Acqua e beni comuni, appello di Alex Zanotelli

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“Tra i tanti processi di privatizzazione dei servizi pubblici in corso, quello dell’accesso all’acqua è il più criminale,” ha scritto l’attivista R. Lessio nel suo libro All’ombra dell’acqua. “Un progetto folle a cui possono credere solo persone profondamente malate , ammalate del nulla.”
E in questo paese sono tante le persone ‘ammalate del nulla’, che spingono di nuovo l’Italia verso la privatizzazione dell’acqua. E questo nonostante il Referendum (11-12 giugno 2011), quando 26 milioni di italiani hanno sancito che l’acqua deve essere tolta dal mercato e che non si può fare profitto su un bene così fondamentale .
A tutt’oggi il Parlamento italiano è stato incapace di rispondere a questa decisione popolare con un’appropriata legislazione. Eppure lo scorso anno 200 deputati hanno preparato un disegno di legge che non si riesce a far discutere in Parlamento. La ragione è che il governo Renzi sta perseguendo una devastante politica di privatizzazioni. Con “Sblocca Italia” e la “Legge di Stabilità”, Renzi offrirà incentivi agli enti locali che privatizzano i servizi pubblici. E’ il tradimento del Referendum!
Il governatore della Campania Caldoro ha fiutato bene questo clima e il 31 luglio ha fatto votare al Consiglio Regionale la finanziaria con due maxi-emendamenti: uno, sul condono edilizio e l’altro sulla privatizzazione dell’acqua. La Regione Campania affida così alle società operanti sul territorio, soprattutto alla GORI, non solo la gestione e distribuzione dell’acqua, ma anche la captazione e l’adduzione alla fonte. Per di più Caldoro ha deciso di costituire presso la giunta una Struttura di missione con grandi poteri sulla gestione dei servizi idrici, togliendoli agli enti locali.
Abbiamo reagito con forza come comitati acqua della Campania con una vivace campagna mediatica. Anche il governo ha impugnato il maxi-emendamento perché in contrasto con i principi fondamentali della legislazione statale in materia. “Troveremo un’intesa con il governo”, ha replicato Caldoro, che è deciso a procedere sulla via della privatizzazione.
Tutto questo mette in pericolo l’ABC (Acqua Bene Comune) di Napoli , un comune che è passato da una gestione SPA ad un’Azienda Speciale, uno strumento che non permette di fare profitti .
Napoli è l’unica grande città in Italia che ha obbedito al Referendum ed ha dimostrato che si possono gestire i servizi idrici con un’Azienda Speciale. Lo sbaglio del sindaco De Magistris è stato che, nonostante le pressioni dei comitati, non ha “ messo in sicurezza”l’ABC . Così anche l’acqua di Napoli potrebbe capitolare alla spinta privatizzatrice di Caldoro.
A raccogliere i frutti di questa operazione di Caldoro sarà l’ACEA (Roma) di Caltagirone che si sta espandendo in Toscana e ora tenta di prendersi l’acqua del Meridione. L’ACEA detiene il 37% delle azioni della GORI , che ha una gestione molto contestata di 76 comuni dell’area vesuviana.
Al Nord sono in atto le stesse manovre di unificazione fra IREN (Torino-Genova) e A2a (Milano –Brescia) a cui guarda con interesse HERA (Emilia Romagna). Rischiamo così di avere una grande multiutility, che gestirà l’acqua del Nord.
Quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi è di una gravità estrema. E’ la negazione del Referendum. Davanti a questo scenario, mi viene spontaneo chiedermi:”Dov’è il grande movimento dell’acqua ? Dove sono i 26 milioni di italiani che tre anni fa hanno votato per la ripublicizzazione dell’acqua? Ma soprattutto dov’è la chiesa italiana, le chiese, le comunità cristiane su un tema così fondamentale come l’acqua, la Madre di tutta la vita sul pianeta Terra?” La chiesa si batte contro l’aborto, l’eutanasia e la pena di morte in nome del ‘Vangelo della Vita’, così deve oggi battersi per il diritto all’acqua come ‘diritto alla vita’ come afferma la teologa americana Christiana Peppard nel suo volume Just Water.
E’ questo il tempo opportuno per credenti e non , per riprendere con forza l’impegno per proclamare l’acqua diritto fondamentale umano.
Per questo chiedo a tutto il movimento per l’acqua pubblica di ricompattarsi e di rimettersi insieme sia a livello locale, regionale , nazionale ed europeo. Mettiamo da parte rancori e scontri e continuiamo a camminare insieme!
A livello regionale dobbiamo contrastare la spinta alla privatizzazione dell’acqua e opporci alle multiutilities.
A livello nazionale, dobbiamo fare pressione sul Parlamento italiano perché discuta subito la Legge sull’acqua , firmata da 200 parlamentari . E’ possibile che il movimento Acqua del Lazio si impegni a dei “sit-in” davanti a Montecitorio?Dobbiamo batterci contro le politiche del Governo Renzi contenute in “Sblocca Italia” e nella “Legge di Stabilità”, che spingeranno i Comuni a privatizzare i servizi pubblici .
A livello europeo, dobbiamo fare pressione sui parlamentari a Bruxelles, perché boccino il “Piano Acqua Europa 2027”, noto come “Water Blueprint” e contestino la Commissione Europea che si è rifiutata di prendere in considerazione l’iniziativa dell’ICE (Iniziativa dei cittadini europei ) sull’acqua ,che ha ottenuto oltre un milione e mezzo di firme in sette paesi.
A livello internazionale continuiamo a sostenere come movimento Acqua , il vasto movimento contro il
T-TIP(Partenariato Transatlantico per gli Investimenti e il Commercio tra USA e UE ) e il TISA (Trattato sui servizi pubblici sotto l’egida del WTO), che spingono verso la privatizzazione di tutti i servizi pubblici .
Infine , in un momento così grave, chiediamo alla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) di dichiarare che l’acqua è un diritto fondamentale , invitando tutte le comunità cristiane a impegnarsi a fianco del movimento per l’Acqua pubblica in Italia e a scrivere una lettera come quella del vescovo cileno Luis Infanti della Mora:”Dacci oggi la nostra Acqua Quotidiana “. ”La crescente politica di privatizzazione è moralmente inaccettabile –scrive il vescovo Luis Infanti (che con il suo popolo ha impedito che l’ENEL costruisse 5 dighe in Patagonia)-quando cerca di impadronirsi di elementi così vitali come l’acqua, creando una nuova categoria:gli esclusi! Alcune multinazionali che cercano di impadronirsi di alcuni beni della natura, e sopratutto dell’acqua, possono essere legalmente padrone di questi beni e dei relativi diritti, ma non sono eticamente proprietarie di un bene dal quale dipende la vita dell’umanità. E’ un’ingiustizia istituzionalizzata che crea ulteriore fame e povertà, facendo sì che la natura sia la più sacrificata e che la specie più minacciata sia quella umana, i più poveri in particolare.”

