentazione insufficiente; ulcere a secrezione permanente, foruncoli, contusioni, strani gonfiori(edemi), crampi, ogni sorte d'infezione... ma tutto questo per noi non ha più niente di straordinario. BB, 20.10.1944- Oggi una piccola vecchia si è spenta nella baracca, accanto la mio letto. I familiari hanno pianto un pò, e poi ci siamo sbarazzati del cadavere. Una vita finita, presto dimenticata. siamo abbrutiti. ognuno si è rintanato nella propria miseria; tuttavia il colore dell'infelicità comune, collettiva, si fa ogni giorno più intenso. BB, aprile 1945- E' spaventoso cosa hanno fatto degli uomini. Le scene più oscure del medioevo e dell'inquisizione sono qui riprodotte e moltiplicate a oltranza. La loro mostruosa "ripresa" marcherà per sempre d'ignominia e d'infamia la Germania "civile" e "colta" del ventesimo secolo. Questa schiavitù - la più avvilente e nera che si possa immaginare - ha fatto sì che la vita nel campo non avesse niente in comune con la vita umanamente concepita. Si tratta in realtà di un piano crudele e infernale volto a provocare la fine sistematica e certa di migliaia di vite umane. NON C'E' IL MINIMO DUBBIO, NON IL MINIMO DUBBIO...NO: QUESTO CAMPO, COSCIENTEMENTE E DELIBERATAMENTE, E' STATO ORGANIZZATO E AMMINISTRATO IN MODO DA STERMINARE IN MODO METODICO E PIANIFICATO MIGLIAIA DI ESSERI UMANI. SE TUTTO QUESTO VA AVANTI ANCORA SOLTANTO UN MESE, DUBITO FORTEMENTE CHE UNO SOLO TRA DI NOI NE USCITA' VIVO. Note sull'autrice. Hanna Lévy-Hass nasce a Sarajevo nel 1913. A metà degli anni trenta si laurea all'università di Belgrado in lingua e letteratura francese. Nel 1942 si unisce ai partigiani jugoslavi contro l'occupazione italiana. Alla fine del 1943, sotto l'occupazione tedesca, viene rinchiusa in una prigione della Gestapo. Nell'estate del 1944 viene deportata a Bergen-Belsen. Nell'aprile del 1945 viene trasferita a Theresienstadt insieme ad altri prigioneri per essere uccisa, ma viene liberata dall'Armata Rossa. Scopre, tornata in Jugoslavia che i suoi genitori, due sorelle e un fratello sono stati uccisi durante l'occupazione tedesca.Alla fine di dicembre del 1948, malgrado non sia sionista decide di emigrare nello stato di Israele, appena fondato. Nel 1949 entra nel partito Comunista israeliano. Dal 1967 è attiva nei nuovi circoli di sinistra e nel movimento femminista israeliano. All'inizio degli anni '80 si trasferisce in Francia. All'inizio degli anni '90 torna in Israele. Il 10 giugno 2001 muore a Gerusalemme. 28 gennaio 2014 Il DUCA GAGLIARDO DELLA FORCOLETTA