C’è del marcio in Danimarca! C’è del marcio a L’Aquila. Pochi anni è marciscono balconi. Marciscono i balconi dei Complessi Antisismici Sostenibili e Ecocompatibili(Sic). “Un progetto di ricostruzione unico al mondo che ha consentito di dare alloggio a quindicimila persone in nove mesi”. Infatti in molti si domandavano “come hanno potuto resistere case fate in così pochi mesi? Ma tanto è che piovono balconi. I miracoli si sa durano l’arco di un effluvio tra la folla e il “Cesare” di turno. Anche l’effluvio dell’uomo nato il 29 luglio del 1883 si sciolse dietro le temperie della guerra.
Una nazione povera economicamente e culturalmente si scoprì nuda di fronte all’immanenza della guerra. Viceversa oggi nel dramma del dopo terremoto c’è chi non prova vergogna al cospetto di un disastro annunciato. Tutti gridarono al “miracolo italiano”. Niente appalti pubblici tutto in deroga. Un incontro di nuovo conio tra un pubblico in ritirata e un privato sempre più rampante e risoluto. La Tacher aveva vinto anche sotto il Gran Sasso. Il PD condivise politicamente e culturalmente il disegno strategico dell’allora onnipresente Guido Bertolaso. Fecero finta di opporsi. L’immagine della sede del PD nell’inverno del 2010, con il panino con mortadella scaduta, ha fatto il giro d’Italia.
La fotografia speculare di una Italia che non ha alcuna possibilità di “farcela”. Nel 2011 la quasi totalità del parlamento votò l’introduzione in Costituzione del pareggio di bilancio e tutte le nefandezze del “ce lo chiede l’Europa”. Sbaglio o all’epoca il terremoto già c’era stato? I deputati abruzzesi votarono compatti e convinti il pareggio di bilancio. Ed oggi il Sindaco attraverso il suo racconto vuole privarci di una facoltà che sembrava inalienabile, la più certa e sicura di tutte: la capacità di scambiare memoria ed esperienza.
Raccontateglielo che il problema non è il 3%, ma la zavorra è l politica di austerità, il fiscal compact. Ed ancora oggi di fronte a disastri annunciati un governo che ha la sua centralità nel PD persegue politiche che uccideranno definitivamente questo territorio. A L’Aquila sono fallite tutte le idee dominanti degli ultimi trenta anni. La classe politica ed imprenditoriale che ha costituito una potenza materiale e spirituale di primo ordine che ha avuto dalla sua tutti i mezzi della produzione intellettuale e di comunicazione di massa, esce ridimensionata in tutte le sue particolarità.
Si regge solo in virtù della sua forza statuale. Viene da sorridere sentendo le locuzioni del Sindaco o della senatrice. Ma dove eravate quando si pugnalava questa città? Non basta dire sforiamo il 3%. Sono tutte le politiche dell’austerità che vanno rigettate al mittente. Altrimenti sono soli opportunismi. D’altronde sono ormai da tre anni che condividete tutte le peggio porcate insieme all’ex cavaliere errante di Arcore. Dalla questione dei diritti sociali ed individuali alla ricostruzione dell’intero cratere. Cinquettate.
Alfonso De Amicis