 

Alex Zanotelli 

L’Amore ai tempi della ricostruzione

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Di Roberto Santilli giornalista di Abruzzoweb

 

Periferia aquilana, un freddo boia all’ombra di un palazzone sventrato da ricostruire chissà quando.

Ho parcheggiato la macchina nei paraggi, ma prima di riprenderla decido di fermarmi a parlare con tre ragazzotti stranieri, Europa dell’Est senza dubbio.

Uno di loro ha appena dato un calcio alla lattina di birra che ha trangugiato, potrebbe non essere l’ultima della sua serata perché sul muretto ce ne sono altre quattro, in bella mostra, mica lattine piccole.

Gli altri due, nel frattempo, bevono dalle loro. Hanno tutti e tre i volti anneriti dalla fatica, lerci i jeans e le tute, tutto è sporco, sa di sporco, dove dormiranno stanotte, chi cazzo lo sa?

Tiro fuori una sigaretta e chiedo secco se hanno da accendere.

Quello che piglia dalla tasca del jeans l’accendino ha le mani grosse, da lavoratore che le ha prese e le ha date nella vita, sono mani rovinate, annientate, quelle di tanti come lui.

I compari, fa freddo pure per chi il freddo lo conosce meglio di tanta gente di montagna, nel frattempo hanno posato le loro birre sul muretto e si sono infilati le mani nelle saccocce.

Mentre mi dà da accendere, chiedo ai tre di dove sono.

“Moldavia”, fa quello più basso dei tre, però fisico asciutto, forte, da muratore come gli altri. Indossa un maglione rosso completamente ricoperto di polvere e pezzi di calce.

Avete finito di lavorare? “Sì, in un cantiere qua vicino”, fa sempre il più piccolo dei tre.

E, udite udite, nel giro di un minuto, complice una ragazza molto carina e ben vestita che è passata svelta a una trentina di metri da noi, finiamo a parlare di amore.

Roba di coppie, di matrimoni, di tradimenti e di litigi furiosi ma pure di vecchie fidanzate che non si sentono più da secoli e di quanto sia dura vivere senza quella cosa assurda e miracolosa che ci riempie la vita, di quanto sia veramente difficile stare senza la persona che si ama al nostro fianco.

Sì, va bene, ma il sesso? Il sesso, non ci crederete, è rimasto sullo sfondo.

Perché a quattro coglioni fermi sotto un palazzone sventrato di una città terremotata, tre operai sottopagati moldavi e una mezza sega di giornalista senza soldi, in un freddo pomeriggio di provincia, mancava da morire il bacio senza paura di una ragazza da amare, che poi alla fine è il motore per tutto il resto.

Dopo una ventina di minuti ad altissimi livelli, tra qualche rutto per via della birra e una mezza bestemmia per la birra nel frattempo finita, ci siamo salutati con energia.

Io ho le mani deboli, sapete? E loro, tutti e tre, con le loro mani grandi da muratori, me le hanno stritolate.

Ma non è per questo che non li dimenticherò.

Venerd’ 7 Novembre serata con Ellade Bandini

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Venerdì 7 novembre p.v. alle ore 21.00 presso il Ridotto del Teatro Comunale dell’Aquila,si terrà il Concerto benefico a favore della casa famiglia IL VOLO DELLE AQUILE di San Marco di Preturo (AQ), (costo del biglietto 10,00€ ).

Saliranno sul palco i PARNASSIUS (tributo a FRANCESCO GUCCINI), band aquilana che proporrà alcuni tra i più famosi e conosciuti brani del MAESTRONE che vanno dagli esordi fino all’ultimo lavoro “L’ULTIMA THULE” con il quale in cantautore di Pavana ha deciso di salutare definitivamente il suo pubblico ritirandosi dalla scena musicale.

Ospite d’eccezione della serata sarà il batterista storico di Francesco Guccini ELLADE BANDINI, tra l’altro collaboratore anche di Fabrizio De Andrè e Paolo Conte ai quali non mancherà un doveroso omaggio.

Inoltre saliranno sul palco anche le ANIME SALVE, gruppo cover di Fabrizio De Andrè che regaleranno al pubblico alcune canzoni del cantautore genovese.

Aprirà la serata il cantautore Abruzzese DANTE FRANCANI vincitore di “MUSICULTURA 2014″

Un doveroso ringraziamento agli amici VALTER ROSA (Rosa Edilizia S.r.l.,) VALERIO CLIMASTONE e CINZIA BUZZANCA (B&B “Il Tiziano”) e VITO COLONNA (Real L’Aquila) che con la loro generosità hanno permesso la realizzazione dell’evento

Prevendita biglietti presso MUSICAVIVA STRUMENTI musicali presso PANORAMA SHOPPING.

