Prc L’Aquila: ” Riperimetrare il Parco Velino Sirente scelta sbagliata che impoverisce il territorio”

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Riteniamo profondamente sbagliata la scelta che la Giunta regionale si appresta a fare con la riperimetrazione del Parco Velino Sirente. L’Abruzzo, che si vanta di essere la “Regione verde d’Europa”, non può e non deve perdere la sua vocazione per favorire gli interessi di pochissimi cementificando con impianti, sovradimensionati ed inutili, un territorio splendido e incontaminato come quello del Parco. E’ ora che l’Assessore Di Matteo e alcuni sindaci del territorio capiscano che la vera ricchezza passa per la promozione dell’enorme patrimonio paesaggistico dell’Abruzzo interno. E’ necessario investire risorse economiche per la creazione di percorsi fruibili e per la riqualificazione delle strutture esistenti. Così facendo si farebbe la fortuna del territorio e si amplificherebbe la capacità di attrarre turismo in regione. La giunta regionale, che già penalizza fortemente la città capoluogo e la provincia aquilana nel masterplan, receda dal tentativo di impoverire ulteriormente questo territorio distruggendo le sue aree protette.
Goffredo Juchich
Segretario Comunale Prc L’Aquila

Enrico Perilli
Capogruppo Prc L’Aquila

salviamo Sic e Zps del Gran Sasso d’Italia, On line la petizione

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Si trova da qualche giorno on line la petizione per la tutela delle zone Sic e Zps promossa dal consigliere Prc al comune dell’Aquila Enrico Perilli. i Siti di Interesse Comunitario e la Zone di Protezione Speciale del Gran Sasso d’Italia sono oggetto di una proposta di ri-perimetrazione al fine di costruire impianti da sci e seggiovie, alcuni a quote davvero basse, 1400 m.
La zona in questione ha un patrimonio vegetale e faunistico unico in Europa e si trova nel Parco nazionale del gran sasso, togliere il vicolo di protezione vorrebbe dire non salvaguardare più quella zona e lasciarla alla cementificazione.

l’indirizzo per firmare la petizione è

https://secure.avaaz.org/it/petition/Il_Sindaco_dellAquila_e_il_Presidente_della_Regione_Abruzzo_salviamo_Sic_e_Zps_del_Gran_Sasso_dItalia/?tghGNjb

FAMIGLIA DI VOLPI, PRIMA UCCISE A FUCILATE E POI ESPOSTE COME TROFEI PER STRADA.Perilli:” Orrore!”

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L’Aquila : Accade a Roio , peggio del Far West . “Una famiglia intera di Volpi con i cuccioli uccisi con il fucile da caccia – dichiara Enrico Perilli , Presidente della Commissione Ambiente al Comune dell’ Aquila – Un gesto di volgare vanto e prepotenza , tipico di chi esce in giro col fucile in questi periodi dell’anno. Ennesima strage ai danni di animali indifesi, una dimostrazione di violenza gratuita nei confronti di tre volpi. Le foto documentano una scena raccapricciante: un gioco macabro, uno show allestito a regola d’ arte, l’esibizionismo di qualche necrofilo. Purtroppo dai primi giorni di luglio 2014, infatti, sono iniziate le attività di abbattimento delle volpi a cura dei cosiddetti ‘selecontrollori’, ossia di cacciatori che dovrebbero essere autorizzati dalla Provincia di L’Aquila e che ha approvato il ‘Piano triennale di controllo delle popolazioni di volpi in alcune Zrc e aree cinofile del territorio dell’Atc .

A parte l’assurda legalità – continua Enrico Perilli – di permettere l’uccisione di queste creature, uccisione resa ancor più ingiustificabile e cruenta sparandole, quindi usando armi anche in centri abitati, dando origine a scene di violenza, legalizzata, davanti agli occhi di chiunque e mettendo in serio pericolo l’incolumità di tutti. Chiediamo Maggior controllo e sicurezza da parte degli organi competenti quali Corpo Forestale dello Stato e Polizia provinciale di L’Aquila , i quali devono garantire che gli ‘equipaggi’ siano composti solo da cacciatori autorizzati, garantendo in quelle zone dove tante famiglie con bambini vanno a passeggio totale incolumità pubblica durante le attività di abbattimento”.
“Chiediamo un “giro di vite” agli esami di abilitazione all’esercizio venatorio: – dichiara Cristiana Graziani Medico Veterinario Animalisti Italiani Onlus – ormai è evidente la necessità che questi esami siano espletati in forma più rigorosa, curandone maggiormente la preparazione circa la legislazione del settore. In particolare chiediamo al Prefetto di L’Aquila di sospendere immediatamente le operazioni di abbattimento notturno della fauna selvatica fino a quando non venga garantita la sicurezza per l’incolumità pubblica.

La storia è nota, – continua la Graziani- la Regione Abruzzo, ha emanato alla chetichella, un documento che autorizza centinaia di cacciatori, a compiere ogni sorta di nefandezza sulle volpi nel periodo in cui allevano i piccoli.
Questo, con un unico obbiettivo dichiarato, che servirebbe ad eliminare un concorrente che per natura e sopravvivenza preda animali come il fagiano o la lepre, obbiettivi primari per lo svago di una nutrita schiera di umanoidi dal grilletto facile. La delibera autorizza i cacciatori abilitati, fino al 31 Gennaio ad adottare dei metodi di uccisione delle volpi, di una barbaria inaudita. Inoltre numerose ricerche hanno dimostrato come il munizionamento da caccia rappresenti una fonte non trascurabile di inquinamento da piombo, in grado di avvelenare gli uccelli selvatici, contaminare il terreno e determinare un rischio sanitario per l’uomo. Quindi i cittadini Aquilani si chiedono se e’ certo che vengono utilizzate esclusivamente munizioni prive di piombo? “

Intervista con Enrico Perilli: le battaglie fatte e quelle ancora da fare

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a cura di gj

Oltre 10 anni in consiglio comunale quale è stata la battaglia più dura condotta in questo periodo?

