Di Alfonso De Amicis
L'Alba. Un cielo stellato sovrasta le montagne circostanti la città dell'Aquila. Sotto una nebbia fitta impedisce lo sguardo verso la splendida farfalla illuminata dal sol dell'avvenire. La nebbia c'è ma non si vede. E' la volta buona per una retata verso topi d'appartamenti che svuotano la ricostruzione. La solita "banda" del buco. Io do una cosa a te affinché tu ne dia una a me. Come nel film di Toto' "Gli Onorevoli". Fantastico! O grottesco? Che dire? Cosa dirà il popolo? "Era meglio quando c'era il Commissario". "Elezioni subito! Cambiamo aria!" Che sei Popolo? Re, Cardinale, Papa? "No! Allora statte zitto". C'è qualcuno che pensa e crede che la società civile sia migliore di quella politica? si accomodi. Un rimedio? Ho una difficoltà di sintonizzazione con questa specie di realtà. Tuttavia ho dei ricordi tangibili dell'Aquila da bere. Lo struscio dei politici, con relativocodazzo sotto i Portici. Più numeroso era il codazzo, più potente era il politico. L'aquilano medio è stato sempre affascinato ed al contempo servile verso questo potere. Cosa è cambiato oggi rispetto a ieri? Soprattutto come ne usciamo? Bella domanda eh! Forse un ragionamento su cosa sia e su cosa deve essere la democrazia potrebbe essere un primo ragionamento da intraprendere.