Per biglietti e info:

Diego Del Vecchio

339.29.59.193

Prc L’Aquila: Renzi ignora L’Aquila; Aprire una stagione di lotta su risorse e governance

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La ricostruzione dell’Aquila e dei comuni del cratere dovrebbe essere in un paese civile una grande priorità nazionale ma nell’Italia guidata dal governo Renzi viene derubricata a questione risolvibile con rassicurazioni che al momento non trovano concretamente applicazione con gli impegni di spesa necessari. Non un euro è stato previsto nella legge di stabilità e se pure con qualche tardivo emendamento delle risorse si possono ancora introdurre preoccupa che in fase di elaborazione del testo L’Aquila è stata del tutto dimenticata.

Bisogna invece affrontare il cuore del problema delle risorse e della governance con una determinazione che non riscontriamo nell’attuale esecutivo, impegnato a massacrare i diritti dei lavoratori e a mantenere sotto lo 0% tutti gli indicatori economici del paese. Purtroppo, nonostante la buona volontà del gruppo dirigente del Pd aquilano, il cambio di marcia fondamentale per ridare un impulso alla ricostruzione non c’è stato e si prosegue con la penosa pratica del viaggetto semestrale a Roma alla ricerca di risposte che faticano ad arrivare.

La linea di questo governo è la stessa dei precedenti: non una richiesta è stata avanzata in Europa per sforare il rapporto deficit/pil del 3% nelle grandi catastrofi naturali, nessuna proposta di legge organica e finanziata sul flusso delle risorse economiche, la solita confusione nella gestione della governance e infine la propensione a dimenticare che nel nostro territorio cinque anni fa c’è stato uno dei terremoti più devastanti degli ultimi 150 anni sul suolo nazionale.

A noi non interessa una eventuale visita di Renzi in città, a noi interessa che l’agenda del governo si riempia di pagine su cui è scritto ricostruzione con le lettere maiuscole. Ci aspettiamo pertanto che con coraggio e determinazione, superando divisioni e interessi di parte, le forze politiche e sociali cittadine tornino a battersi, magari pensando ad una grande manifestazione, per riportare al centro dell’attenzione la vicenda dell’Aquila e del cratere sismico.

Goffredo Juchich
Segretario Comunale Prc L’Aquila

Enrico Perilli
Capogruppo Prc Comune L’Aquila

Stiffe :Halloween in grotta 2014 con… “La famiglia Addams”

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1 novembre (dalle 15 alle 18)

Torna anche quest’anno la festa di Halloween nelle Grotte di Stiffe. Un appuntamento irrinunciabile che il Teatro Dedalus e l’Associazione Tao Art confermano con l’intento di scombussolare il pubblico accompagnandolo nella raccapricciante dimora della famosa famiglia Addams. La festa per il cinquantesimo anniversario della famosa famiglia non poteva essere ambientata in un luogo migliore, tra stalattiti e pipistrelli. Cinquanta anni fa, con la tv entravano per la prima volta in tutte le case le bizzarre avventure degli Addams, con personaggi un po’ macabri e un po’ folli. La serie è apparsa per la prima volta in tv nel 1964 e il bianco e nero delle televisioni di quei tempi non faceva altro che enfatizzare le atmosfere tenebrose della serie. Ora, dopo 50 anni, non resta che farsi coraggio, e mescolarsi tra gli invitati per conoscere personalmente il fascinoso Gomez, la bellissima Morticia; senza cedere al terrore quando sarete accolti da Lurch, il maggiordomo di casa Addams, bisognerà tenersi forte e non tentare di scappare via neanche quando Nonna Addams vorrà offrire agli ospiti una strana merenda al cianuro.

