di Alfonso De Amicis L'Aquila è in perfetta sintonia con il 21 gennaio. Santa Agense. Molti si vedono capovolti come in una camera oscura. Le dimissioni di Cialente ha molto in comune con le dimissioni di molti sindaci. In mancanza di opposizione-la politica è morta da tempo, fine della politica apoteosi del denaro, formano una congiunzione astrale trentennale- le rotture amministrative vengono prese altrove. E' un discorso che dura dal 1992, in realtà la seconda repubblica non è mai nata. Una nuova classe dirigente non la si improvvisa a tavolino. Trovo delirante pensare e credere che la storia inizi il 6 aprile. Questa data non ha costituito una epifania politica un risorgimento. Affatto. Ha messo in evidenza la fragilità civile di una intera comunità, una vergognosa sottomissione alle logiche che dall'alto venivano, con sapiente mano, propinate. Draquila è stata forse la migliore analisi descrittiva, politica e letteraria dello stato dell'arte di questa città e dell'Italia. Sbaglia chi pensa di andare avanti senza fare i conti con questa storia. Si possono vincere elezioni di medio termine avere qualche successo elettorale ma tutto si definirà in una logica dell'alternaza. Sel'alternativa si pensa di costruirla nel perimetro dei Quattro Cantoni, in questo caso, sarà una linea d'ombra. Vedo che le nostre idee i nostri comportamenti sono inadeguati alla dinamica delle cose, rispetto all'attualità delle prospettive. Nel 2015 entrerà in vigore il fiscal compact, votato da tutti i partiti, che imporrà manovre di 40 miliardi l'anno. Si aumenteranno le tasse? improbabile! Si continuerà a tagliare mettendo gli uni contro gli altri. Dove si prenderanno i soldi per la ricostruzione? Ci metteremo contro i disabili, gli insegnanti e studenti? Forse l'idea di cominciare a discutere profondamente i patti di stabilità va affrontata immediatamente. Cosi come i proponimenti di Mosler, Brancaccio, e altri economisti che da tempo ci mettono in guardia, vanno subito presi in considerazioni. Essi devono essere una prima base di conflitto democratico verso il governo centrale e europeo. Altrimenti quando L'Aquila e i paesi del cratere saranno ricostruiti noi saremo tutti morti. Di fronte ad una evidenza così immanente trovo strabiliante la cecità di questa città