La battaglia più dura è sicuramente quella culturale, cioè provare ad inserire nel dibattito elementi di una cultura alternativa diversi da quella dominante, da qui derivano poi le battaglie in difesa dell’ambiente, del pubblico, della legalità. Ricordo comunque la lunga lotta contro la realizzazione del terzo tunnel del Gran Sasso, il sostegno alle vertenze dei lavoratori che, purtroppo fallirono, e poi si arrivò alla dismissione del polo elettronico, la battaglia per riportare legalità e trasparenza su scandalose vicende come la Perdonanza a gestione Tancredi e la metropolitana di superficie.

 

Con la presidenza della seconda commissione del consiglio comunale sei in prima fila nella lotta al consumo del territorio. Quali sono le priorità?

Le priorità sono quelle enunciate dall’inizio: ricostruzione a volumetria zero, per quanto possibile; gestione attenta e scrupolosa dei beni ambientali, tutela del paesaggio, pianificazione a medio e lungo termine e non più a colpi di varianti urbanistiche.

 

Quanto abusivismo c’è nell’Aquila del post terremoto?

L’abusivismo nella nostra città, come in tutto il Paese, soprattutto nel meridione, è enorme, di dimensioni difficilmente immaginabili. Si va dal pollaio o dalla casetta di campagna abusiva, fino ad interi centri commerciali senza licenza e con titoli abilitativi falsi. Nel post-terremoto vi è è stato il dilagare delle cosiddette casette provvisorie, in parte autorizzate in grande parte abusive. Demolire una costruzione abusiva in Italia è quasi impossibile, il Comune impiega anni per arrivare a fare un’ordinanza di demolizione, il TAR di norma concede la sospensiva e poi inizia l’iter giudiziario vero e proprio che dura non meno di dieci anni. Nel frattempo è intervenuto qualche condono che sana tutto.

 

Rispetto delle convenzioni urbanistiche quanto è stato fatto e quanto c’è ancora da fare?

Non è stato fatto nulla per trent’anni, in un anno abbiamo notificato una trentina di provvedimenti di demolizione e/o riscossione polizza fidejussoria, il TAR ovviamente ha dato la sospensiva, ora entreremo nel merito. La cosa sconcertante è che per trent’anni nessuno ha visto e nessuno si è interrogato sul rispetto delle convenzioni urbanistiche. Gli imprenditori che hanno rispettato il patto firmato con il Comune sono pochissimi, la stragrande maggioranza non solo non ha ceduto quanto si era impegnato a cedere ma spesso ha continuato a costruire senza permessi.

 

E’ possibile pensare ad un nuovo piano regolatore per la città dell’Aquila?

Un nuovo PRG è assolutamente indispensabile. I tempi certo non saranno brevi, anche se da pianificare a questo punto non c’è molto. Le aree a vincolo decaduto saranno normate a breve, gli standard edificatori sono ampiamente superati con i progetti CASE e MAP. C’è da fare una operazione di riordino.

 

 Con il documento votato all’unanimità dal consiglio comunale presentato da te e dall ‘Assessore Moroni l’amministrazione ha ufficializzato la propria contrarietà alla centrale a biomasse, quali azioni sono possibili per contrastare efficacemente l’insediamento?

La partita ora è nella mani del TAR, il suo pronunciamento sarà decisivo. Quello che ci ha lasciato perplessi di quel progetto è principalmente il piano di approvvigionamento delle biomasse e poi la natura ormai ambigua di quel nucleo industriale troppo antropizzato.

 

Quale sviluppo è possibile per la montagna aquilana?

La tutela della montagna non solo è un fatto etico, quasi spirituale, ma è anche l’unico modo per rendere un territorio appetibile e frequentato da turisti. L’esempio da seguire è quello di Pescasseroli, un paese di 1500 abitanti con 120 strutture alberghiere in molti periodi dell’anno complete. Aver tutelato e protetto quel territorio lo ha reso una miniera d’oro. Nella nostra città questo non si comprende perchè da cinquant’anni ci siamo impiccati all’albero del turismo invernale e degli impianti da costruire ed il risultato è sotto gli occhi di tutti.

 

L‘ultimo rapporto Ocse sulla città dell’Aquila mette l’università come principale elemento per la rinascita del territorio. Qual’è lo stato di salute dell’Ateneo?

L’ Ateneo aquilano ha retto miracolosamente il colpo del sisma, l’accordo di programma che ha esonerato gli studenti dal pagamento delle tasse è stato vitale. Scontiamo i problemi di tutti gli Atenei italiani, pochi fondi, poche strutture, sempre meno docenti e dismissione di corsi e centri di ricerca. Il rischio per il nostri Ateneo ora è la politica di ridimensionamento che l’attuale governo dell’Ateneo vuole praticare: scendere da 25,000 a 10,000 studenti sarebbe un colpo mortale non solo per l’Ateneo ma anche per la città.

 

 Fase nazionale, il Prc ha svolto il proprio congresso dopo la batosta dell’esperienza di Rivoluzione Civile. Quali sono le strategie del partito per uscire da questa fase difficilissima?

L’ultima spiaggia credo sarà la lista anti-austerity che stiamo preparando con tutte le altre forze della Sinistra Europea per le elezioni europee di maggio. La nostra proposta credo sia attuale e profondamente sensata, non riusciamo a portarla all’attenzione dei cittadini.