INFO: 0862-86142 327-9728914 info@grottestiffe.it www.grottestiffe.it

Menzogne per noi aquilani

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Siamo immersi nella menzogna. Mi riferisco a presunte verità, in cui noi siamo precipitati. Una massima di Nietzche recita ” Non esistono fatti ma solo interpretazioni”. Subito dopo il terremoto fedele a questo postulato la maggioranza del governo di allora costruì il suo racconto. Il fondamento del racconto poggiava sull’edificazione di una ideologia da non intendere “come modo di pensare” secondo l’accezione corrente, funzionale alla concezione di un preciso mondo e di precisi interessi. Dunque distorta. Il linguaggio dell’olgettina, le visite costanti nella città, autocompiacimento al cospetto di scolaresche divertite rappresentarono perfettamente la società dello spettacolo di cui allora si menava vanto.

E tuttavia lo spettacolo da virtuale si trasformò in arma di distrazione di massa. Nel resto del paese passo l’idea che la città si stava avviando alla sua rinascita. La scomparsa del cavaliere errante(i suoi racconti così come le sue barzellette e i cucù perdevano di efficacia: la governance europea si disponeva per nuovi scenari. Pochi attacchi mirati alle sue aziende ridussero a miti consigli il “re” di Arcore) decretata da un reticolo di poter e istituzioni sovranazionali cambiò il linguaggio ma non la sostanza. Siamo passati dai racconti di Palazzo Grazioli, al linguaggio algido della finanza, del rigore, dell’austerità europea.

Artefici di questo nuovo paradigma il governo Monti, Letta e per ultimo, irresponsabilmente e in modo antidemocratico il governo Renzi. Siamo in un cambio d’epoca, segnato dal trasferimento delle decisioni politiche ed economiche dagli stati-nazione ad organismi privi di legittimità democratiche. In questo quadro duro e triste nascono racconti e rappresentazioni che sanno di farsa. Tutti i provvedimenti che in questi anni hanno visto trasferire poteri statali verso il cosiddetto “super stato europeo” sono stati condivisi dal partito unico PD-Forza Italia.

Il sindaco o se preferite la triade del Pd rilanciano l’idea di elemosinare fondi per la ricostruzione. I soldi per la ricostruzione non devono essere compresi nel cosiddetto 3% del PIL. Perbacco! La presidenza italiana del semestre europeo era nata sotto l’auspicio di rivedere quei patti (stupidi: parola di Romano Prodi)ma al primo accenno di temporale il guitto di Rignano si mostra più realista del re. E’ d’accordo con la Francia ma… i patti vanno rispettati.

Il PD aquilano è da tempo che megafona la visita del “gggiovane” presidente del consiglio, ma come per Genova, fabbriche in crisi e situazioni poco piacevoli, preferisce girare a largo dalla città terremotata, anche perché c’è poco da promettere. Basteranno suppliche e preghiere per ridare speranze a questo territorio? Vogliamo forse affidarci alle sceneggiate quotidiane di una politica che ha perso qualsiasi dignità? La resistenza di questo paese passa nel mettere in discussione nelle fondamenta tutte le politiche di austerità e del fiscal compact. Le dispute a cui stiamo assistendo in questi giorni sono recitazioni buone solo a carpire consenso e fiducia a tempo. Sono senza progetto, storia, futuro.

 

Alfonso De Amicis

Riserva del Fiume Vera: qualcosa si muove

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Riserva del Fiume Vera: qualcosa si muove .E’ stato approvato recentemente dalla Giunta Comunale un progetto di salvaguardia e valorizzazione redatto da competenze specifiche tutte interne all’ufficio ambiente del comune, per circa circa duecentomila euro di lavori provenienti dai fondi Fas.

Consideriamo sicuramente positivo questo provvedimento. Tuttavia vogliamo sottolineare che sono passati dieci anni dalla istituzione della Riserva Naturale Orientata e ben trenta anni dalla istituzione della prima Legge Regionale che istituiva il Parco del Vera. Legge, frutto della tenacia e della volontà di alcuni temperesi sostenuti dalle associazioni ambientaliste; l’istituzione del Parco e le evenienze scientifiche scoperte hanno permesso a Tempera di varcare i confini regionali per approdare a convegni italiani ed europei. Sono passati ben trenta anni senza nulla fare, eppure almeno dopo il disastro del terremoto ci si attendeva una attenzione particolare al sistema ambientale del comune che doveva nascere e crescere con la nuova città ricostruita e riprogettata.

