Balconi

 

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Tutto quello che si richiede è di evitare vuoti di memoria.
Evitano inutili vertigini

“Tutto quello che si richiedeva era soltanto una serie infinita di
vittorie sulla propria stessa memoria. <Controllo della realtà>, lo
chiamavano: e in neolingua bispensiero.” (George Orwell). A ben vedere
siamo ancora immersi nella propaganda ed a nulla serve il richiamo alla
realtà immanente. Salmonella, balconi che crollano, fogne che non
funzionano, pensili che con estrema facilità non reggono la forza
gravitazionale del povero Newton. Ai danni materiali si è persa anche la
fede, la si è persa per la politica e non soltanto per essa . Siamo
diventati aridi e individualisti. La triste esperienza di questi cinque
anni ha ucciso non solo i sentimenti ma “l’organo stesso di ogni
sentimento”. Si è portati a rimuovere tutto. Eppure nel 2010 fu distribuito
un volumone  da parte dei “I Costruttori ForCase”. “dall’orgoglio alla
vergogna. immeritata”. Seguono oltre a bellissime fotografie liftate, le
riflessioni di Guido Bertolaso: “Provvisorio e Durevole- La contraddizione
inesistente”. Quelle del coordinatore tecnico Gian Michele Calvi- “Solo una
sfida di ingegneria”-; “Gestione dell’Emergenza e del Post-Emergenza” di
Mauro Dolce. Nel volumone ci sono altri paragrafi che tralascio. L’Idea del
libro è la Magnificenza del Progetto C.A.S.E. Case Antisismiche Sostenibili
Ecologiche. Cosa abbiano di antisismico(tocchiamoci)sostenibili, ecologiche
è un mistero trino. E pur tuttavia il comune le ha fatte sue con tanti
oneri e pochi onori se non le bollette degli sfortunati aquilani. Come
verrà gestito questo immenso patrimonio nel prossimo futuro possiamo
affidarlo ad un genio “malefico”. Quello che si è determinato sul piano dei
sentimenti e della materialità balza ai nostri occhi come il sorgere del
sole dietro la montagna madre. Ma dietro il sorgere del sole c’è(sempre)
l’incubo dei consumi e della infinita ingegnosità nel metodo dei calcoli.
Frutto di improvvisazione? Dilettanti? L’algido linguaggio con cui si è
espresso il Sindaco e i suoi decisori fa emergere uno specifico modello di
governance. Tante chiacchiere perché nulla cambi. I vasi,i balconi, le
bollette salate son cocci nostri, nel senso di contribuenti. In questa
concezione di governo della città è espunta qualunque alternativa al
sistema dato. Tutto deve trovare soluzione all’interno della macchina
amministrativa, o al massimo porsi specularmente contro di essa in funzione
giustificativa e invocativa della sua esistenza. Guardatevi il teatrino di
questi giorni e tirate le somme. Terrificante. O se volete sublime,
meraviglioso.

 

Alfonso De Amicis