Le terre pubbliche, le terre gravate da Uso Civico potrebbero rappresentare una ocassione, un elemento certo di lavoro. La regione Umbria ed in forma diversa la regione Lazio si sono dotate di strumenti legislativi e regolamentari affinchè l’agricoltura e tutto il sistema silvo pastorale, messo a disposizioni di singoli giovani o “imprenditori” compresi tra i 18 e i 39 anni possa rappresentare un momento importante alla crisi sociale ed occupazionale che attanaglia l’intero paese.
Le terre non possono rimanere incolte, sono una risorsa preziosa: si può costruire una nuova economia che crea lavoro e sviluppo e difende l’ambiente. I terreni possono essere concessi in affitto per un periodo di 15 anni con la possibilità di rinnovo dell’accordo per altri 15 anni. In questo modo sarà possibile rigenerare terre che altrimenti resterebbero incolte regalando nuove possibilità di lavoro.
Non capisco il motivo per cui anche qui da noi non ci si possa e debba dotare di una legge organica in materia. Ciò costituirebbe una riconquista della civiltà contadina, e metterebbe una pietra tombale alla demagogia imperante in tema di demanialità e conservazione del territorio.
Alfonso De Amicis Ross@ L’Aquila