Un sistema ambientale che avrebbe dovuto comprendere il Vera, il Vetoio, l’Asta Fluviale dell’Aterno, S. Giuliano, l’Area di Roio, gli altri elementi con valori ambientali e Archeologici come l’area di Amiternum e quella di Forcona ed altro ancora. Questo purtroppo non è avvenuto (e non c’è stata neanche la riproggettazione della città dove ci si è fermati a ricostruire dove era e “peggio” di come era), oggi parecchie di queste aree stanno subendo pesanti pressioni antropiche che rischiano di distruggerle. Normalmente tutti i Comuni che hanno riserve naturali nel proprio territorio considerano ciò come un valore, le tengono come fiore all’occhiello dedicandoci attenzione e cura. Questo purtroppo qui non è successo. Nel frattempo intorno al Vera si perdono importanti elementii, scompaiono pezzi di paesaggio agrario costruito e gli orti ripariali quasi non esistono più. Purtroppo non se la cavano meglio le altre aree ambientalmente importanti e delicate dove in alcuni casi (Vetoio ed Amiternum) il comune ha approvato inutili strade progettate dall’ANAS che le dimezzano.

Allora Che si fa ? La proposta è quella di lavorare intorno ad un sistema ambientale complesso che valorizzi e salvaguardi una “rete” ambientale comunale e comprensoriale; di proteggere da subito l’area del Vetoio e per la riserva del Vera costituire gli organismi di gestione, trovare rapporti di collaborazione con il Parco Nazionale Gran sasso Laga e predisporre una una pianificazione condivisa dove “appoggiare” i futuri progetti. Sempre per il Vera particolare attenzione va posta agli elementi di archeologia industriale che stanno per scomparire. Nel piano degli espropri è fondamentale acquisire tutte strutture storiche cosi come è necessario l’acquisizione delle aree circostanti le Sorgenti. Senza un minino di pianificazione e di oculata gestione di un sistema cosi delicato si rischia di consegnare l’area ad un futuro incerto.

 

Giovanni Cialone e Alfonso De Amicis

L’Ennesimo imbroglio

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C’è del marcio in Danimarca! C’è del marcio a L’Aquila. Pochi anni è marciscono balconi. Marciscono i balconi dei Complessi Antisismici Sostenibili e Ecocompatibili(Sic). “Un progetto di ricostruzione unico al mondo che ha consentito di dare alloggio a quindicimila persone in nove mesi”. Infatti in molti si domandavano “come hanno potuto resistere case fate in così pochi mesi? Ma tanto è che piovono balconi. I miracoli si sa durano l’arco di un effluvio tra la folla e il “Cesare” di turno. Anche l’effluvio dell’uomo nato il 29 luglio del 1883 si sciolse dietro le temperie della guerra.

Una nazione povera economicamente e culturalmente si scoprì nuda di fronte all’immanenza della guerra. Viceversa oggi nel dramma del dopo terremoto c’è chi non prova vergogna al cospetto di un disastro annunciato. Tutti gridarono al “miracolo italiano”. Niente appalti pubblici tutto in deroga. Un incontro di nuovo conio tra un pubblico in ritirata e un privato sempre più rampante e risoluto. La Tacher aveva vinto anche sotto il Gran Sasso. Il PD condivise politicamente e culturalmente il disegno strategico dell’allora onnipresente Guido Bertolaso. Fecero finta di opporsi. L’immagine della sede del PD nell’inverno del 2010, con il panino con mortadella scaduta, ha fatto il giro d’Italia.

