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Secondo la relazione di Sabrina Molinaro (Ifc-Cnr) alla Camera, circa il 14% dei soggetti in carcere uscirebbe se fossero approvate le proposte di legge in discussione in Parlamento. Nel 2012 sono state 12.500 le persone condannate
ROMA – Sono circa 9.500 le persone in carcere esclusivamente per il possesso e spaccio di cannabinoidi. In pratica, se l’uso della cannabis venisse depenalizzato, il 14% dei detenuti potrebbe lasciare il carcere. La notizia, rilevante, è estrapolata dalla relazione di Sabrina Molinaro, responsabile della Sezione di Epidemiologia e Ricerca sui Servizi sanitari Ifc-Cnr, effettuata nel corso della sua audizione presso la Commissione giustizia della Camera dei deputati. Un’audizione in occasione della discussione sulle proposte di legge C.1203 (modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, n. 309/90, in materia di coltivazione e cessione della cannabis indica e dei suoi derivati) e C.971 (modifiche al testo unico, in materia di depenalizzazione della coltivazione domestica di piante dalle quali possono essere estratte sostanze stupefacenti o psicotrope), rispettivamente a firma Daniele Farina (Sel) e Sandro Gozi (Pd). Il tutto mentre si accende il dibattito, politico e scientifico, proprio sulla sulla “legalizzazione” della cannabis e dei suoi derivati. Con prese di posizione a favore e contro tale eventualità che si stanno moltiplicando.
Detenuti. In generale, dal 2002 al 2006 il numero di detenuti nelle strutture penitenziarie è aumentato, decrescendo nel 2007, per effetto dell’indulto, e riprendere a crescere successivamente.
Andamento sostanzialmente simile si riscontra anche per i detenuti per reati previsti ex DPR 309/90 (testo unico sulla droga) anche se, dal 2008 in poi, la loro proporzione è leggermente aumentata.
Nel 2011 i detenuti per reati previsti dalla legge sulle droghe erano 27.947, il 41,5% del totale (67.394) dei detenuti. (daiac)