“Voglio chiedere scusa alle lavoratrici e ai lavoratori per quello che è accaduto l’altro giorno in piazza, quello che è accaduto ovvero le manganellate a dei lavoratori e a delle lavoratrici che protestano è indegno di un paese civile e come deputata europea rappresentante dell’Italia io sento di dover chiedere scusa e di dover ribadire tutta la mia solidarietà a quei lavoratori che erano in piazza l’altro giorno.
Credo che sia giustissimo in questa sede chiedere un rispetto degli impegni che erano stati presi a livello di Commissione. E’ evidente che un monitoraggio degli impegni sulla sola parte a freddo non è assolutamente esaustivo del problema e quindi nel momento in cui si vuole mantenere Terni e si dichiara di voler mantenere Terni come impianto strategico è evidente che va salvaguardata sia la produzione a freddo che a caldo, va salvaguardata una produzione di eccellenza, che fa quindi riferimento alla necessità di mantenere in piedi l’intero ciclo produttivo, oltre che i livelli produttivi di cui si parlava. Credo questo debba essere un impegno preciso della Commissione.
Credo che noi parlamentari europei dobbiamo sollecitare affinchè questo impegno venga mantenuto e immagino anche che si possa ragionare – dato che avremo la sessione plenaria la prossima settimana – nella direzione di una risoluzione, se condividiamo il documento che i lavoratori e le lavoratrici ci hanno presentato, di una risoluzione che impegni il Parlamento a far sì che questi impegni vengano mantenuti.
Aggiungo una cosa: sicuramente il mancato pagamento del salario di ottobre è una pistola puntata alla tempia, è stato già detto, va fatta pressione anche su questo, però io credo che la pluralità della rappresentanza parlamentare di oggi non ci possa esimere anche dal dire una cosa: se noi vogliamo tenere fede e ci impegniamo rispetto al documento che le lavoratrici e i lavoratori ci hanno presentato, non va ritirato solo il piano della Thyssen, va ritirata anche una proposta di mediazione del governo che prevede dei licenziamenti, va ritirata anche quella!
Noi dobbiamo avviare un percorso – colgo l’occasione della presenza dei parlamentari italiani – per dire che quello che sta succedendo a Terni non va disgiunto da quello che sta succedendo a Piombino, da quello che sta succedendo a Taranto, dobbiamo decidere se il nostro sistema-paese mette in conto di dismettere la siderurgia come asse strategico produttivo, se diventiamo definitivamente una periferia produttiva dell’Europa o ci battiamo non solo per un Piano europeo per l’acciaio ma anche per mantenere i livelli produttivi e occupazionali”.