La fotografia speculare di una Italia che non ha alcuna possibilità di “farcela”. Nel 2011 la quasi totalità del parlamento votò l’introduzione in Costituzione del pareggio di bilancio e tutte le nefandezze del “ce lo chiede l’Europa”. Sbaglio o all’epoca il terremoto già c’era stato? I deputati abruzzesi votarono compatti e convinti il pareggio di bilancio. Ed oggi il Sindaco attraverso il suo racconto vuole privarci di una facoltà che sembrava inalienabile, la più certa e sicura di tutte: la capacità di scambiare memoria ed esperienza.

Raccontateglielo che il problema non è il 3%, ma la zavorra è l politica di austerità, il fiscal compact. Ed ancora oggi di fronte a disastri annunciati un governo che ha la sua centralità nel PD persegue politiche che uccideranno definitivamente questo territorio. A L’Aquila sono fallite tutte le idee dominanti degli ultimi trenta anni. La classe politica ed imprenditoriale che ha costituito una potenza materiale e spirituale di primo ordine che ha avuto dalla sua tutti i mezzi della produzione intellettuale e di comunicazione di massa, esce ridimensionata in tutte le sue particolarità.

Si regge solo in virtù della sua forza statuale. Viene da sorridere sentendo le locuzioni del Sindaco o della senatrice. Ma dove eravate quando si pugnalava questa città? Non basta dire sforiamo il 3%. Sono tutte le politiche dell’austerità che vanno rigettate al mittente. Altrimenti sono soli opportunismi. D’altronde sono ormai da tre anni che condividete tutte le peggio porcate insieme all’ex cavaliere errante di Arcore. Dalla questione dei diritti sociali ed individuali alla ricostruzione dell’intero cratere. Cinquettate.

 

Alfonso De Amicis

Nomina Direttore Mibact

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La nomina di Scoppola a Direttore Regionale dei Beni Culturali era da tutti auspicata come un provvedimento essenziale per la ricostruzione del patrimonio artistico della città e del cratere. Politici e amministratori hanno fatto a gara per rivendicare la nomina. Tuttavia voci underground sottolineano come la nomina sia a tempo. Il nuovo Direttore sempre secondo queste voci dovrebbe guadagnarsi la meritata pensione a fine novembre. Ora alcune domande sorgono spontanee. Se ciò dovesse avere un qualche fondamento la cosiddetta politica a che serve? Nei trenta anni gloriosi essa determinava il futuro, progettava, indirizzava, viceversa mi pare che oggi cinguetti, curi molto l’immagine, vende molto fumo con la conseguenza che il profumo dell’arrosto il vento lo diriga dove nessuno ha il piacere di “sniffare”. L’altra domanda è per tutti noi: dal mese di dicembre ricomincerà il tormentone sulla nuova nomina? Quindi bombardamento continuo per una nuova presa del “cucchiaio”? Viene da pensare siamo “Uomini o Caporali”?

 

Alfonso De Amicis

Servizio scuolabus L’Aquila, Perilli: «100 bambini rimasti esclusi»

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«Sono circa un centinaio i bambini che sono rimasti esclusi dal servizio di scuolabus, non per ragioni imputabili al settore comunale competente, ma a causa di ritardi nella presentazione delle domande da parte delle famiglie». A comunicarlo, in una nota, sono il consigliere Comunale del Prc Enrico Perilli e il consigliere straniero Gamal Boucaib.

«La conseguenza – spiegano i consiglieri – è che questi piccoli, nella maggior parte dei casi appartenenti a famiglie con fragilità sociali e non in grado di provvedere diversamente al trasporto, perdono giorni di scuola perché abitano troppo lontano. Sappiamo che il settore Diritto allo Studio sta monitorando la situazione e invitiamo tutti a trovare una soluzione in tempi brevi. Per noi questa è una priorità assoluta, anche in termini di programmazione finanziaria. Siamo quindi pronti a sostenere una eventuale variazione di bilancio, se dovesse rendersi necessaria a reperire le risorse per ovviare al problema»